“Concetta” – Gang

Concetta” è la canzone che preferisco dell’ultimo lavoro dei fratelli Severini (Gang), “Ritorno al fuoco”.

Fin dalle prime note si ha la sensazione di trovarsi davanti ad una di quelle canzoni che hanno fatto la storia dei fratelli marchigiani.

C’è qualcosa di epico dalle prime battute che la colloca accanto a canzoni come “La pianura dei sette fratelli”, “Sesto San Giovanni”, “Oltre”…

La Concetta della canzone non è altro che Concetta Candido, addetta alle pulizie in una grande birreria di Settimo Torinese che la mattina del 27 giugno 2017, nella sede dell’INPS di Torino Nord, in Corso Giulio Cesare 290, si cosparge di alcol e si dà fuoco.

Concetta è stata licenziata, si ritrova senza lavoro, senza stipendio, senza niente.

Sceglie il fuoco come protesta.

Il testo della canzone suscita commozione e rabbia…è un pugno nello stomaco e uno in pieno volto.

Concetta vive in periferia dove “la ruggine cresce anche sui fiori”.

E’ sola, disperata e si accorge che ogni giorno è come morire.

Per questo “non vuol morire più”.

Il fuoco divampa e l’immagine che ci trasmettono Sandro e Marino è cruda, feroce, straziante, ma tremendamente vera: “E bruciano le mani, bruciano gli anelli, bruciano i capelli”, ma soprattutto “Brucia la speranza”. Quella speranza che Concetta aveva riposto nel suo lavoro, lavoro che le garantiva un futuro.

E allora “il fuoco è la risposta, il fuoco è vivavoce, grido di rivolta”.

Ma la cosa che fa più male a Concetta e a tutti noi è la quasi indifferenza che il suo gesto ha prodotto nei colleghi, nei politici, persino nei vicini e purtroppo anche nella comunità sindacale e operai di Torino…”Un tempo era la fabbrica, la lotta e il sindacato, ne han fatto una riserva chiusa tra il raccordo e la ferrovia”.

Il finale della canzone è un vero e proprio atto di accusa contro la città piemontese : “Torino tu che dici ? Torino tu che fai ? Torino non importa, hai altro a cui pensare…Torino che ne sai , tu che non hai mai visto il mare…”

Una città lontana, tutta presa magari a festeggiare l’ennesimo scudetto juventino appena vinto.

Versi accusatori e laceranti verso una città “indifferente”…indifferenti che i fratelli Severini hanno sempre odiato, persone che non si schierano, persone che si fanno da parte…indifferenti.

Marino e Sandro invece ti obbligano a schierarti : o stai con il Reparto Verniciatura o con la sirena della fabbrica, o stai con Eurialo e Niso o con i loro aguzzini, o stai con i Fratelli Cervi o con le camicie nere e appunto, o stai con Concetta o con chi l’ha costretta a darsi fuoco.

Concetta Candido si procurò ustioni fortissime e devastanti in tutto il corpo, lotterà tra la vita e la morte per molti mesi, ma è viva.

Il suo gesto è già stato dimendicato da tutti, come quello di Jan Palach, Mohammed Bovazizi, Thch Quang Duc, Alain Escoffier, Anas Kourwif, ma i Gang, con questa canzone, l’hanno resa “inscordabile”.

EMANUELE BERNARDESCHI

D Emanuele Bernardeschi, cantante e pianista…è nato prima il cantante o è stata una naturale conseguenza di suonare lo strumento ?

R. È un po’ come domandare se è nato prima l’uovo o la gallina, ahahahah!!

Scherzo anche se in realtà da piccolo alle elementari ero la voce bianca della classe ma mi vergognavo come un ladro!! Ho iniziato a cantare a 21 anni, quasi per caso mentre ho iniziato prima a suonare il pianoforte, a 8 anni.

D Hai fatto studi classici o sei autodidatta ?

R. Ho studiato pianoforte classico 8 anni anche se lo studio per me è sempre stato ostico.

Diciamo che ho un buon orecchio: è stata la mia fortuna e la mia croce: infatti mi ritengo un

“menestrello”, non sono un pianista fatto finito ma so suonare un po’ di tutto.

D Attualmente ti esibisci da solo ma hai mai fatto parte di una band ?

R. La parola “attualmente” mi riporta al 10 ottobre 2020, giorno della mia ultima esibizione.

Da quel giorno a oggi no ho più potuto fare niente, come molti. In passato si, ho fatto parte di alcune

Band anche se mai per più di un anno. Fra i gruppi preferisco ricordarne due, gli “Orange”,

formazione milanese e gli Hollowblue, band tutta Livornese. Per il resto ho sempre fatto

tutto da solo, anche quando ho lavorato con Cocciante.

D Il tuo repertorio è a 360 gradi…affronti tutti i generi musicali, ma quale il tuo genere preferito ?

R. Il mio è un repertorio a 360 gradi, 365 giorni, 60 secondi per 60 minuti per 3600 momenti

buoni per emozionarsi, divertirsi, appassionarsi. Non amo un genere specifico ma amo tutto

quello che canto.

D Quali sono i tuoi punti di riferimento, i tuoi mostri sacri ?

R. Da bimbetto Cocciante, De Gregori e Baglioni, ero molto classico. Oggi invece mi prende e mi appassiona chiunque potenzialmente, ascolto volentieri tutto Poi ovviamente qualcosa mi prende più di altro. Amo molto i “bei”testi.

D Mentre nell’era beat il piano non era previsto, a partire dagli anni ’70 ha preteso e preso un posto importante all’interno dei gruppi musicali, tanto da diventare quasi indispensabile…come lo spieghi ?

R. Facilissimo!! Diciamo che il Beat correva troppo e appena uno disse “Oh bimbi, più Piano!!”

ecco che il “Piano” prese un posto importante all’interno dei gruppi musicali: oh ragazzi, qualche musicista correva troppo, ovvia!! … Poi il ritmo della vita è stato sempre più veloce, sempre più frenetico ed ecco che “più Piano” dagli anni ’70 in poi è sempre stato oltreché un buon consiglio anche se non molto seguito e uno strumento irrinunciabile in moltissimi arrangiamenti.

D Se ti dico “Notre Dame De Paris” che mi dici ?

R. Parigi! Le so tutte le chiese!!!😁

A parte gli scherzi, in questi giorni ricorre l’anniversario del Ventennale (debuttò in Italia nel 2001) e io sono stato un protagonista assoluto nel Decennale di questo fantasmagorico spettacolo, Quindi oggi è il Decennale del (mio) Decennale!!😁

Notre Dame de Paris è uno spettacolo prodotto in Italia da David Zard, scritto da Pasquale Panella e Riccardo Cocciante, un’opera popolare teatrale moderna talmente spettacolare e unica da emozionare e far venire i brividi ogni volta. Ogni volta!! David Zard per questo spettacolo aveva coniato lo slogan “La musica non è mai stata così spettacolare”. Ed aveva ragione.

D Progetti futuri ? Adesso che sembra ci sia uno spiraglio per esibirsi dal vivo concerti in arrivo da parte tua ?

R. Discorsi e parole tante, ma per ora la situazione e molto nera, triste, difficile e imperscrutabile

Qualcuno ha ricominciato, qualcuno si è reinventato, qualcuno ha smesso, qualcuno si è

sentito male …. per tanti ancora la situazione è in alto

mare e quella luce tanto anelata ancora purtroppo non si vede e …chissà se si vedrà come

prima. In questo anno maledetto però ho conosciuto persone nuove e spero con qualcuna di loro di poter riuscire a fare qualcosa di buono insieme. Anche qui un nome su tutti:

Luca Forni (ascoltate ad esempio questo disco e giudicate voi:

https://lucaforni.bandcamp.com/album/invidio-i-cani)

un genio musicale, un’anima unica, un cantautore con la “C” maiuscola e a cui ora mando con tutto il mio cuore un Immenso Augurio di pronta guarigione che adesso di questo ha bisogno!!!

D Ognuno di noi ha rimorsi e rimpianti…musicalmente parlando, quale il tuo rimpianto più grosso ?

R. Passerò forse da arrogante ma nessuno. Felice, contento e orgoglioso di ogni scelta fatta nel mio percorso. Ogni scelta fatta: rifarei le stesse cose anche se proverei a farle meglio.

D Chi è oggi Emanuele Bernardeschi ?

R. Chi sono sempre stato, un menestrello che ama cantare magari raccontando delle storie e dare dei messaggi per poter “riflettere”, per poter “pensare”. Oggi si pensa e si riflette molto poco. Penso ancora di avere una grande missione.

Grazie per questa opportunità che mi hai dato.

Un saluto a tutti i tuoi lettori e un augurio di future cose belle, ne abbiamo voglia e bisogno!!

Ciao e buona musica!

CORRADO PASSETTI

D Corrado Passetti, cantante e musicista. Quando hai capito che cantare e suonare per te era una cosa importante ?

R L’incontro con la musica avviene prestissimo gia dai 4 anni.

Mio padre , grandissimo amante della musica, mei suoi momenti di relax amava accompagnare i cruciverba con quella che lui definiva “ buona musica “ . Musica leggera anni 50/60.

La mia grande voglia e curiosità mi ha spinto poi ad approcciarmi ad uno strumento che era il pianoforte.

Successivamente sono entrato in conservatorio.

D Nel tuo repertorio molta musica italiana ma non solo…dal pop al funky e persino i Blues Brothers…

R Nel mio repertorio c’è un infinità di musica. Ormai alla solgia dei 52 ( anni) ne è passata di acqua sotto i ponti e sopratutto di note nelle orecchie.

Non amo definirmi cultore di un determinato genere musicale.

La mia fame di conoscenza mi porta ad ascoltare di tutto e “ fare mio” ciò che sento a me vicino.

D Hai mai fatto parte di un gruppo ?

R Piu di uno!

Gia all’età di 15 anni suonavo e cantavo nei vari gruppetti che nascevano nei posto dove si poteva provare.

Non esistevano all’epoca tante sale prove e quindi si provava nelle stanze delle “ Associazioni”

La mia carriera musicale è nata in Piazza Manin all’ Associazione Pionieri.

Con me altri musicisti che poi hanno calcato pachi più o meno importanti.

Poi a 19 anni la voglia di emergere. Sono partito per Milano e ho iniziato prima in Mediaset nella band di Luca Orioli e poi come tournista per la prima giovane e inesperta Laura Pausini, Spagna, Articolo 31 , Alan Sorrenti , Righeira , Den Arrow e altri.

Successivamente quando decisi di abbandonare la vita del girovago ho collaborato per 3 anni con una band itinerante come frontman

Loro sono tutt’ora i Deltasound e facevamo feste di piazza e concerti.

D Attualmente ti esibisci da solo ?

R Attualmente mi esibisco da solo , in duo con un grande amico Matteo Menichetti o con un altro amico Gianluca Fastame.

D Chi sono i tuoi punti di riferimento, i cantanti che imitavi davanti allo specchio fin da bambino ?

R Sai che non ho mai imitato nessuno?

In giovane età mi paragonavano forse per somiglianza a Eros Ramazzotti.

In realtà ho sempre cercato di avere una mia personalità anche reinterpretando canzoni di altri.

I complimenti più belli sono sempre stati quando ti dicono : “ la canti meglio tu dell’originale”.

Ecco li vuol dire che hai fatto un buon lavoro trasmettendo qualcosa di tuo.

D Progetti futuri…pandemia permettendo qualche concerto magari in città ?

R In progetto c’è una nuova band formata da elementi tutti livornesi con la quale ripercorreremo gli anni 70 in chiave disco.

Con me ci saranno anche Matteo Menichetti e Riccardo Carboncini tanto per citarne qualcuno.

Ho finito in pandemia di scrivere uno spettacolo teatrale di arte varia che , apertura dei teatri permettendo, andrà in scena ad Ottobre con il quale festeggerò 35 anni di musica.

Verranno a trovarmi e collaboreranno tanti amici conosciuti e fequestati negli anni.

Collaboro poi da 3 anni con agenzie di animazione per la creazione di tutti i loro jingle e sigle.

D Livorno e la musica…non solo in città ci sono stati e ci sono ottimi musicisti ma anche ottimi cantanti…eppure manca qualcosa per fare il salto di qualità…che ne pensi ?

R Verissimo !

Come in tante altre città mancano strutture che ti permettono di farti conoscere.

Manca una promozione adeguata e manca soprattutto la cultura dell’andare ad ascoltare “ l’inedito”

Ormai i locali che fanno musica sono sempre meno e anche le scuole di musica molte volte tendono ad insegnare lo strumento o il canto ma mai a fare uscire la propria personalità.

Uno dei tanti miei progetti futuri è anche quello , assieme ad altri colleghi, di creare un laboratorio sperimentale di arte varia con la possibiltà , per chi ha doti e personalità, di essere prodotto e pubblicizzato anche fuori della nostra città.

D Stare sul palco e cantare…magari davanti ad una discreta folla…cosa ti passa per la mente in quei momenti ?

R In quei momenti personalmente sono dentro la mia campana di vetro. Cerco di trasmettere a chi sta ascoltando quello che provo io cantando o suonando quel brano.

Niente di più.

D Tutti noi siamo pentiti di non essere saliti su quel famoso treno che ci stava aspettando…musicalmente parlando dove andava il tuo ?

R Il mio è partito e , liberamente, ho scelto di scendere quando era diventato “ una marchetta”

La musica , viverla , non è un lavoro qualsiasi: devi viverci dentro , farla tua, emozionarti.

Quando tutto questo finisce devi girare la vela e approdare da un altra parte.

D Chi è oggi Corradi Passetti ?

R La musica è sempre parte di me , non potrei vivere senza.

I progetti che sto cercando di realizzare sono un evidenza.

Continuo a suonare , creare, comporre , ad ascoltare tutti i tipi di musica in qualsiasi angolo del mondo soprattutto ad ascoltare gli altri.

Corrado adesso è un direttore di centro Odontoiatrico , con una splendida famiglia e un figlio di 5 anni che ha un predilezione e predisposizione alla musica veramente impressionante.

Non lo forzerò mai a diventare un musicista , non è da me.

La sia crescita deve essere spontanea. Chissà !!

NEDO RAGLIANTI

D Nedo Raglianti, bassista in un mondo di chitarre…

R Si bassista e convinto !

D Attualmente fai parte del gruppo Stato Brado, ottima band, ottimi musicisti…come nasce questo progetto ?

R Molti anni fa, avevamo da poco iniziato a suonare, Moreno iniziava a scrivere testi, Alessandro, suo fratello, alla batteria e Dario al sax, poi venne il Fagio, Gianluca e li sono nati gli Stato Brado. Siamo cresciuti con questo progetto. Poi si sono uniti Romano alla tromba e Giovanna Pieri Buti al violino che ha suonato due dischi con noi.

D Stato Brado, sinonimo di assoluta libertà…modo di vita che si rispecchia nella vostra musica…

R Si penso che sia così, abbiamo sempre suonato per il piacere di farlo e sempre in modo genuino, con passione e liberi da ogni convenzione

D Canzone d’autore italiana con pennellate di blues, folk, country di americana memoria…possiamo definirlo così il vostro genere ?

R Non solo, gli ascolti degli elementi della band sono sempre stati diversi ed abbiamo unito sempre le varie influenze musicali, nella scrittura dei pezzi cerchiamo sempre di non legarci ad un genere preciso

D “Lungo la strada” (2013 – autoprodotto) – “Vecchio diavolo” (EP – 2014 – autoprodotto) – Cosa Adesso Siamo (2017 – New Model Label) i vostri lavori…soddisfatti ?

R Sono lavori diversi, il primo disco è stata la nostra prima esperienza in studio di registrazione, quindi più acerba ma emotivamente d’impatto. L’Ep Vecchio Diavolo l’abbiamo registrato grazie al premio vinto con il Rock contest, che ci ha dato modo di registrare tre pezzi. Il terzo lavoro, “Cosa adesso siamo”, invece è un disco disco più improntato sul cantautorato italiano, ma musicalmente più maturo, quindi possiamo dire che nel complesso siamo molto soddisfatti

D Progetti futuri? Concerti appena sarà possibile , magari in città?

R Stiamo registrando proprio in questo periodo un nuovo album al jambona con Antonio Castiello ed Aldo De Sanctis, è un disco diverso dai precedenti più diretto è più rock, lo dimostra anche la partecipazione, in uno dei pezzi, del nostro local punk hero Stefano Illari, ma non sveliamo altro. Per quanto riguarda il suonare dal vivo, ovviamente, speriamo al più presto e come prima.

D Prima hai fatto parte di altre band?

R Negli ultimi anni ho collaborato con Marco del Giudice in un progetto di canzone d’autore con Gaia Bastinon alla voce, Dario del Giudice alla batteria, il Fagio alla chitarra, e suono anche nella ROM, l’orchestra del Refugio

D Il basso è uno strumento indispensabile in una formazione rock…insieme alla batteria detta tempi e modi…molti sono stati i bassisti fondamentali alla crescita di questo strumento, da Paul McCartney a John Entwistle e così via…quali sono i tuoi punti di riferimento, i tuoi mostri sacri ?

R Amo la semplicità nel basso e un modo ritmico di suonarlo, però uno dei miei preferiti è Brain Richie dei Violent Femmes.

D Nedo, tutti noi abbiamo un rimpianto che non ci fa dormire la notte…musicalmente parlando quale è il tuo ?

R Di non aver mai visto David Bowie dal vivo