EMILIANO GEPPETTI

D Emiliano Geppetti…cantante, attore, autore e cantautore, quale di questi attributi senti più tuo ?

R Mica è facile! Perché il problema è che io a fare tutte queste cose mi diverto! E quindi mi piace passare da una cosa all’altra, sperimentare, giocare, confrontarmi.. con gli altri ma anche con me stesso. Mettiamola così, il palco è il mio ambiente ideale. Là sopra mi sento proprio a mio agio!

D Hai iniziato come cantante chitarrista dei Fuoco Fatuo…raccontaci

R Madonna!! Una vita fa..

Era la prima metà degli anni 90, eravamo 4 amici, ci piaceva il rock e suonarlo insieme. Fine. Ci bastava anche solo stare tra noi in cantina (o “al fondo” come si dice qui), ma dopo un po’ cominciammo a “suonicchiare” in giro e a scrivere anche brani nostri. I primi palchi, le rime rassegne.. erano anni vivi. Durante quel periodo ho imparato a cantare sul serio. Facendolo!!

D Dopo l’esperienza Fuoco Fauto ti innamori del teatro musicale; fai parte del cast di “Shrek”, di Tre cuori in affitto, di “La bella e la bestia”, di Pippi Calzelunghe, e ancora The beggar’s opera, Welcome to machine, Cabaret, Jesus Christ Superstar, Il ritratto di Dorian Gray...e scusate se è poco. Una bella soddisfazione

R Diciamo che ci sono arrivato per gradi. Prima mettendo su una band di tributo al celebre The Rocky Horror Picture Show, poi partecipando ad un Jesus Christ Superstar con una associazione cittadina molto nota (il TodoModo, ndr) e da lì, passettino dopo passettino, sono arrivato anche alle grandi produzioni. Ormai sono 15 anni che è diventato il mio lavoro.
Una bella soddisfazione perché me la sono sudata! E perché ci sono arrivato senza spinte, raccomandazioni o tanto meno per aver partecipato a dei reality show!! (come si usa fare adesso)

D Ti sei cimentato come autore e interprete anche del monologo Quanto zucchero nel caffè?

In campo artistico, si dice a Livorno “ti manca di dà ir cencio e poi hai fatto tutto”…

R Ahahaha si.. ogni tanto faccio anche quello.

Mi piace scrivere ogni tanto e quando le idee sono un po’ più grandi oppure non si possono condensare in una sola canzone si realizzano in altro modo. Il monologo a cui fai riferimento è stato il mio primo “esperimento” teatrale. Un ragionamento a microfono aperto sul teatro, come sta evolvendo e dove sta andando, il tutto integrato da brani di cantautori del passato. A questo è seguito un altro spettacolo l’anno scorso, tutto sul grande Giorgio Gaber. Credo che prima o poi ne uscirà anche uno completamente inedito! (che parla di mio nonno, Ndr)

D Dal 2012 frontman dei Gary Baldi Bros…una band che in città è una istituzione…

R n realtà da qualche anno prima, anche se le nostre apparizioni erano molto rare a causa dei miei impegni teatrali (soprattutto per “La bella e la bestia” che mi ha “costretto” un anno intero a Milano e poi un anno a Roma). In ogni caso, per rispondere alla tua domanda, abbiamo notato che negli ultimi anni la città (o meglio, la gente) ci ha apprezzato sempre di più. E non si capisce come mai!! A parte gli scherzi, credo che sia perché abbiamo indovinato, per puro caso, una formula che condensa musica, simpatia e intrattenimento. Ogni concerto è una festa con gente di tutte le età. Tutto qui. Semplice! Ma non facile.. (credimi, ogni sera è impegnativo!)

D Emiliano, nei tuoi svariati passaggi artistici quali sono i tuoi punti di riferimento, le tue fonti di ispirazione ?

R Beh.. qui direi che forse ai lettori farei perdere troppo tempo! Perché in momenti diversi ho avuto punti di riferimento diversi, artisticamente parlando. (la famiglia e gli amici veri che ti sostengono sono un discorso a parte) ..potrei fare molti nomi di musicisti, attori o anche personaggi inventati ma riassumo così: sono un rockettaro che adora la comicità, traete voi le vostre conclusioni!

D Progetti futuri, qualche esibizione dal vivo magari in città ?

R Di esibizioni in città ne facciamo continuamente con i fratellini..
Quello che mi piace, come dicevo prima, è divertirmi e spaziare. Dunque mi piacerebbe fare qualcosa di nuovo e originale. Vedremo! Ma non dico niente..

D Come dicevo prima i Gary Baldi a Livorno sono “il gruppo di Livorno”: che rapporto hai con la città e con il suo essere città musicale da sempre?

R Guarda, nonostante sia spesso in giro a suonare o in tournèe teatrali, ho casa qui ed è qui ho scelto di vivere. Tanto da far trasferire quella santa della mia compagna e “far famiglia” qui. Il rapporto con la città è splendido. Mi piace, trovo che la vita sia “semplice” e spero vivamente che le nuove generazioni (incluso mio figlio) mantengano la “livornesità”.

Mi piace anche il suo essere artista.. molti che suonano, dipingono, recitano.. ma qui, in parte, l’indole livornese rovina un po’ il rapporto. Quel suo essere provinciale spesso la rende un po’ troppo critica e impermeabile a contaminazioni e confronti. Come se, come si dice “qualcuno ni rubasse varcosa!”.

Invece io penso che dal confronto con chi ne sa di più o chi fa le cose meglio di te si possa solo crescere.

D Tutti noi non siamo saliti su un treno che avrebbe potuto cambiare la nostra vita…il tuo treno non è ancora passato o l’hai lasciato sfrecciare via ?

R Chi lo sa! Magari ci sono salito e sto ancora viaggiando, oppure deve ancora passare. Una cosa è certa, non starò qui fermo ad aspettare! Nel senso che se te ne stai lì con l’ansia puoi stare sicuro che il treno non passerà oppure non ti accorgerai se è quello giusto.

Una cosa posso dirla però: a fare “tutto questo” mi sento fortunato.

D Chi è oggi Emiliano Geppetti?

Un “ragazzo” di 44 anni, con una vita normale (che include un figlio, una donna accanto che talvolta si lamenta e che lo fa rigare dritto ma che mi sopporta , un mutuo, etc..) e con tanta voglia di fare! Speriamo di averne anche il tempo e le possibilità..

D Non posso non farti una ultimissima domanda…perchè Gary?

R Cercavo un nome “composto” che includesse anche un gioco di parole. (la nostra band precedente si chiamava Lovely Rita & The Radio Stars) Dal personaggio di Garibaldi e dai suoi seguaci è venuto il resto! Gary (io) Baldi (il cognome) Bros (il grado di parentela). I fratellini…

FRANCESCO BOLOGNESI “FRABOLO”

D Francesco Bolognesi, in arte Frabolo, artista rap. Come nasce questo tuo amore per questo genere di musica ?

 

R Ero veramente piccolo, in casa mia grazie al cielo si ascoltava moltissimi dischi, quindi da lì è nata un po’ la mia “predisposizione” generale alla musica, ma credo di essermi avvicinato al Rap con le prime cassettine di mio fratello con sopra i Beastie Boys e i Run DMC, poi in seguito ho scoperto i Sangue Misto (anche questi su cassettina), per poi arrivare a tutta la “golden age” del rap italiano… si parla dei primi anni ’90.

L’idea che dall’altra parte delle cuffie ci fossero delle persone che si raccontavano in maniera così esplicita e così personale (in rima), trasmettendomi tutta la loro rabbia e insoddisfazione, mi colpì da subito, e così iniziai ad innamorarmi di questo genere…

Era una cosa nuovissima per me, ma allo stesso tempo anche molto familiare, perchè nella maggior parte delle loro canzoni e dei loro testi io mi ci riconoscevo. 

Era un qualcosa di incredibile, quella roba “mi parlava”. 

Posso dire quindi che i rapper di allora sono stati a tutti gli effetti i miei primi veri e propri amici fidati. 

 

D Nonostante la tua giovane età hai già dato vita a diversi videoclip e addirittura sette dischi, due dei quali distribuiti dall’etichetta digitale Zimbalam, mentre il tuo ultimo Album ufficiale dal titolo ‘Benvenuti a Fraboland’ è uscito due anni fa, completamente autoprodotto, si sono susseguiti poi alcuni singoli, fra cui ‘Ancora Vivo’, che come hai più volte specificato tu stesso chiude definitivamente un cerchio; puoi spiegarci meglio?

 

R Si beh, diciamo che ne è passata di acqua sotto i ponti… a partire dai miei primi “lavori” fatti in casa con “il microfono della chicco” fino ad arrivare ad oggi, dove ovviamente sono cambiate tantissime cose, tra cui io in primis, come è normale che sia d’altronde. 

Comunque al di là di tutte le cose che ho fatto, considero ’Benvenuti a Fraboland’ il mio primo vero e proprio disco, e questo per tanti motivi, sia per il lavoro che c’è stato dietro, sia per tutto quello che ne ha generato la sua uscita… con quell’Album mi sono definitivamente sbloccato.

Subito dopo questo è seguito il singolo ’Ancora Vivo’, che rappresenta per l’appunto la mia rinascita vera e propria, la fine di un percorso e l’inizio di un altro.

Il video, di cui vado molto fiero, nasconde in sé molti significati, ma forse il più importante è quello di non smettere mai di andare avanti e credere in sé stessi, cosa che invece io avevo iniziato a non fare più, e parlo del periodo prima di ‘Benvenuti a Fraboland’, un periodo abbastanza buio per me. 

 

D Nel 2016 hai vinto anche il Tour Music Fest nella categoria “rapper”, una bella soddisfazione…

 

R Si, mi sono divertito tanto, è stata una bella emozione suonare a Roma al Piper, un palco che non ha certo bisogno di presentazioni… 

Ringrazio Dr. Noise che mi ha accompagnato sul palco per tutta la durata del contest, è stata per entrambi una bella esperienza, indipendentemente dalla vittoria finale, ho avuto modo di conoscere un sacco di belle persone, addetti ai lavori e non; e pensare che all’inizio non volevo neanche partecipare…

 

D Progetti futuri? Cosa “bolle in pentola”?

 

R C’è veramente un sacco di roba pronta ad uscire, ma questa volta ci sono dei tempi e delle date da rispettare, di più non posso svelarti…

Intanto sono già usciti due brani, ‘(P)ericolo’ e ‘Fuori Dal Gregge’, che faranno parte di un nuovo progetto, ma il bello deve ancora arrivare… ed io non vedo l’ora!

 

D Quali sono i tuoi punti di riferimento, i tuoi mostri sacri, musicalmente parlando?

 

R Ce ne sono tanti, penso di prendere spunto, talvolta anche inconsapevolmente, da tutto quello che mi circonda o che comunque ha fatto parte della mia formazione artistica, cerco sempre di mantenermi aggiornato su qualsiasi cosa e di prendere ispirazione ovunque mi sia possibile. 

Se però ti devo dare un nome allora vado a botta sicura: Eminem.

Il motivo è semplicissimo, lui è il numero uno e lo sarà per sempre! E ogni volta lo dimostra.

Tra le altre cose quest’estate ho realizzato anch’io il sogno, insieme ad altre novantamila persone di vederlo dal vivo a Milano ed è stato epico. Bisogna tutti inchinarsi al Rap God.

 

D La musica rap ha sempre giocato molto sui testi, testi che spesso denunciavano situazioni di malessere, di rabbia giovanile, di disagio; oggi è cambiato qualcosa? Cosa pensi della nuova scuola?

 

R Oggi purtroppo quel tipo di attitudine che ha fatto avvicinare ragazzini come me all’Hip-Hop e alla musica Rap non esiste più; la società è cambiata, l’Italia è cambiata, tutto il mondo è cambiato…

Oggi viviamo in un’epoca assurda, dove si comunica con i social e dove non ci si guarda neanche più negli occhi, dove è diventato molto più conveniente mostrarsi per quello che non si è, piuttosto che per quello che siamo veramente.

Questo genere di musica ha sempre parlato dell’uomo e della sua vita all’interno della società, ed è proprio per questo che secondo me oggi ci sono molti meno contenuti rispetto a prima, non solo nel Rap eh, ma un po’ dappertutto… 

Quindi se è vero che la musica è lo specchio su cui si riflette il momento storico/culturale di cui facciamo parte, beh, allora non c’è da meravigliarsi di certo se l’80% di quello che sentiamo oggi non ci piace e ci sembra una m***a. 

Comunque se ti devo dire chi mi piace ti direi senz’altro il restante 20%.

 

D Sei un artista che ama molto anche stupire come quando inseristi nella confezione del tuo cd “Niente viene da sè” un lecca lecca (ciucciamello alla livornese): una trovata molto originale.

 

R Ahaha, a distanza di oramai quasi dieci anni, questa cosa del lecca-lecca ritorna sempre… si vede che è rimasta proprio impressa! 

A dir la verità non mi ricordo affatto come nacque questa idea imbecille, ma se ti dovessi rispondere in qualche modo, oggi ti direi che, siccome il disco faceva veramente schifo (e lo penso davvero eh), all’epoca puntai tutto sul ciucciamello all’amarena per accaparrarmi qualche acquirente, non che poi ci sia riuscito benissimo…

Oltretutto era anche a forma di cuore, quasi come a dimostrare tutto il mio amore e stima per chi aveva il coraggio di spendere quei 9,00 Euro in un oggetto assai discutibile.

 

D Oltre ad un ottimo artista sei anche un’ottima persona, in un mondo dove niente è scontato. Sei socio dell’associazione Onlus “SuiPassidiAle”per la quale in passato hai scritto la canzone “Ci Sarai”, dedicata purtroppo ad un bambino deceduto per una grave malattia. Una scelta che ti fa onore…

 

R Ti ringrazio di cuore! 

Saluto e mando un abbraccio fortissimo alla famiglia Cavallini: Giovanni, Rita, Andrea e Antonio. 

Andate tutti su www.suipassidiale.it  e guardate il film-documentario ‘Resilienza’, Alessandro deve essere un esempio per tutti!

 

D E’ sempre difficile voltarsi indietro, ma anche se sei giovanissimo, c’è stato un treno sul quale non sei salito e che ancora oggi ti penti di questo?

 

R Ci sono stati tanti treni, su alcuni sono salito e non è andata come pensavo, su altri invece non sono montato di proposito, però penso che siano più i treni che non sono passati e che forse sto ancora aspettando, o forse no… boh. 

Suona scontato, ma sicuramente se non avessi fatto tutto quello che ho fatto oggi non sarei qui, e magari la Mia Musica non sarebbe quella di cui adesso vado tanto fiero, e ti assicuro che ce n’è voluto per farmela piacere. 

 

D Chi è oggi Francesco Bolognesi, in arte Frabolo?

 

R Un ragazzo normale, come tanti, che ha sempre trovato nella musica l’unico modo per affrontare la vita di tutti i giorni e che ci è comune a tutti.

LUCA FULIGNI

D Luca Fuligni, cantante e chitarrista, un amore per la musica da sempre…

R E’ vero.. un amore iniziato fin da piccolo e sbocciato definitivamente quando per il mio undicesimo compleanno mia madre mi regalò una chitarra classica. Da lì è iniziato il mio percorso.

D Nel 2012 nascono i Double Dealers in coppia con il chitarrista e produttore Nicol Franza…un duo importante, ottimi musicisti.

R Una bellissima avventura che ci ha permesso di scrivere e registrare alcune idee originali che ci tenevamo “nel cassetto” da molto tempo. La soddisfazione più grande è stata portare i nostri brani dal vivo in strada in varie piazze italiane, ma anche in Svizzera e in Germania. Un modo semplice ed efficace per condividere la propria “arte” senza vincoli, con la massima libertà. Un confronto diretto con il pubblico. Meraviglioso.

D Il vostro sound è una miscela di sonorità nord europee ma con “spruzzate” di funk e rock tipico degli States… .

R In effetti le idee sono state maturate nel corso di vari anni, quindi hanno risentito delle influenze e degli ascolti che di volta in volta stavamo “vivendo”. Ne è uscito un mix di stili e atmosfere diverse… che sinceramente sentiamo nostro. Ne andiamo orgogliosi!

D E prima dei Double Dealers in che formazioni hai militato ?

R Prima dei Double Dealers ho militato in moltissime situazioni. Sono partito dal pop/rock per passare all’hard rock… poi funky, progressive, varie cover band.. e tantissime sessioni in studio come corista. Insomma… se escludiamo il liscio… credo di aver suonato e cantato veramente di tutto! Non ho mai visto la musica divisa in compartimenti stagni. Non saprei neanche dire qual’è il mio genere preferito… mi piacciono le cose belle … che mi danno emozioni. Amo la musica proprio per questo.

D Progetti futuri, cosa “bolle in pentola “?

R La pentola è sempre sul fuoco ovviamente… in questi ultimi mesi stiamo lavorando con Nicol Franza al secondo album dei Double Dealers. Abbiamo già steso buona parte del lavoro… poi via in studio! A fine agosto torneremo a suonare dal vivo i nuovi brani… quasi certamente a Milano e a Zurigo.. Li portiamo un po’ a spasso con noi prima di registrarli !

D Che rapporto hai con la scena musicale livornese, scena da sempre prodiga di talenti nostrani con centinaia di musicisti e gruppi che sono nati negli anni ?

R Conosco tantissimi musicisti e cantanti di grande talento. Abbiamo davvero un potenziale notevole nella nostra città.. Peccato forse che nel corso degli anni le possibilità di suonare live si stiano riducendo sempre di più… Molti locali storici che rappresentavano anche un punto d’incontro per tutti noi appassionati hanno chiuso purtroppo… E’ davvero un peccato.

D Se le mie informazioni sono esatte oltre che musicista sei anche un insegnante di musica. Un lavoro impegnativo ma penso ricco di soddisfazioni; come crescono i giovani musicisti livornesi?

R Un lavoro impegnativo che ti porta continuamente ad insegnare e ad imparare nello stesso tempo. Se lo si fa con passione le soddisfazioni non mancano… e ti ripagano di ogni sforzo.

D Luca, tutti noi nella vita abbiamo visto sfrecciare un treno dove potevamo salire e non l’abbiamo fatto…dove andava quel tuo treno ?

R Ho visto passare molti treni, e credo di averne lasciati scappare una buona parte… ma sono felice di averne preso uno. Ho lavorato per circa 10 anni in giro per la Toscana, ero nel settore bancario, avevo quello che si poteva definire un “posto sicuro” costruito con anni di studio e di sacrificio. Tuttavia nell’estate 2009 con l’amico e compagno di mille progetti musicali Denis Chimenti abbiamo avuto l’idea di creare una scuola di musica… All’inizio sembrò solo uno dei tanti sogni destinati a rimanere tali… ma evidentemente qualcosa scattò dentro di noi.. e di li a poco decidemmo di fare “il salto” e dedicarci al 100% al nostro progetto. Una delle scelte più difficili della mia vita… Ma oggi, a quasi 10 anni dalla nascita di Chorus, sono felice di averla fatta.

TERENCE HOLLER

  1. Terence, immagino cantante da sempre, come quei bambini che cantavano davanti allo specchio…

Beh, è stata in effetti, una cosa naturale ed istintiva… Nulla di programmato o forzato….

  1. E’ dal 1991 che sei il frontman degli Eldritch; siete uno dei gruppi più longevi in città…

Ufficialmente si, ma io e Eugene Simone, il mio socio e chitarrista, avevamo formato gli Zeus, che in realtà poi si trasformarono in Eldritch… Quindi diciamo che abbiamo iniziato il percorso nel 1989….

  1. Nel 1995 pubblicate il vostro primo lavoro, “Seeds of rage”. Nel 1997 esce “Headquake” e partecipate per la prima volta al Gods of Metal . Nel 1998 vede la luce “El nino”, seguito da “Reverse” e Portrait of the abyss within”. Girate in lungo e largo l’Italia e l’Europa : una carriera di tutto rispetto per una band dal suono importante formata da ottimi musicisti…raccontaci.

Siamo orgogliosi del nostro successo, seppur cult e di nicchia, ma una nicchia del mondo intero!! E sono comunque circa 800.000 dischi venduti in 27 anni di carriera. Abbiamo varcato anche l’oceano per ben 3 volte… Non è poco, siamo una band che viene da un piccolo paesello, lontani dal mondo musicale importante…. La cosa più importante è che non suoniamo un genere ben preciso, ma originale, tutto nostro….

  1. Ancora vari album e poi la grandissima chance di suonare al Progpower Usa, uno dei più importanti festival degli Stati Uniti. Una bella soddisfazione !

In realtà prima del ProgPower USA abbiamo suonato anni prima come headliners al Chicago Powerfest, Aprile 2006.. Il ProgPower USA di Atlanta del 2011 è stato pure importante e anche gli altri show tutti nostri nel 2013 di nuovo a Chicago e poi Houston…Insomma dai, non è una cosuccia da poco e ne siamo consapevoli…

  1. Difficile etichettare la vostra musica…prog, heavy metal o che altro?

Noi siamo un mix di heavy metal tecnico, con influenze progressive, thrash, hard rock e dark… Il nostro trademark è riconoscibile… Gli Eldritch sono Eldritch…

  1. Mica è facile cantare in una band del genere…bisogna avere una voce potente come la tua…quali sono le tue fonti di ispirazione, i tuoi “idoli” ?

Beh, grazie!! Ho studiato molto su come sviluppare la voce e soprattutto non sciupare le corde vocali… Le mie fonti di ispirazione poi sono davvero svariate… Ne citerei alcune, tipo : Billy Joel, Elton John, Bon Jovi, Bruce Springsteen , Chris Cornell, Ray alder e Mike Patton su tutti..

  1. Progetti futuri ? L’ennesimo cd ? Esibizioni dal vivo magari in città ?

Qualche show lo faremo, ma solo se prestigioso o ben remunerato!! Siamo tutti molto impegnati in altre cose di vita e non ci va di andare a suonare tanto per farlo…I dischi continueremo a farli, ma sempre senza alcun termine prestabilito… Quando avremo voglia lo faremo.. D’altronde è appena uscito l’undicesimo….

  1. A proposito di Livorno, città che ha visto nascere migliaia di gruppi “nostrani”, quale il vostro rapporto con la scena musicale livornese.

La scena metal e rock livornese è un po’ deboluccia a livello numerico ma di indubbio valore a livello qualitativo!! Siamo amici di tutti, non abbiamo problemi ma non ci riteniamo parte di una scena provinciale o regionale… Siamo una band che vende dischi in ogni angolo del pianeta, quindi siamo un po’ cittadini del mondo…anche se Livorno è nel nostro cuore..

  1. E’ molti anni che sei padrone del palco, ma hai un rimpianto, una occasione che avrebbe potuto dare una svolta alla tua vita che non hai sfruttato ?

Un paio di stronzate le abbiamo fatte a livello decisionale e non mi va di parlarne, soprattutto perché a quest’ora stare rispondendo all’intervista da uno yacht!!! Capisci perché??

  1. Chi è oggi Terence Holler ?

Sono un uomo, un imprenditore affermato (ristoratore), un artista affermato e soprattutto un padre, un padre single che ha cresciuto e sta crescendo il figlio da solo e ti assicuro che non è un lavoretto da poco…Sono un UOMO vero e un po’ all’antica, che sa anche prendersi in giro…

EDOARDO BORGHINI

D Edoardo Borghini…cantautore. Come nasce questa passione, questa voglia di proporre te stesso agli altri attraverso la musica e i tuoi testi?

R Fin da piccolo ho sempre sentito la necessità di “tirar fuori” delle cose mie, delle sensazioni e dei pensieri. Ma non sono mai stato bravo a farlo soltanto con le parole!

Ecco perchè lo faccio con le parole… ma in musica

D Il brit pop e i cantautori italiani sono la tua fonte di ispirazione ma mi risulta che il tuo cuore batta forte anche per il blues…

R L’influenza musicale da parte di mia madre è stata quella dei Beatles, dei Rolling Stones e dei vecchi cantautori italiani. Mia sorella, cresciuta negli anni ’80, mi ha introdotto poi nel mondo delle melodie pop e dei synth ( sonorità che ho ripreso successivamente nel mio album “Fumare per noia” ). Poi, quando ho iniziato a suonare la chitarra, ho scoperto le radici della musica, quella priva o quasi di arrangiamenti, ma ricca di sentimenti: il blues.

D Nel 2012 dai alle stampe il tuo primo omonimo EP, bissato nel 2014 dal tuo vero primo album “Fumare per noia “. Soddisfatto del risultato?

R L’EP del 2012 racchiude le mie prime composizioni, influenzate dagli amori adolescenziali ( tutti quanti finiti male 🙂 )

L’EP è stato autoprodotto ed è per lo più totalmente acustico.

Successivamente, nel 2014, è uscito il mio primo album ufficiale dal titolo “Fumare per noia” nel quale ho voluto allargare i miei orizzonti dalla sfera personale a quella un po’ più comunitaria, con anche, in chiave ironica, alcune critiche alla società.

Nel disco sono presenti molte parti elettroniche insieme a strumenti tradizionali ( per esempio, loop elettronici percussivi, fisarmonica e contrabbasso nello stesso brano ). Il disco è stato prodotto da Marco Baracchino ed è uscito per Vinile-Myrope ( etichetta indipendente di Livorno che ha da poco cambiato il nome in “Vinile Produzioni Musicali” ).

D Il tuo pezzo forte comunque sono i testi, semplici, immediati eppure profondi e riflessivi…

R Se lo dici tu, ci credo

A parte gli scherzi, lascio agli altri giudicare…

Posso soltanto dirti che nei nuovi brani che sto scrivendo, i testi non sono poi così semplici ed immediati come quelli del passato…

D “Fumare per noia” è stato prodotto da Marco Baracchino e uscito per l’etichetta indipendente Vinile-Myrope, della quale fa parte anche il regista Francesco Nuti…una bella soddisfazione…

R Sì, sicuramente. Tra l’altro ho avuto il piacere di conoscere sia Francesco, che il fratello Giovanni: due persone eccezionali.

D E dopo “Fumare per noia” ?

R Dopo “Fumare per noia”, si scrive, si scrive, si scrive…

D Livorno è sempre stata madre di migliaia di gruppi ma pochi cantautori (escluso il grande Ciampi e pochi altri); come ti rapporti con la realtà cittadina, con la sua scena musicale?

R Senza dubbio, Livorno è da sempre una fucina di altissime personalità artistiche.

Spesso però queste personalità si accontentano di essere “famose” in patria, per cui non cercano di allargare gli orizzonti oltre Livorno.

Uno dei motivi per cui mi esibisco poco in città, nonostante ci siano luoghi molto suggestivi per farlo, è perchè mi stimola molto di più far ascoltare la mia musica in giro per l’Italia.

D Mai pensato di formare una band?

R Ne ho avute alcune anni fa ma, quando mi sono accorto che ero soltanto io a “tirare la carretta”, ho deciso di mettermi in proprio

D Domanda di rito…hai un rimpianto che non ti fa dormire la notte, una occasione perduta?

R Sì: non aver visto Lucio Battisti dal vivo

D Chi è oggi Edoardo Borghini ?

R Una persona che ha qualcosa da dire: più o meno interessante, più o meno serio.

Più o meno, la persona di sempre.