ROLANDO SOMIGLI

D Rolando è vero che ti sei scoperto cantante non in giovanissima età ?

R Giovanissima ? Direi in tarda età : tutto iniziò nel 1989 al Palazzetto dello Sport di Livorno. Si svolgeva uno spettacolo in onore ai diversamente abili e il gruppo che era stato invitato aveva un cantante bravo ma che non “reggeva” lo stare sul palco per molto tempo. Fui invitato a provare per loro, per dare un po’ di riposo tra una canzone e l’altra al loro cantante…risultato : inizia a far parte stabile del gruppo.

D Come si chiamava quel gruppo e cosa altro…

R Il gruppo si chiamava Glass Tongues, Lingue di Vetro e non eravamo niente male tanto che ci chiamarono al famoso Festival di Castellina.

D E dopo ?

R Dopo c’è stata L’Estrema Unzione ! No, tranquillo, non morì nessuno: era il gruppo, meglio il trio che si formò con il sottoscritto, Rolando e Fabio. Eravamo “oscuri”, facevamo pezzi dei Pixies e dei Joy Division. Era il 1992/1993.

D E poi, finalmente i Furminanti.

R Si, il gruppo “definitivo”. Correva l’anno 1994 e Angelo Amendolia dette vita a questo gruppo che tutt’oggi fa parlare di sé. Ricordo con nostalgia il nostro debutto al Parco del Calambrone con l’amico Sergio Manolesta Lenzi che aveva confezionato un lenzuolo con il nome del gruppo…bellissimi tempi. Tengo a ricordare anche l’enorme lavoro di Pilato Stefano, un po’ il coreografo del gruppo, il suo apporto fu determinante.

D Quale è il segreto ti tanta longevità…molti gruppi si sciolgono come neve al sole, invece i Furminanti…

R Prima di tutto l’amicizia e poi il divertimento che proviamo ogni volta che saliamo sul palco insieme. Non posso però non menzionare, a monte di tutta questa durata nel tempo, l’enorme lavoro che Claudio Bartoli o “Bartali” come lo chiamo io fa: è lui il motore vero di questo gruppo. Claudio assembla il tutto: cerca date, luoghi, organizza concerti e tutto il resto.

D Inutile nascondere che siete ormai una istituzione in città.

R Vero…siamo diventati l’Orchestra Casadei di noiartri.

D Non hai mai suonato uno strumento ?

R Non ci sono mai riuscito. Anni fa dissi a Bobo Rondelli : “Mi insegni a suonare la chitarra ?”

Andai un paio di volte in Via Roma poi basta. Mi è mancata la costanza.

D Nei vostri spettacoli suonate un po’ di tutto…te ti ritrovi a cantare tutti i generi…da Lou Reed a Battisti…ma quale è il tuo genere preferito?

R Canto di tutto per esigenze di spettacolo…fosse per me faremmo pezzi di Lou Reed, David Bowie, Fabrizio De Andrè e Giorgio Gaber.

D Livorno e la musica: qualche capello argentato ce l’hai, di musicisti ne hai conosciuti a centinaia, alcuni improponibili, ma altri bravi e alcuni bravissimi…come mai non siamo mai riusciti a proporsi come città leader ?

R E’ un affare tecnico, mancano infrastrutture adeguate, mancano luoghi di aggregazione e gestori di locali illuminati…difficile farsi largo a Livorno.

D Rolando un rimpianto, musicalmente parlando ?

R Quello di non aver mai studiato musica in modo da riuscire a comporre .

D Chi è oggi Rolando Somigli ?

R E’ un “uomo grande” che vive divertendosi quando canta…con pensieri profondi.

D Ultimissima domanda: sei conosciuto da tutti come “Conte”…da dove nasce questo soprannome ?

R Viene da molto lontano, da ragazzino. Martorizzavo mia mamma perchè mi stirasse le camicie alla perfezione e lei mi diceva sempre : “Alla grazia del Conte…”

Poi ci mise del suo anche Bobo che mi diceva sempre che il soprannome Conte mi calzava a pennello in quanto somigliavo al Conte di Alan Ford, il famoso fumetto di Magnus & Bunker…

BARBARA PITTI

D Barbara Pitti cantante fin da bambina immagino…

R Si immagini giusto. In effetti già fin da bambina il mio sogno era quello di cantare. Mentre le altre bambine giocavano con le Barbie io mi esibivo con il mio pianoforte e microfono giocattolo in casa per tutta la famiglia e per le bambole. Forse perché a casa mia si respirava aria di musica, mia madre era una cantate e cercavo forse di imitarla in quale modo.

D Attualmente sei la frontline della band Da Vinci Street…come nasce questo gruppo ?

R Il gruppo nasce circa 3 anni fa. Ma la formazione corrente nasce in effetti nell’ottobre 2018. Abbiamo riproposto dal vivo, cercando di rispettare i suoni originali, alcuni dei più grandi brani dance/pop degli anni 80/90/2000. La particolarità del progetto è sicuramente l’inserimento, negli arrangiamenti, della chitarra che ha regalato a tutto il sound un sapore decisamente più rock.

D Prima di far parte dei Da Vinci Street in quali gruppi hai militato?

R Come ti dicevo mi sono trasferita a Livorno da 7 anni circa. Prima dei Da Vinci Street ho collaborato con la fantastica Crazy Band. Un gruppo veramente forte che ripropone tutt’oggi, da ormai 20 anni, dance/funky 70/80. E’ stato veramente molto divertente collaborare con loro, mi hanno dato tanto e sono delle persone fantastiche.

Prima del mio trasferimento lavoravo con diverse tribute/cover band a Milano ma tanto del mio tempo l’ho passato in studio di registrazione, per l’etichetta SAAR, come turnista.

Ho prestato la voce per numerose compilation pop-dance con diversi pseudonimi.

D Ti ho visto duettare anche con Daniele Ristori e con Riccardo Vernaccini….

R Certo, due grandissimi artisti.

Con Daniele, ci siamo conosciuti meglio anche tramite la Crazy Band e abbiamo continuato a collaborare. All’attuale siamo un duo nello stile Montecarlo Night dove tutti i brani vengono riarrangiati in una chiave completamente diversa. Lavoriamo insieme anche all’interno del team “Il caffè degli Artisti” di Pontedera.

Per quanto riguarda il duo acustico con il maestro Riccardo Vernaccini (grandissimo chitarrista), abbiamo riproposto brani di diverso genere, creando un vero e proprio viaggio musicale che va dal rock alla dance al pop in chiave acustica. I brani sono tutti uniti tra loro in piacevoli e originalissimi mah-up e arrangiati in modo unico.

D Hai una bellissima voce, potente, grintosa che affronta svariati generi, ma quale è il tuo genere preferito ?

R Ti ringrazio Massimo, in realtà non ho un genere preferito, la bella musica è bella a qualsiasi genere essa appartenga. Da anni ormai canto prevalentemente dance per cui ormai mi definisco una cantante Pop/Dance (con qualche leggera influenza Soul che, a mio gusto, non guasta mai).

D Barbara quali sono le tue cantanti di riferimento, quelle che imitavi fin da bambina davanti allo specchio ‘

R Da bambina cercavo in tutti i modi di imitare Whitney Houston (o almeno ci provavo).

Quando la sentivo cantare rimanevo sempre estasiata dalla sua bravura e dalla naturalezza con cui eseguiva certi brani impegnativi.

Altro personaggio, completamente diverso per genere e musicalità, che attirava molto la mia attenzione era Madonna. Carismatica e sfrontata… anch’essa unica nel suo genere. Di lei, come per tutte le ragazze della mia età, mi aveva colpito molto il personaggio sopra le righe.

Da grande sognavo di essere un mix di entrambe

D Il mondo del rock è un mondo prevalentemente maschile, inutile negarlo, eppure ci sono state e ci sono dee del rock che hanno lasciato un segno indelebile nel panorama musicale mondiale, ad esempio Janis Joplin, Grace Slick, Joni Mitchel, Patti Smith e molte altre…che ne pensi a riguardo ?

R Sicuramente un mondo prevalentemente maschile ma forse inizialmente. Grazie alle Dee che hai citato, che io definirei “pioniere” del rock al femminile, oggi ci sono diverse artiste che primeggiano in tale genere. Non è più un territorio prettamente maschile e ne abbiamo la conferma ogni giorno.

D Livorno città della musica: centinaia e centinaia di musicisti, centinaia e centinaia di gruppi, pensi che si faccia abbastanza o manca ancora qualcosa…

R Se proprio devo essere sincera, ma questo è un mio parere, servirebbero più manifestazioni, aperte all’idea di far esibire nuovi gruppi/artisti a rotazione. Forse siamo un po’ chiusi nel solito circolo dei personaggi/volti già conosciuti. Diversi locali preferiscono, anche se posso capire, i gruppi che garantisco un numero di seguito e non danno magari la possibilità ad altri artisti di poter proporre progetti nuovi. Non parlo di tutti i locali (per fortuna)… ma diversi si, siamo arrivati al punto che la domanda non è che musica fate ma quante persone portate?

Appunto perchè i musicisti e i gruppi a Livorno sono tanti sarebbe bello poter dare la possibilità di esibirsi a tutti coloro che lo meritano.

D Tutti noi abbiamo un rimpianto che non ci fa dormire la notte, tutti noi non siamo saliti su un treno che avrebbe potuto cambiare la nostra vita…musicalmente parlando, dove andava quel tuo treno ?

R Personalmente non mi sento di avere grandi rimpianti da non farmi dormire la notte. Forse avrei solo dovuto azzardare di più nella mia vita di musicista o semplicemente essere un po’ più furba e/o scendere a qualche compromesso. Ma è il mio carattere e quindi probabilmente anche se tornassi indietro farei la stessa cosa.

D Chi è oggi Barbara Pitti ?

R Bellissima domanda.

Tutto sommato credo che Barbara Pitti oggi sia proprio quella che voleva essere.

Certo non sono diventata la grande PopStar che sognavo da ragazzina… però sono diventata la donna che volevo e forse questo è più importante. Vorrei solo avere più tempo per seguire la mia strada di cantante/musicista, ma sto lavorando duro per quello… e sto lavorando a nuovi progetti.

Chissà dove mi porteranno.

ALESSANDRO CHELI

D Alessandro Cheli, chitarrista cantautore, hai fatto studi classici o sei autodidatta ?

R Ho studiato musica e fisarmonica da adolescente , poi un giorno andai in un negozio di musica a Firenze e scambiai la fisarmonica con la chitarra , non feci un grande affare e mio padre si arrabbiò molto , ma il mio fu un atto di ribellione che , si sa , non comportano mai grandi “guadagni”. Autodidatta totale sulla chitarra.

D Sei conosciuto nell’ambito musicale come Cittàsenzamacchine e questa filosofia devo dire che mi calza a pennello: io infatti odio le macchine, e addirittura penso che la scoperta del motore a scoppio abbia coinciso con la degenerazione dell’umanità…te trasporti questo pensiero nei tuoi testi e nella tua musica rendendo il tutto unico…

R In realtà ho soltanto due canzoni che affrontano direttamente il tema di cittàsenzamacchine . Ma prima e durante ogni mia esibizione parlo al pubblico spiegandone l’intento . In realtà nelle canzoni esprimo ciò che sento dentro di me ,senza concentrare l’attenzione sui temi sociali.

D Hai fatto parte anche di qualche gruppo o sei sempre salito sul palco da solo ?

R Sempre sul palco da solo, ma non rifiuto l’idea di suonare insieme ad altri.

D Come dicevo prima i tuoi testi sono il tuo marchio di fabbrica..testi impegnati, mai banali, che affrontano tematiche sociali e ambientali…riesci molto bene a trasmettere sensazioni positive attraverso la canzone…come nasce tutto questo ?

R La mia musica e le canzoni nascono senza l’intento di creare qualcosa , mi “vengono fuori” cosi’ come un’esigenza , sono sensazioni interiori che si trasformano , e altre volte sono le sensazioni che agiscono su di me come ispirazioni aprendo una porta interiore attraverso la quale mi è possibile entrare in un luogo dove trovo concetti e significati entusiasmanti e speciali che rispondono alle mie sensazioni del momento, mi riempio le tasche e poi (la porta resta aperta sempre per poco) una volta uscito svuoto le tasche e dispongo questi “tesori” trovati in questi mondi paralleli su un foglio di carta .

D Il tuo genere, anche se è sempre brutto etichettare la musica, possiamo definirlo cantautorato impegnato…quali sono i tuoi punti di riferimento ?

R Questa è una domanda a cui mi è difficile rispondere , oserei rispondere nessuno , ma , sicuramente la musica che mi accendeva negli anni dai 15 ai 25 anni di eta’ è quella che mi ha lasciato il segno , e , parlo quindi della musica che ha fatto da colonna sonora alle nostre vite dal ’70 all’85 , li c’era tutto . Non ascoltavo musica italiana e non mi piaceva molto a parte pochi brani dei più noti cantautori , nell’82 è nata mia figlia abitavo in campagna senza luce in casa e dovevo lavorare da mattina a sera , li , iniziai a scrivere le mie prime canzoni.

D “Before Words” è il tuo unico lavoro o hai prodotto anche prima o dopo ?

R C’è il secondo disco sempre con la Roots Label R. di S. Dentone e Antonio Ghezzani che si intitola Starship Prisoners disponibile in Soundcloud e Spotify e un terzo in parte gia’ registrato con Gulag Studio che sara’ pronto in primavera.

D Progetti futuri, qualche concerto magari in città dove possiamo sentirti, un nuovo lavoro ?

R Alla Bodeguita Scali Finocchietti la Domenica c’è un’Open Mic dove vado spesso per il resto ci sto un “prendendo le misure” con ‘sta cosa dell’esibizione , sono uno che si fa un sacco di domande , e finchè non trovo tutte le risposte non mi muovo , a volte può volerci una vita , ma sono soddisfatto di ciò che ho fatto e di ciò che sto facendo , mostrarlo infine è , per me di secondaria importanza, se non per un motivo.

D Il panorama musicale livornese è sempre stato prodigo di musicisti…te pensi che oggi tra i giovani certe tematiche da riproporre in musica siano non capite o assimilate e condivise…insomma, c’è ancora vita là fuori ?

R I giovani sono forti , ma non sanno in che direzione incanalare la loro forza. Certo c’è vita , e tanta , tanta musica e musicisti , ma una delle tante domande che mi pongo è: Perchè lo fai?

D Tutti noi conviviamo con rimorsi ci procurano rabbia, quale è, musicalmente parlando il tuo più grosso rimpianto ?

R Tutto quello che avrei potuto fare e che non ho fatto , ma che per mia fortuna è molto poco , perchè nella mia vita ho magari realizzato qualcosa in un momento diverso da quello “storicamente” giusto , ma , che ci posso fare …..ho i miei tempi e son fatto cosi’ , e se perdo qualche treno , pazienza , quelli buoni comunque non passano mai troppo veloci.

D Chi è oggi Alessandro Cheli alias Cittàsenzamacchine ?

R Uno per il quale la musica non è esibizione , se voglio esibizione vado al circo . La musica è condivisione , Cittàsenzamacchine è la spinta a condividere , appunto queste mie canzoni , ma è la spinta per un motivo ben preciso. Cittàsenzamacchine è un passante che in mezzo ad un parco assiste ad uno stupro e punta il dito , mentre gli altri passano indifferenti .

Ritaglio gli articoli di giornale di persone a piedi morte sull’asfalto e ne ho già molti ,…. , un giorno finirà ne sono certo , ma il mio intento è accellerare questo processo. 6000 persone ogni anno soltanto in Italia , persone a piedi indifese che non tornano a casa , muoiono sull’asfalto , se riesco anche di poco a rendere evidente tutto questo , magari ne salvo una due dieci cento. Questo sono io , uno che punta il dito su una cosa cosi’ evidente , ma che sembra non accadere. Tolgono i cadaveri dalla strada , un pò di cordoglio e poi via si riparte. Vorrei suonare davanti a migliaia di persone , soltanto per dire loro che non è giusto!