TINO TOZZI

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1 Il tuo amore per il basso è sempre stato forte ma è sbocciato definitivamente “in vecchiaia”…

Effettivamente ho iniziato a suonarlo in tarda età. Per la precisione qualche anno fa l’amico Mauro Pietrini, mi invitò ad una delle sue feste di compleanno chiedendomi se partecipavo alla consueta Jam che si tiene in queste occasioni suonando con lui il basso in un paio di pezzi. Accettai di buon grado e mi procurai un basso economico per poter far fronte all’impegno. Il debutto sul palco mi elettrizzò e soprattutto la voglia di suonare il basso prese il sopravvento e iniziai ad applicarmi sullo strumento.

2 Sei da anni il bassista del gruppo La Nuova Espressione…che hai fatto prima, musicalmente parlando?

La mia carriera musicale finì sul nascere in età adolescenziale. Durante le superiori provai a suonare la chitarra con un compagno di scuola, Roberto Turchi, in un gruppo che poi con vari cambi di elementi dette vita al primo nucleo dei punk Traumatic. Ma divergenze ideologiche e di gusti musicali mi fecero uscire dal gruppo e dal quel momento decisi che la musica forse era meglio ascoltarla che suonarla. Per decenni non ho più toccato una chitarra se non sporadicamente come quando con un gruppo di amici componemmo una serie di canzoni scherzose sullo stile degli Skiantos con lo scopo di inciderle in modo casereccio in un demotape. Il resto, come dicevo prima, è storia recente.

3 So che sei un grande fa e conoscitore del gruppo Le Orme…sono fonte di ispirazione?

Il mio amore incondizionato per Le Orme è nato nel 1976 con la loro partecipazione al Festivalbar. L’epoca del progressive stava volgendo al termine e ho fatto appena in tempo ad assaporarne il tramonto. Solo in seguito ho scoperto quanto erano state importanti Le Orme nel panorama musica italiano. Ma tra alti e bassi il gruppo è sempre rimasto in attività e ho avuto la soddisfazione di partecipare all’organizzazione di un loro concerto qui a Livorno ed anche uno dell’Ex tastierista Tony Pagliuca. Momenti davvero belli per un collezionista e fan sfegatato come me. I primi brani che ho suonato in pubblico sono stati quelli de Le Orme.

4 Tino Tozzi e il prog. oltre Le Orme il tuo grande amore?

Come dicevo Le Orme sono state per me il gruppo più rappresentativo del panorama progressivo italiano, ma ovviamente ho apprezzato anche gli altri gruppi, in particolare Banco e PFM che ho visto più volte in concerto. Anzi la PFM è stato il primo gruppo in assoluto che ho visto live nell’anno di inaugurazione del Palazzetto di Livorno, mi sembra fosse il 1976. Purtroppo in quegli anni l’ondata prog stava esaurendosi e per un po’ sono rimasto senza punti di riferimento musicali e l’unica cosa che potevo fare fu riscoprire quello che era successo anni prima anche a livello estero scoprendo ELP, Genesis e compagnia bella. Nel 1980, in occasione del mio 18 compleanno, mi regalai un concerto a Roma dei Kiss. Il gruppo spalla erano gli allora sconosciuti Iron Maiden che di li a poco avrebbero spopolato. Negli anni successivi ho seguito quasi esclusivamente la musica metal, fintanto negli anni 90 sono entrato a far parte dell’associazione culturale Sezione Musica dove ho conosciuto amici ed esperti musicali come Massimo Volpi e Moreno Lenzi che mi hanno fatto scoprire gruppi progressivi degli anni settanta di cui ignoravo l’esistenza e la passione verso quella musica è ritornata.

5 Quali bassisti apprezzi di più?

Per le ragioni che elencavo prima non posso che dire Aldo Tagliapietra e Patrick Djivas ed ovviamente Gene Simmons e Steve Harris. Ad eccezione del bassista della PFM gli altri non sono dei virtuosi del basso, quindi la mia è una risposta che scaturisce dai miei personalissimi gusti.

6 Da spettatore a protagonista della scena musicale livornese…evidenti differenze…che sensazioni hai?

Non ho fatto parte della scena musicale livornese, almeno in passato, se non come spettatore o dietro le quinte per organizzare alcuni concerti. Della scena livornese ho sempre seguito ed apprezzato la Strana Officina e ricordo con particolare piacere anche gli Aurora Lunare dell’amico Mauro Pini. Oggi non mi sento assolutamente protagonista della scena musicale livornese, anzi non mi sento neanche un musicista, mi ritengo un appassionato che si diverte a stare dall’altra parte. Il musicista vero è un’altra cosa.

7 Sempre musicalmente parlando, qualche rimpianto? Qualche occasione non sfruttata?

Rimpianti ce ne sono sempre quando si guarda indietro. Dal punto di vista musicale è quello di aver iniziato a suonare il basso troppo tardi. Se non avessi abbandonato sul nascere penso che mi sarei divertito molto. Ma come si dice…meglio tardi che mai, così sono contento ugualmente.

8 La Nuova Espressione, appuntamenti futuri della band?

Da quando suono con Morenzo Lenzi e sua moglie Monica ne la Nuova Espressione abbiamo fatto parecchi concerti, più di una ventina, tutti divertendoci molto e da quel che ci dicono, anche facendo divertire. Vogliamo continuare così. La nostra è una passione, va affrontata con il sorriso sulle labbra.

9 L’abbandono del batterista Sergio Donarti, detto Sughino, è stato un duro colpo per voi, ma mi sembra che tutto si sia sistemato…

Mi spiace molto che Sergio abbia lasciato il gruppo. Ho fatto di tutto per convincerlo a restare ma non ci sono riuscito. Per me è stato un punto di riferimento importante. Lui è veramente bravo con la batteria e al suo fianco mi sentivo sicuro di poter svolgere al meglio la mia ritmica. Devo comunque dire che abbiamo trovato in Roberto Guerrini un degno sostituto, molto bravo e preciso. Inoltre posso sempre contare sull’esperienza di Silvano Storpi alla chitarra e sulla bravura di Alberto Romiti, l’altro chitarrista, molto più giovane di noi ma un trascinatore fenomenale.

10 Chi è oggi Tino Tozzi?

Quello che sono sempre stato. Ho sempre dedicato me stesso alla famiglia e al lavoro ed in da entrambe le cose ho avuto grandi soddisfazioni. La musica è una passione che porto dentro di me, ascoltarla o suonarla fa poca differenza. L’importante è che ci sia.

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AMERIGO LENZO

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D Il tuo strumento è il sax…penso da sempre

R No il mio strumento di cui ho studiato al conservatorio per 7 anni è stato il flauto. Il sax l’ho imparato da solo.

D Ti ho sentito suonare dal vivo in un repertorio rock. Il sax nel rock è al posto giusto (vedi Clarence Clemmon nella E Street Band di Springsteen). Sei d’accordo?

R Si sono d’accordo. Il sax è stato “sdoganato” da tempo ed è entrato a pieno titolo negli strumenti rock.

D A quali sassofonisti ti ispiri?

R Non ho particolari riferimenti ad alcuni sassofonisti ma mi è sempre piaciuto Fausto Papetti.

D La scena musicale livornese è sempre stata un fermento. Tue esperienze?

R Ho fatto parte di diverse band . Ho spesso suonato con Claudio Di Paco ma ho anche suonato con altri musicisti livornesi e non.

D Inutile negarlo…sono innamorato del tuo strumento. Nella prossima vita lo studierò sicuramente. Che consigli ti senti di dare ad un giovane che vorrebbe avvicinarsi al sax?

R A chi può piacere il sax posso solo dire di andare a lezione da un bravo sax-man come Claudio Fabiani

D Dimitri Grechi, Massimo Giannini, Icilio Lanini, Renzo Pacini…siete tanti a Livorno…buon segno.

R Si è un buon segno essere tanti a suonare il sax ; devo dire che il sax è uno strumento molto passionale che ti prende sempre più mano a mano che lo suoni, a me personalmente fa accapponare la pelle.

D Progetti futuri? Abbiamo qualche occasione di sentirti?

R A me piacerebbe suonare più spesso ma purtroppo nella mia vita non ho trovato un tastierista che mi potesse accompagnare su un percorso musicale come fare piano-bar dal vivo.

D Chi è oggi Amerigo Lenzo?

R Una persona semplice semplice a cui piace la musica da IMPAZZIRE e che suona diversi strumenti , compone e canta.

VAN DER GRAAF GENERATOR – Viareggio 4/8/1972

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Quello dei Van Der Graaf Generator è stato il mio primo concerto rock al quale ho assistito.

Non avevo ancora 17 anni. Dopo essere stato fan sfegatato di Gianni Morandi avevo da poco scoperto i Beatles, Rolling Stones, Dylan, Neil Young.

Non sono mai stato un fan del prog, neanche quando in Italia se non amavi ELP, Gentle Giant, King Crimson, Yes e compagni eri guardato come un alieno.

Mi piacevano solo i Genesis e i Van Der Graaf Generator.

Quindi quando si seppe che avrebbero suonato a Viareggio feci di tutto per andarci.

Dal vivo avevo visto Mal dei Primitives e Patti Pravo ai bagni Pancaldi e Massimo Ranieri ai Fiume…dovevo fare il salto di qualità!

Naturalmente in risposta alla mia domanda di poter andare i  miei risposero con un secco no!

Quelli erano i tempi in cui un sedicenne, anche se quasi diciassettenne, non aveva le chiavi di casa, non faceva fuori le 3 di notte, non mandava a quel paese i genitori.

La mia salvezza fu il mio amico Nello, un pò più grande di me, che abitava sullo stesso mio pianerottolo.

“Ragazzo serio” diceva mamma…”Un pò meno quel suo amico musicista capellone” (tal Enrico Rosa, grandissimo chitarrista, futuro leader del gruppo Campo di Marte).

Nello “giurò” che non mi avrebbe perso di vista, mai, neanche per un minuto!

Fu così che andai…con Nello…a Viareggio…a vedere i Van Der Graaf.

Arrivammo davanti al Piper 2000: sinceramente me lo immaginavo un pò più “maestoso”. Molti ragazzi fuori ad aspettare di entrare.

piper

Io ero tra i più giovani…mi sembrava di essere in un altro mondo…grazie Nello!

Entrammo in quello che all’interno si rivelò un ottimo locale: poltrone, sedie e il palco in fondo.

Se non sbaglio stava suonando il gruppo La Vecchia Locanda: non mi piacevano.

Poi il buio e…prima Guy Evans, poi Hugh Banton.

A seguire, quasi insieme, David Jackson e Peter Hammill : un boato.

Rimasi estasiato dall’atmosfera. Mi colpì la forza e la dolcezza che emanava Peter e la natura selvaggia di David e il suo sax.

Per giorni ho avuto nella testa e sul piatto del giradischi “Refugees” e “Darkness”.

Avevo avuto il battesimo del rock dal vivo. Mi ero così incamminato su quella lunga strada fatta di concerti su concerti.

Che non finisca mai!