CESARE CARUGI

D Cesare Carugi, cantautore e chitarrista…giusta la sequenza ?

R Perfetta

D Ci conosciamo da molti anni e posso senza dubbio dire che hai scritto delle belle canzoni…dove e come nasce questa tua “passione” ?

R Non saprei dirlo neanche io probabilmente. La musica è sempre stata una parte essenziale di me sin da quando ero piccolo, allo stesso modo la curiosità e la creatività hanno fatto il resto. Essere legato a certi tipi di musica mi ha indirizzato verso un certo stile che però non ho mai voluto fossilizzare. Ho sempre cercato di evolvermi in tal senso. E’ di grande aiuto anche avere una fervida immaginazione.

D West Coast, Country Music ma anche i grandi rocker, tipo Springsteen o Tom Petty…cosa ti ha più influenzato?

R Tutto va a periodi della mia vita, ho avuto il periodo country, il mio periodo West e il mio periodo East, ma ho avuto anche un periodo in cui ero estremamente attratto da Jeff Buckley, o dai Radiohead, o da Nick Cave. L’influenza che ha la musica verso di me è più ampia di quanto si pensi, ed è in continua evoluzione, probabilmente nell’ultimo anno due dei dischi che ho ascoltato di più sono “The Black Saint and the Sinner Lady” di Charles Mingus e “Night and Day” di Joe Jackson, per dire di qualcosa che sfonda quello che potrebbe essere individuato come un mio spettro sonoro.

D Nel 2010 pubblichi un EP di 6 brani “Open 24 Hrs”, “Here’s To The Road” l’anno seguente (con le partecipazioni di Michael McDermott, Riccardo Maffoni, Daniele Tenca e tanti altri amici musicisti), per arrivare al tuo ultimo lavoro “Pontchartrain” del 2013 (quello che mi piace di più ndr) e Crooner Freak nel 2016 soddisfatto ?

R Sono soddisfatto del tipo di evoluzione che ho fatto, il che non significa che sia totalmente soddisfatto dei dischi. E’ una patologia dei musicisti, quella di essere incontentabili, o di trovare difetti in un disco passato una volta che sono concentrati sul disco seguente.

D E dopo ti sei fermato? Hai attaccato penna e chitarra al chiodo?

R Non l’ho appese al chiodo ma hanno senz’altro preso più polvere rispetto al passato. Il lavoro (che per fortuna è comunque nel mondo della musica) mi ha tolto un po’ di pianificazione sulla mia passione. Non ho rimpianti su questo, non ho mai avuto l’ambizione di fare chissà cosa con la mia musica.

D So che hai intrapreso un nuovo e interessantissimo percorso musicale con Bagana – B District Music una nuova label che da voce artisti emergenti della nostra penisola che ti assorbe completamente…

R L’inizio del mio lavoro in Bagana è purtroppo coinciso con l’arrivo della pandemia, e mi ha permesso – prima delle chiusure – di lavorare a pieno regime solo per pochissimi mesi. Col tempo – visto che col booking eravamo fermi – abbiamo deciso di mettere su anche un’etichetta per artisti emergenti, in cui cerco di dare una mano per quello che posso.

D Chi sono stati i tuoi mostri sacri, i cantanti e musicisti che ti hanno indicato la via?

R Ce n’è uno in ogni angolo della mia esistenza, posso dire. A parte i già citati sopra, Miles Davis, Bob Dylan, Tom Waits, Paul Westerberg, Neil Young, Frank Sinatra, Paolo Conte, Jacques Brel, John Lee Hooker, Thelonius Monk, gli Stones, Robert Wyatt, David Crosby, Coltrane, ma anche i Wilco, Ray Lamontagne, gli Afghan Whigs o quella splendida band che sono i My Bloody Valentine…

D Progetti futuri ? Magari “butti giù una manciata di canzoni” per un nuovo cd ?

R Un disco nuovo sarebbe già in programma, ma al momento mi manca lo stimolo artistico che mi spinge in studio a registrare. E’ una cosa forse troppo personale per essere compresa, ma voglio prendermi tutto il tempo necessario senza fare le cose per forza.

D Tutti noi abbiamo un rimpianto che ogni tanto fa capolino nella nostra mente che ci ricorda che dovevamo salire su quel treno che ci stava aspettando…musicalmente parlando, dove andava il tuo ?

R Non ci crederai, ma se non sono salito su qualche treno a volte l’ho fatto volontariamente. E tra l’altro sto supponendo perché manco me lo ricordo.

D Chi è oggi Cesare Carugi?

R Uno che è riuscito a massimizzare dalla sua passione principale e che è riuscito a guadagnarsi il giusto rispetto per quello che faccio (cosa a volte più gratificante dei soldi). Ed è sempre un gran cazzone, come vent’anni fa.

D Ultimissima domanda…te cecinese purosangue, mezzo labronico, amante del mare…che ci fai a Ferrara ?

R Il mio è stato un trasferimento in gran parte per motivi di organizzazioni lavorative, ma anche dovuto a una situazione che sentivo strettissima. Non sono mai stato un profeta in patria, ne ho mai cercato di diventarlo. E non sono un amante del mare, per essere chiari. Anzi, non credo passerei oltre mezz’ora su una spiaggia prima di annoiarmi di brutto. Sono uscito strano.