ENRICO LUCARELLI

D Enrico Lucarelli, pianista fin dalla tenera età…

R Si proprio così…pensa la mia prima esibizione risale al Capodanno 1973 in quel di Nibbiaia..avevo 14 anni

D Hai fatto studi classici ?

R Per 2 anni ho frequentato l’Istituto Mascagni ma non ero tipo da Mascagni…il solfeggio…roba noiosa; allora iniziai a prendere lezioni private prima da Pietro Napoli e poi da Neno Vinciguerra.

D Hai militato in qualche gruppo ?

R Dopo la grande esibizione a Nibbiaia nel 1982 entrai nei Tube Screamer dei fratelli Brilli dove facevamo cover dei Police. Ci esibimmo tra l’altro anche al Palazzetto dello Sport.

Nel periodo 1985/1986 feci musica stile piano bar…mi piaceva far ballare la gente.

Poi la vita mi ha portato fuori Italia per un bel po’ e solo nel 1995, una volta rientrato, ho partecipato alla nascita di un progetto jazz, Blue Cheaper che dura fino ad oggi. Devo dire che è un gruppo molto “aperto” con musicisti che entrano e escono in più occasioni.

Nel frattempo, parallelamente, dal 2012 al 2016 suono il piano nel Trio Arraballero, gruppo formato dal sottoscritto e da due argentini veri che suonano contrabbasso e bandoneon fisarmonica.

D Poi per non farsi mancare niente so anche che altra musica ti ha visto protagonista.

R Con il maestro Carlo Cavallini alla batteria e altri musicisti sono tornato al jazz delle origini con la Lazy Blue Band mentre spesso accompagno nei Loudmouths la splendida voce di Massimo Balducci , in un duo piano/voce, che si cimenta nelle canzoni di Frank Sinatra.

D Manca qualcosa…

R Hai ragione…dal 2014 al 2018 ho accompagnato il comico Giovanni Bondi nei suoi spettacoli spesso con il piano ma anche con la chitarra e nel 2017 ho fatto parte del gruppo rock’n’roll APA .

D Quali sono in tuoi pianisti preferiti ?

R Non posso che nominare Bill Evans e Oscar Peterson.

D Hai suonato jazz, rock’n’roll, Sinatra, musiche argentine…ma quale è il genere che senti più tuo ?

R Sinceramente ascolto tutta la musica…è molto più facile per me rovesciare la domanda e dirti quale genere musicale non amo: la musica italiana. Se mi chiedi quale genere prediligo nel suonare ti rispondo jazz.

D So che non ti limiti a suonare ma insegni anche…

R Vero…ho cominciato da 4/5 anni e insegnare da molte soddisfazioni anche se è sempre difficile trovare studenti veramente motivati: pensa, la maggioranza dei miei studenti sono over 60. I giovani non hanno pazienza, oggi fanno musica con il computer, vogliono subito fare un disco… comunque visto che anche te sei over 60, se hai bisogno di lezioni di pianoforte mi trovi da Music City.

D Come giudichi la scena musicale livornese ?

R Non sono mai stato “dentro”…ho un carattere musicale difficile…posso solo dire che c’è un appiattimento culturale spaventoso anche se è una città nella quale si vive bene…fatto sta che nessuno vuole andare via da Livorno.

D Enrico, tutti noi abbiamo un rimorso che ci fa star male…

R Io avrei voluto studiare di più. Da adolescente, perchè è in quel periodo che ti formi e apprendi come una spugna, avrei dovuto focalizzare di più lo strumento. In quel periodo della vita se ti “spendi” bene aumenti il tuo potenziale, altrimenti…

D Chi è oggi Enrico Lucarelli ?

R Un sessantenne sempre innamorato della musica che ringrazierò sempre per avermi mantenuto in vita attraverso le difficoltà della vita.

Non c’entra nulla con la musica ma ho un gatto che adoro e si chiama Nestore.

TERESA ROTONDO

D Teresa Rotondo, cantante da sempre…

R Si, canto da che ho memoria ; quando avevo 3 anni, mi ha raccontato mia mamma, che ha dovuto nascondere la cassetta di Whitney Houston perchè non volevo sentire altro che quella quando salivo in macchina! Poi a 14 anni ho cominciato ad andare a lezione di canto per gioco, fino a quando non ho realizzato che era quello che volevo fare “da grande”.

D Hai una voce calda e profonda che si adatta perfettamente ad ogni genere musicale…hai fatto studi particolari o è tutto merito di madre natura ?

R Certo devo dire che la natura è stata buona con me, come tutte le cose però vanno studiate, approfondite, educate e cosi ho fatto negli anni, quando la consapevolezza di quello che volevo fare con la musica è arrivata, ho iniziato a studiare e proprio quest’anno mi sono diplomata al Trinity Collage University of Bedfordshire in Inghilterra come performer. Quello che sono oggi lo devo anche ai maestri che ho incontrato nella mia vita, soprattutto quelli che mi hanno accompagnato in questo ultimo percorso.

D Ultimamente sei la vocal di AMY Inconsapevole Diva, band che rinnova il ricordo di Amy Winehouse…come nasce questo gruppo e il tuo amore per Amy ?

R Il mio amore per Amy nasce dal momento che l’ho scoperta ed è stato un amore al primo ascolto! Era una fase importante della mia vita dove ho fatto tante scelte e lei è stata la mia colonna sonora, mi ha colpito in particolare la schiettezza e la sincerità di come Amy canta e racconta le sue canzoni, che sono vita vissuta: è un modo di essere che a me si avvicina molto. Il progetto, invece , nasce da un idea mia e di Moreno Vivaldi, amico, artista livornese con cui ho collaborato in diverse occasioni, ma questo spettacolo è quello che ci ha unito di più umanamente e artisticamente. È partito tutto quasi per gioco e ci siamo ritrovati su grandi palchi, dal progetto acustico fino ad essere oggi in otto sul palco! È stata una evoluzione in corsa che abbiamo curato come un figlio. Si sono aggiunte quindi diverse figure professionali come Emanuele Gamba, il regista che ha curato tutto nel minimo dettaglio e poi Alessia Cespuglio, che ha scritto la parte recitata, (si, perchè signori e signore con grande coraggio mi sono cimentata nel recitare un monologo!), Raffaele Commone, che si è occupato della grafica e Pietro Contorno, importante nel coordinare il tutto. Ma senza il resto della band tutto questo non sarebbe stato possibile e qui che ve li presento: Moreno Vivaldi alla batteria, Samuele Pirone al basso, Alex Bimbi alle tastiere che ha anche curato la parte musicale, Giovanni Giustiniano alla chitarra, Stefano Contesini alla tromba, Francesco Palazzolo al sax e Armando Polito ai cori. Insieme abbiamo fatto un bel lavoro di squadra anche grazie ai tecnici che ci hanno supportato (e sopportato) Lorenzo Sola, Nicholas Giovannoni, Simone Rotondo e Andrea Moretti. Questo progetto è un omaggio a Amy Winehouse e io l’ho inteso fin dall’inizio come tale, cioè fare le sue canzoni a modo nostro. Quindi non mi vedrete imitare in nessun modo l’artista perchè come lei c’è solo lei! È semplicemente un modo per ringraziarla per quello che ci ha lasciato artisticamente, davvero col cuore.

D E prima di questo in quali gruppi hai militato e quali musicisti ti hanno accompagnato?

R Ho avuto il piacere di collaborare con molti musicisti livornesi e non in diversi progetti. Attualmente ho attivo un duo chitarra e voce con Alessandro Sebastiani, chitarrista lucchese, dove proponiamo pezzi pop, soul e jazz in chiave acustica, anche un quintetto che segue lo stesso genere di musica arrangiata con tastiera basso batteria, chitarra sax e voce. In passato ho avuto il piacere di collaborare allo spettacolo natalizio di Giorgio Panariello che ci ha visto cantare insieme il suo pezzo di Natale, invece ultimamente sono stata corista di Nic Cester, cantante dei Jet, esperienza unica.

D Da giovanissima hai avuto il grande privilegio di cantare al Cavern di Liverpool , tempio della musica dove hanno iniziato i Beatles, con i Semolina Pilchard…che ti è rimasto di quella esperienza ?

R Si, avevo 19 anni all’epoca… ricordo di essermi divertita un sacco per la “Beatles week”, Liverpool diventa magica un’ esperienza che rifarei. È stata la mia prima trasferta da musicista all’ estero, musicista in erba un pò incosciente! Oggi mi rendo conto meglio di quello che ho vissuto in quella occasione.

D Teresa quali sono le tue cantanti di riferimento, quelle che ti affascinano e sempre ti hanno affascinato ?

R Bè, il mio primo amore è stata Whitney Houston da quando ero molto piccola e nello stesso periodo anche Celine Dion, Mariah Carey e Giorgia poi crescendo si sono aggiunti cantanti come Beyonce, Stivie Wonder, Etta James, Carmen McRae, Billie Holiday.. E ovviamente Amy Winehouse.

D Progetti futuri, qualche concerto magari in città, dove è possibile a breve ascoltarti ?

R La prossima data è a Milano il 24 gennaio al teatro dal Verme con il progetto “Amy Inconsapevole diva”, e poi varie date in Toscana anche con il quintetto e col duo, per restare aggiornati e vi fa piacere potete seguire la mia pagina Facebook e Instagram .

D Hai cantato a Livorno e in Italia, hai portato la tua voce anche all’estero, il tuo essere donna, in un mondo prettamente maschile, salvo meravigliose e stupende eccezioni, ti ha mai ostacolato o avvantaggiato ?

R No, sinceramente non mi ha mai ostacolato per fortuna, spero che nel 2020 certi concetti siano superati anche se è vero che a volte non è così. Sono stata anche all’estero come New York al festival della musica italiana, a Riga e in Ucraina e non è successo.

D Ognuno di noi ha un rimpianto che non lo fa dormire la notte…musicalmente parlando, quale è il tuo più grosso rimpianto, la tua occasione che non hai sfruttato che avrebbe potuto cambiare la tua carriera ?

R Nessuno. Mi sono sempre comportata onestamente nei confronti di quelli che sono i miei principi nella musica ed ho sempre agito coerentemente a quello che pensavo.

D Chi è oggi Teresa Rotondo ?

R Oggi Teresa è una musicista, una cantante, un’ insegnante di canto. Anche se può sembrare banale sono quello che volevo essere tanto tempo fa: una cantante, vivere di musica. Ho lottato tanto per arrivarci, tanti sacrifici ma alla fine ci sono riuscita, questo grazie anche alle persone che ho incontrato e che mi stanno vicino. La strada è ancora tanta ma sono felice di percorrerla.

ELEONORA VECCHIO

D Eleonora Vecchio, cantante dai primi vagiti immagino…

R Assolutamente! Fin da piccola mi chiudevo in camera e,

usando il telecomando dello stereo come “microfono” mi

divertivo a cantare sulla voce delle cantanti…

A differenza dei miei coetanei che cantavano le canzoni dello

Zecchino d’Oro, io imparavo a memoria quelle di Sanremo, al

massimo mi concedevo le canzoni più belle dei film Disney.

D Hai una voce calda, potente, una voce che ammalia e

strega…hai fatto studi particolari ?

R I miei studi sono stati principalmente tecnici: ho ricevuto

un grande dono, un dono che ho saputo utilizzare da sempre: il

mio problema era che non avevo consapevolezza di quello che

facevo. Fondamentalmente se mi avessero chiesto “fai questa nota

in questo modo” non sapevo come muovermi. Lo studio ha

portato la consapevolezza del mio strumento: sapere come

funziona, quante variabili possono influire su di esso e come

poterlo utilizzare anche se non si è in perfetta forma. con la mia

voce già da qualche anno ormai mi diverto, ci gioco, sperimento,

la metto alla prova…

D Fai parte del gruppo Eleonora Vecchio Band, la tua voce al

servizio di ottimi musicisti…un connubio vincente…

R Circa 3 anni fa ho sentito la forte necessità di fare grossi

cambiamenti, di assecondare l’esigenza di esprimermi con la mia

voce nella musica che piaceva a me, compresa quella che

scrivevo. In questa fase di cambiamenti ho conosciuto Marco

Susini, il mio tastierista. Con lui abbiamo cominciato a mettere a

fuoco il nuovo percorso, la nuova direzione che potevamo

prendere. Qualche mese prima avevo conosciuto Alessandro Brilli

ad un evento di beneficenza organizzato dall’Associazione

Autismo Livorno. E da subito è scattata una sintonia umana che ha

lasciato il segno su entrambi. Fabio Di Tanno, il bassista, è amico

e collega storico di Marco, hanno lavorato insieme nei più svariati

progetti. Con Fabrizio Brilli è stato “amore musicale” da subito,

conosciuto grazie al fratello Alessandro. Insomma, una serie di

meccanismi che si sono attivati in automatico e

consequenzialmente.

D Prima del tuo attuale gruppo…Haven Soul Beat, Me’s

Acoustic Trio, Acid Queen, Jubilation Gospel, mi sono scordato

qualcosa ?

R In più di 16 anni di musica sono veramente tante le

formazioni in cui ho cantato. Ho sperimentato di tutto, dal rock al

fusion, R’n’B, funky, melodico. A 20 anni ho cantato anche il

liscio!

Attualmente il progetto Acid Queen è ancora in piena attività, anzi

ne approfitto per segnalare un evento importante che avremo il 31

Gennaio al teatro di Massarosa, i dettagli li troverete presto

pubblicizzati tramite i social e non solo.

Il Jubilation Gospel Choir è un amore costante: sono entrata nel

coro, diretto da Luca Del Tongo, nell’ottobre 2008. In questi 11

anni abbiamo girato l’Italia, presenziato in numerosi festival del

genere e cantato su palchi bellissimi. Il coro è un mondo

differente, la tua voce si mescola insieme alle altre e diventi parte

di un’armonia che ti trascina.

Ma il mio percorso artistico non è fatto solo di concerti, ma anche

di teatro: altra grande passione, che ho potuto unire al canto con il

musical.

Ho prestato la voce a numerosi Dj in tutta Italia, con il nome

d’arte di EleNoire: probabilmente, chi leggerà questa intervista e

ogni tanto va in discoteca, avrà ballato almeno una volta con la

mia voce.

D Sei perfettamente a tuo agio con gruppi che affrontano

sonorità diverse, ma quale è il tuo genere preferito ?

R Il mio sentirmi a mio agio con sonorità differenti

probabilmente rispecchia il mio essere: non ho un genere preferito

in assoluto. Ascolto tutto, anche se non canto tutto. Vado a

periodi, per anni ho ascoltato solo musica soul, adesso per

esempio sto rispolverando la musica italiana degli anni 70 e 80. In

adolescenza ascoltavo i Greenday un pomeriggio e Giorgia il

pomeriggio dopo. Posso forse definire la musica soul come genere

preponderante, ha fatto comunque da colonna sonora della mia

vita con le sue sfumature.

D C’è una artista o più di una che hanno influenzato il tuo

modo di cantare e che magari “imitavi davanti allo specchio” fin

da bambina ?

R Da bambina andavo esclusivamente per emulazione.

Quando ancora non conoscevo l’inglese ascoltavo solo musica

italiana: Mina, Battisti, Baglioni, Giorgia, Laura Pausini,

Cocciante, Pavone, Vanoni. Poi un pomeriggio, mentre facevo i

compiti (sì, facevo i compiti sempre con la radio accesa) la mia

solita Radio Italia non prendeva, per cui girando nelle varie

stazioni ho incontrato lei, Aretha Franklin. Mi ricordo di essermi

fermata con la bocca semiaperta, immobile con la matita in mano,

non riuscivo a capire come potesse fare quelle cose con la voce.

Da lì è scattato qualcosa: io non capivo cosa stesse cantando, non

potevo comprenderne il significato, ma un brivido mi ha tenuto

sulle spine fino alla fine della canzone. E niente, da lì il mio

mondo ha cambiato forma.

D Il mondo della musica, specialmente l’universo rock, è un

mondo spiccatamente maschile, ma molte donne, con la loro

tenacia e bravura si sono aperte varchi giganteschi entrando di

fatto nell’Olimpo musicale…penso a Grace Slick, Janis Joplin e

molte altre…c’è ancora comunque molto da fare ?

R Beh, penso che l’argomento sia molto ampio, forse una sola

domanda non mi basterà. Ma cercherò di spiegare il mio pensiero

in maniera più breve possibile. Secondo me la distinzione tra

maschile e femminile, specialmente nel mondo della musica,

conta poco, forse nulla. È vero, siamo circondati da stereotipi e

preconcetti, ma dove non ci sono? Io semplicemente non ci penso:

penso più a cosa voglio dire, cosa vorrei trasmettere con la mia

voce e come lo voglio trasmettere. E lo faccio, punto.

Probabilmente parlo sulla base della mia esperienza: non mi sono

mai dovuta “scontrare” con differenze di sesso, almeno fino ad ora

(mai dire mai). Ma non penso che sia la differenza di sesso a

discriminare la possibilità o meno di esprimersi in un genere:

penso sia più il preconcetto a limitare. E se il preconcetto lo

applichiamo a noi stessi e ci autolimitiamo, allora il lavoro da

fare, per tornare alla tua domanda, è quello di abbattere questi

muri in primis con noi stessi.

D Progetti futuri? Concerti a breve magari in città ?

R Sto continuando a scrivere le mie canzoni, in attesa di un

2020 che speriamo porti tante belle novità. Per ciò che riguarda i

concerti sì, ci sono concerti in vista, sia con la EV Band, che con

il Jubilation Gospel Choir che con gli Acid Queen. Magari per i

dettagli venite a trovarmi sulla pagina Facebook, li cerco di tenere

sempre tutto aggiornato.

D Che mi dici dell’Amadeus Scuola di Musica ?

R È la scuola dove insegno: nata nel 1995, è la prima scuola

di musica Associata AIGAM ed è l’unica associazione autorizzata

dal Prof. Edwin E. Gordon per l’Insegnamento della Music

Learning Theory in Italia. Io sono l’unica insegnante, all’interno

della sede di Livorno, ad occuparmi del corso di canto moderno.

Ho ricevuto enorme fiducia e stima da parte dei Direttori Elena

Papini e Simone Pilloni fin da subito ed è cominciata questa

splendida collaborazione che sta portando grandi soddisfazioni.

D Tutti noi abbiamo un rimpianto…ci siamo lasciati sfuggire

quel fatidico treno che aspettava solo che noi salissimo…dove

andava il tuo ?

R Non so dove andasse, ma non lo rimpiango. Con la

consapevolezza di oggi posso dirti, con estrema sincerità e

serenità, che se non l’ho preso probabilmente non ero pronta per

prenderlo. Nella vita ci muoviamo con i mezzi o, per rimanere in

ambito musical, con gli strumenti che abbiamo, sia fisici che

mentali che emotivi. Probabilmente, se mai sia passato quel treno,

non potevo ancora avere il biglietto.

D Chi è oggi Eleonora Vecchio ?

R Oggi sono un sacco di cose: una donna, una compagna,

una bambina, una cantante, un’insegnante, un’impiegata, una

studentessa..ma soprattutto una persona che sta imparando ad

accettare un sacco di cose, da quelle belle a quelle brutte, una

persona che non vede l’ora di svegliarsi la mattina per sapere cosa

la vita le propone, ma che dorme anche 10 ore di fila quando può;

una persona che non si prende mai troppo sul serio che ma cerca

di non prendersi in giro…se ci riesco sempre non lo so, ma di

sicuro ci provo!

CRISTIANO CERRETINI

D Cristiano Cerretini, batterista…quando hai capito che il rullante era il tuo strumento ?

R Non in tenera età ma circa a 16 anni: ho iniziato a studiare rock e blues per poi orientarmi definitivamente verso il punk.

D Ricordi il tuo primo gruppo ?

R Certo…era il 1991 e con un gruppo di amici formammo i Pura Lana Vergine. Il nostro sound si rifaceva naturalmente al punk ma era più un punk melodico che arrabbiato

D E poi ?

R Due anni dopo il batterista dei Negative Pole lasciò il gruppo e mi fu offerto di sostituirlo; accettai di buon grado essendo l’esperienza con i Pura Lana Vergine giunta al termine. Qui il sound si fa più sporco, facevamo del vero punk rock.

D Era facile a quei tempi proporre quel genere musicale, viste anche i fatti accaduti anni prima alla Casa della Cultura ?

R Non era facile per niente, i locali non volevano gruppi che facessero punk. Il primo che ci dette la possibilità di suonare fu il Centro Sociale Godzilla che in pratica diventò il nostro rifugio. Certo non eravamo degli “stinchi di santi”: pensa che al raduno Anarumba buttammo letteralmente giù uno striscione dell’ARCI perchè ci rifiutavamo di suonare dietro qualsiasi etichetta politica.

D Nel tempo, con la “maturità” i tuoi gusti sono cambiati ?

R Ascolto qualsiasi genere musicale ma nel cuore è rimasto quel punk rock della gioventù

D Quali i batteristi che più ti hanno fatto “battere il cuore”?

R Colin Sears dei Fugazi e Chris Coleman anche se sopra tutti metto Charlie Watts dei Rolling Stones…l’essenza della musica dalla tecnica sopraffina. Charlie suona una batteria nobile…sta dietro, al buio, in fondo ma detta i tempi di tutta la band…grande, grandissimo !

D A proposito di Charlie Watts…ha sempre detto che il “suo culo” di riferimento è quello di Mick Jagger perchè da più di 50 anni se lo vede dimenare davanti sul palco…quale è il tuo culo ?

R Quello di Simone Soldani, il cantante dei Negative Pole. Pensa che le chitarre facevano un discreto casino con il loro suono “forte” e io spesso nel suonare seguivo la sua voce.

D Segui sempre la scena musicale livornese ? Che ne pensi ?

R A Livorno, da sempre,ci sono tante band e tante idee ma non abbiamo mai avuto produttori e finanziatori coraggiosi che abbiano investito per far emergere i musicisti indigeni…bastava anche una piccola etichetta…

D Cristiano, un rimorso, un rimpianto che ancora oggi ti “fa male” ?

R Con i Negative Pole incidemmo un disco che ci costò circa 10 milioni del tempo (1998); il disco era pronto, stampato, non aspettava altro di essere distribuito nei negozi…ma il gruppo si sciolse proprio in quel momento: il bassista per motivi personali non se la sentiva più di continuare. Era assurdo far uscire un disco che non potevamo promuovere con un tour…peccato.

D Chi è oggi Cristiano Cerretini ?

R Un batterista che da tempo ha attaccato le bacchette al chiodo ma che è rimasto comunque legato alla musica anche grazie al lavoro di Fonico presso il Teatro Goldoni