DAVID BOWIE R.I.P

DAVID BOWIE IS GONE

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Io non penso che David sia morto…

Sono semplicemente venuti a riprenderlo.

Cadde sulla Terra alla fine degli anni ’60 e il suo tempo di permanenza in questo pianeta è terminato.

Ora è di nuovo lassù, tra le stelle, in attesa di una nuova destinazione…

LE MUMMIE SONO TORNATE

Le MUMMIE sono tornate

Reunion dopo 50 anni

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Grande successo di pubblico per la reunion delle Mummie, storico complesso livornese della seconda metà degli anni ’60.

La band infatti si formò nel 1966.

Erano molto conosciuti a Livorno e zone limitrofe. Venivano spesso chiamati a serate nei molti locali del tempo, diventando attrazione fissa e ricercata.

Si esibirono al Piper dell’Arena Astra, alla Casa del Popolo di Vada, al Grappolo d’oro di Castiglioncello, lo Shangri-La di Donoratico, allo Sparviero di Molino di Quosa, Lucca, al Dancing Sirena a Rosignano Solvay…(tutti nomi che i non più giovani ricorderanno sicuramente) conducendo una frenetica attività da vivo, fino al 1970, anno in cui il “complesso” si sciolse.

E venerdì 9 settembre, dopo 50 anni, si sono ritrovati ancora una volta sul palco insieme.

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E’ successo al Bagno SAMA di Antignano, dove Claudio Bartoli li ha invitati a suonare dopo tanti anni.

Ferruccio Floris, Andrea Colli, Gino Amaddio e Carlo Cavaccioli, mattatore della serata, per una sera hanno fermato l’orologio del tempo trovandosi nuovamente davanti ad un caloroso pubblico come negli anni ’60.

Presente anche il membro storico Roberto dell’Agnello. Unico assente il tastierista Riccardo Chiesa.

I capelli ormai sono color argento, in alcuni casi di nessun colore, ma la voglia di suonare, di stare insieme, ha preso il sopravvento, regalando ai presenti una fantastica serata.

White shade of pale”, “Sittin’on the dock of tha bay” “My girl”, e molte altre ancora ci hanno riportato al tempo del beat, quando a Livorno oltre 100 band suonavano ovunque, cantine, garages, o i più fortunati (e bravi) nei locali.

Alla fine le Mummie erano felici, stanchi ma felici e sicuramente anche un po’ commossi.

Veramente una piacevole serata, carica di nostalgia e simpatia, nel vedere questi ragazzi ormai nonni sfidare il tempo.

La speranza è che altri gruppi livornesi del tempo d’oro beat seguano le orme delle Mummie per nuove reunion perchè è bene ricordarlo: chi vive per la musica non invecchia mai !

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ALEX SARTI

Intervista al cantante ALEX SARTI

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D Alex Sarti…professione cantante…da sempre

R Veramente ho fatto anche altri tipi di lavori in passato che mi hanno anche sostenuto nello studio del canto. Comunque sì …canto da una vita.

D Il tuo genere spazia dal blues all’heavy metal. In quale ti riconosci di più?

R In un miscuglio dei due… non sono mai riuscito a dividere bene i due generi musicali..
li adoro fusi insieme

D Sei un vero animale da palcoscenico: cantante, intrattenitore, frontman…chi il tuo maestro, la tua fonte di ispirazione?

R Innanzitutto ti ringrazio, in verità ho amato un sacco di cantanti blues, rock, heavy metal, hard rock… ma credo che quello che mi abbia dato più di tutti sia David Coverdale

D Solo cantante o anche musicista?

R Anche musicista, in verità suono ed insegno chitarra e canto

D Hai cantato e canti con i migliori musicisti, soprattutto livornesi. Senza far torto a nessuno chi ti ha toccato il cuore?

R Il cuore mi viene toccato sempre da tutti i musicisti che suonano con me ,altrimenti non sarebbe possibile condividere un palco , ma se tra tutti dovessi sceglierne uno ..Simone Luti, grande bassista ,grande professionalità, persona squisita…credo non ci sia bisogno di dire altro

Hai qualche rimpianto? Qualche occasione non sfruttata?

R Chi come me nella vita fa il musicista sa che di tempo non c’è mai molto e non lo lascio certo ai rimpianti… no nessun rimpianto

D Scena musicale livornese da sempre molto attiva. Non c’è sera che non si suoni da qualche parte…

R Sì la scena musicale Livornese è sempre stata molto attiva ,anche se vi sarete accorti che da qualche anno i locali sono sempre più in difficoltà, il numero dei componenti delle band si riduce. Credo che i locali siano molto sotto pressione, non hanno nessuna agevolazione, e così si porta i musicisti a cercare concerti fuori,proponendo qui a Livorno dei progetti meno elaborati.

D Non c’è una jam che si rispetti senza Alex Sarti. Una bella soddisfazione…
R Effettivamente ogni situazione musicale senza di me è molto più moscia… no scherzo dai ahahah. Gestisco una jam session da quasi tre anni (BadJam),e questo mi da la possibilità di conoscere molti musicisti che mi invitano a loro volta ad un sacco di belle jam session in giro, e spesso partecipo volentieri .

D Progetti futuri? Qualche anticipazione?
R In verità compongo molto, non escludo quindi in futuro qualche collaborazione in studio.

D Che farai da grande?
R Da grande ricalcherò le orme che ho lasciato da piccolo…farò il musicista per sempre

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GIACOMO “GIANGI” DEBOLINI

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1- Il tuo strumento è la batteria…come è nato questo amore ?

R –  Non so dirlo, fino da piccolo battevo sulle pentole con due mestoli…. verso i 15 anni ho ascoltato un disco di Charlie Parker e alla batteria c’era un certo Max Roach e l’amore è scattato

2 – Giacomo “Giangi” Debolini ,artisticamente parlando, è un nome importante. molto conosciuto a Livorno….per la strada ti salutano con “maestro”…

R – E’ per me un vero piacere e un onore……che dire di più. 

3 – Tutto è iniziato negli anni ’60 con il gruppo livornesissimo dei SAMURAI…con tanto di tour a Londra…un evento eccezionale per quei tempi

R – Non c’è dubbio, il tour in Inghilterra fu veramente un avvenimento eccezionale per quei tempi e debbo dire che là abbiamo avuto un bel successo con scritture validissime che al tempo rifiutammo…….l’incoscienza dei giovani, avevo 23 anni e…….mi piacevano le bimbe belle ! 

4 – Hai suonato il beat,  il rock, il prog, il jazz…tutti amati ugualmente?

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R – Ho suonato di tutto per via dell’esigenza lavorativa ma ho sempre amato SOLO il Jazz !

5 –  Non sono molti quelli che possono affermare di essere ricordati negli Stati Uniti. Tu hai suonato là con ottimo successo con musicisti molto famosi.

R – Ho suonato a Chicago all’hotel Sheraton e là c’erano anche musicisti italiani di ottimo livello, ho suonato a Hollywood nel Sunset Blv al Room at the Top con giovani Jazzisti formidabili, il paradosso ? Ho avuto successo come cantante ! Incredibile !

6 – La tua carriera si intreccia  anche con quella di ottimi musicisti livornesi. Chi ricordi in particolare.

R – Sono molti e bravi, due su tutti Giancarlo Gragnani e Claudio Lorussi rispettivamente piano e basso, bravissimi !

7 – Quale è stata la più grande soddisfazione nel corso della tua carriera?

R – Suonare di fronte a Max Roach e sentirmi dire : bravo ! (sarà stata la verità ?)

8 – La domanda che faccio a tutti i batteristi . Charlie Watts dei Rolling Stones ha detto che il culo che conosce meglio è quello di Mick Jagger perchè sono 50 anni che se lo trova davanti sul palco. Quale è il tuo culo ?

R – Quello di Jennifer Lopez  assolutamente !

9 – I batteristi che hanno influenzato il tuo stile e il tuo preferito in assoluto.

R – Max Roach, Philly Joe Jones,Elvin Jonese e Tony Williams, il mio preferito Philly Joe Jones per tutta la vita !

10 – Chi è oggi “il maestro” Giangi ? Il tuo lavoro ti permette di suonare ancora- ?

R – Suonerò sempre finchè avrò fiato e…………..si suono ancora e con musicisti di valore, il peggiore sono io.

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CARLO CAVALLINI

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1- Il tuo strumento è la batteria…è lei che ha scelto te o viceversa?

R – Da piccolo seguivo mio Padre che partecipava in giro per l’Italia,

a mostre estemporanee e quando si arrivava alla fine dei concorso,

la consegna dei premi era quasi sempre associata ad una serata danzante.

Ero piccolo e le orchestre di quei tempi suonavano dal vivo… non si usavano basi

midi o computer…. 

Io non avevo ancora 10 anni, ma durante quelle serate mi sedevo dietro al

batterista e lì restavo per tutta la sera.

Quello strumento mi affascinava in un modo incredibile…..

certe volte riuscivo anche a toccarlo, magari mentre le varie orchestre stavano

piazzando gli strumenti oppure a fine serata… e non capivo il perché tutti mi dicessero

non toccarlo perché si rompe “…… ma come ?… 

si sarebbe rotto al tocco di un bimbo di pochi anni e non si rompeva sotto le bordate serali

dei vari batteristi ??!!…… già a quell’epoca c’era qualcosa che non mi tornava…..

comunque fu amore a prima vista e contraccambiato pienamente. 

2 – Cavallini ,artisticamente parlando, è un cognome importante. molto conosciuto a Livorno….fare il musicista è stata una tappa obbligata?

 

R – Non credo, mio Padre non ci ha mai indirizzati o “consigliati” – tutte le scelte fatte erano

frutto di mie convinzioni e la musica era sicuramente in pole position….

Solo in una cosa ci ha condizionati o ha almeno tentato di farlo….

ci ha tenuti Lontani dalla Pittura come scelta di vita…. diceva che bastava

la sua di sofferenza…… 

Con me ha sfondato una porta aperta, visto che non ho mai saputo nemmeno

disegnare…. mio Fratello, pur essendo veramente bravo nel disegno, ha dovuto

scegliere tre strade… diciamo più pratiche….. e mia Madre invece… per lungo tempo

ha dipinto di nascosto….. 

 

3 – Hai suonato il rock, il prog, il jazz…tutti amati ugualmente?

 

R – Mi sono sempre divertito a suonare – sono convinto che per la buona riuscita di una serata il genere alla fine conti relativamente…. ti devi sentire a tuo agio con i musicisti 

con cui suoni… è il gioco di squadra che conta …bisogna essere leggeri… modesti e spesso prendersi meno sul serio….

comunque la musica che sento più mia è il Jazz, ma anche il Prog – due tipi di musica 

che potrebbero risultare contrapposti a livello sonoro, il jazz diretto, scarno… 

il prog invece carico di suoni, atmosfere…. 

nel mio iPod convivono tranquillamente John Coltrane e il Banco del Mutuo Soccorso….

 

4 – Suonare la batteria è faticoso, Un batterista durante un concerto perde molti 

liquidi. Ti prepari in maniera particolare o lasci che tutto accada?

 

R – in certi contesti è più una fatica mentale, nervosa che fisica

ho avuto occasione di assistere a concerti di più di due ore

con grandi batteristi che dopo aver dato l’anima per tutto quel tempo, sono scesi dal palco senza una goccia di sudore….

Io duravo molta più fatica prima… ci sono dei motivi anche semplici dietro a questa cosa…

io ho smesso di fumare…. e quando suono duro meno fatica…. in definitiva è la stessa cosa che mi capita quando faccio 4 piani di scale….. – fino ad un p’ò di tempo tra il secondo e terzo piano facevo il pit stop…. adesso vado spedito fino all’uscio di casa….

 

5 – La tua carriera si intreccia  con quella di altri grandi musicisti livornesi. Chi ricordi in particolare.

 

R – Questa è una domanda impegnativa… io ho avuto la fortuna di suonare con tanti musicisti

Livornesi, tutti di grande livello e con caratteristiche diverse l’uno dall’altro…

Dovrei fare un sacco di nomi, ne farò due o tre che mi vengono di getto… che ricordano tappe importanti della mia vita da musicista.

Mauro Grossi con cui ho iniziato a suonare Jazz alla fine degli anni ’70 – gran parte dell’amore che provo per questa musica lo devo a Lui… 

Giangi Debolini – quello che mi ha fatto capire che suonare la batteria non è un gioco…

Hammer Group, il gruppo del cuore, composto solo da Amici veri

sui quali sai di poter sempre contare…. un gruppo che è riuscito ad unire musica e vita…

 

6 – Musicista a Livorno…che rapporto hai con la tua città

 

R -Livorno fino a poco tempo fa era considerata la città dei Pittori…. adesso è anche la città dei Musicisti.

Amo Livorno come la amava mio Padre, ma è una città con dei problemi che poi alla fine

si riflettono anche sulla sua vita Artistica…. siamo alle solite… non voglio buttarla sula politica

anche perché la nuova amministrazione è troppo poco tempo che lavora sul territorio, ma

almeno fino a poco tempo fa…. troppi amici di quello o di quell’altro assessore….. 

troppe facce che sono sempre le stesse …. che continuo a vedere anche oggi…


7 – Quale è stata la più grande soddisfazione nel corso della tua carriera?

 

R – Essendo uno che si accontenta.. Ne ho avute tante…, ma visto il contesto e l’età che

avevo – una grande soddisfazione sicuramente fu il periodo delle Drum Battle con Tullio De Piscopo – 

Io ero un ragazzo di 25 anni che da poco si era affacciato al jazz e lui invece era già considerato

un grande batterista – mi ricordo che le uniche prove che si fecero – furono fatte al telefono…. e quelle finali,

durante la cena al ristorante…. ma tanto c’era lui che sicuramente anche in caso di mie difficoltà

c’avrebbe messo una toppa…. e così fu…

Altra bella esperienza fu suonare con un grande del jazz mondiale – Kenny Wheeler – al Millibar di Pisa

quando me lo comunicarono pensai di aver capito male….. invece tra i tanti batteristi che frequentavano

il locale ( unico locale jazz nel giro di 100 km ) fui scelto proprio io…. e andò anche bene perché

Wheeler durante il concerto ( unica prova il pomeriggio stesso ) mi dette un sacco di spazio, dimostrando di fidarsi del sottoscritto….

 

8 – Charlie Watts dei Rolling Stones ha detto che il culo che conosce meglio è quello di Mick Jagger perchè sono 50 anni che se lo trova davanti sul palco. Quale è il tuo culo ?

 

R – Il mio potrebbe essere quello di Riccardo Mazzoli trombettista degli Hammer Group… 

il gruppo più importante della mia vita, composto solo da amici veri su cui sai di poter sempre contare… un gruppo di stampo jazz rock – fusion che davvero è riuscito nella fusione tra musica e vita… difficile da raccontare… 

9 – I batteristi che hanno influenzato il tuo stile e il tuo preferito in assoluto.

 

R -il mio “ stile “ per fortuna è ancora in “divenire”…. sono allo stesso punto di quando avevo

17 anni e mi innamoravo di un batterista e cercavo di capirne il modo di suonare…. 

grandi riferimenti in gioventù sono stati per il jazz MAX ROACH – ELVIN JONES – ART BLAKEY

in seguito : PETER ERSKINE – DAVE WECKL – STEVE GADD e sopra tutti : TONY WILLIAMS

per altri tipi di musica… ne dovrei citare troppi…

10 – Se tu non fossi diventato un batterista che lavoro ti sarebbe piaciuto fare?

 

R – se questa domanda mi fosse stata rivolta un paio di anni fa, avrei dovuto rispondere

con una battuta…. adesso invece posso dire che mi sarebbe piaciuto occuparmi

più seriamente di grafica….. mi piace molto mettere mano alle immagini o addirittura crearne 

partendo da un foglio vuoto… mi diverto a fare locandine per le mie serate e 

spesso le faccio anche per gli amici… è sempre un’attività che richiede uno sforzo creativo…


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CESARE CAROTI

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1- Partiamo dai lontani anni ’60…i MOVES

R –  Il mio primo gruppo si chiamava in realta’ Anime Vaganti, i Moves vennero in un secondo momento.Il mio esordio fu l’ 8 dicembre 1966 al teatrino di Antignano ed esordii con la canzone,un Hit del tempo;”La bambolina che fa no no no 

2 – Il tuo strumento è  la chitarra ma il tuo vero strumento è la voce…- 

R – Il mio strumento  è il contrabbasso che ho studiato al Mascagni ; in seguito basso elettrico(ebbene si sono un bassista)poi per comodita’ specialmente con l’orchestra da ballo(i Melody) ho riesumato la chitarra.Tecnicamente nella banda dell’esercito(quella vera)suonavo il flicorno (una tromba in Fa ….quella di Enrico Rava…….comunemente chiamata tromba da Cavalleria).

3 – Hai iniziato con il beat…che ricordi hai di quegli anni?

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R – Sono un figlio dell’epopea dei Beatles come del resto tantissimi miei coetanei.

4 – Livorno era una fucina di gruppi…chi ricordi in particolare?

R – E’vero, Livorno era una miniera di gruppi,mi ricordo i Ranger,I Satelliti.Le Mummie,gli  Arceri,i GLuck 68,i Poor man,i Thugs,the Dynamites,i Modi’,i Pianeti,le Sfingi e tantissimi altri

5 – Hai un modello, un artista a cui ti ispiri?

R – Praticando ragazzi della base di Camp Darby sono arrivato all’R&B,sicuramente piu’ vicino al mio timbro vocale e percio’Wilson Pickett,Otis Redding,James Brown…per arrivare a un bianco che piu’ bianco non si puo’ Joe Cocker(venni fulminato dall’esibizione a Woodstook)

6 – Come sei approdato al gospel?

R – Dall’R&B al gospel il passo è breve ma fu Mario Fiori e signora(Anche lei entrava nei futuri joyful) a indicarmi agli inventori di questo fantastico gruppo ,ovvero The Joyful Gospel Ensamble.

7 – In molti ti chiamano “il nero bianco di Livorno”….

R – In quanto al nero bianco….se lo dicono faglielo dire

8 – Quale è stata la tua più grande soddisfazione musicalmente parlando?

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R – Molte le soddisfazione in quasi 50 anni “on  stage”: dal gruppo apri concerto nei tour dei gruppi dell’epoca ai concerti con i Joyful in p.zza Del Campo a Siena..p.Santa Croce. a Firenze o tour esteri….quest’anno Barcellona Gospel Festival.Poi aver duettato con mostri sacri del gospel (quelli veri americani) o aver inciso 5 cd(veri) e un video

9 – Progetti per il futuro.

R – Continuare con Joyful ,con la band dei Genius(5 rokkettari in eta’ da demenza senile che non si vogliono arrendere allo scorrere del calendario….oltre a me Gigi Saba alla chitarra,Aldo Santini tastiera,Stefano Lucarelli,batteria-Claudio Filippelli al basso) e per finire con la band da ballo(liscio non usa piu’) i Melody…ovvero un orchestra di famiglia…Zio,Zia ecc.

10- Chi è oggi Cesare Caroti?

R – Un nonno a tutto tondo sempre a disposizione,ma quando la musica chiama…….

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ALESSANDRO CALDARI

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1 – Te e la tua chitarra…un incontro casuale ?

1 – Beh…si’, come tanti miei coetanei era lo “strumento” per essere poi al centro dell’attenzione del tuo gruppo di amici e in particolare di….amiche.

2 – Tutto iniziò alla fine degli anni ’60 con i Sigma e poi i Doars…

2 – Esatto, come tanti altri gruppi di quell tempo iniziai a “fare sul serio” con una formazione con 5 elementi ( i Sigma) e poco dopo passammo a 4 (i Doars) con la quale per alcuni anni abbiamo girato in lungo e largo per i locali piu’ o meno famosi della Toscana grazie alla mediazione di impresario di quell tempo (Vernassa, Guerra, Santini….).

3 – Che ricordi hai di quegli anni irripetibili?

3 – L’hai detto…”irripetibili” e lo dico a ragion veduta visto che poi ho continuato anche dopo che fini’ l’avventura con il gruppo e quindi ho potuto confrontare I diversi stimoli e slanci di entusiasmo che caratterizzarono quei tempi li’ a quelli successivi dove i comportamenti erano piu’ riflessivi e pacati…..dovuti forse anche al fatto che si cresceva e le esperienze fatte ti formavano.

4 – Il più bel momento della tua carriera di musicista?

4 – Piu’ che un solo momento e’ quando in varie serate eravamo ingaggiati come gruppo “apri serata” di cantanti e complessi di grido quali Pooh, New Trolls, Camaleonti, Milva…..(era molto in voga a quei tempi).

5 – Qualche rimpianto, qualche occasione perduta?

5 – SI’….poco prima che io partissi per il servizio di Leva (anni fa era un passaggio obbligato) arrivo’ la proposta di andare a Roma a fare un provino all’ RCA che non potemmo fare visto che 2 di noi erano gia’ stati “militarizzati”….

6 – Sbaglio o non hai mai smesso di suonare?

6 – Non sbagli , a parte una piccola parentesi  causa matrimonio e arrivo del primo figlio, ho ripreso il cammino musicale insieme a Claudio Profumo con il quale tutt’ora “convivo musicalmente” da oltre 30 anni…..

7 – Hai seminato bene visto che tuo figlio segue le tue orme di ottimo musicista…

7 – Occorre parlare al plurale in quanto entrambi i figli (Matteo e Diego) hanno seguito anzi …superato il mio cammino e tutt’ora sono impegnati a 360 gradi nell’ambito musicale nelle vesti di musicisti, organizzatori, direzioni artistiche e produzioni.

8 – Negli anni il tuo genere musicale è cambiato sicuramente ma nel tuo cuore penso ci sia sempre un posto per “quelle ” canzoni…

8 – Senza dubbio e la “REUNION” che abbiamo fatto lo scorso maggio in Coteto , alla quale hai fatto parte in veste di presentatore e autore di libri che parlano di quegli anni , e i pezzi eseguiti dal mio ENSEMBLE e’ stata la conferma di quanto nel cuore e nella testa c’e’ sempre posto per “quelle” canzoni

9 – Progetti futuri?

9 – Collaborazioni con colleghi cantanti e musicisti per aver modo di poter fare musica insieme a noi 2 ….eh si’ il nostro binomio (SANDRO & CLAUDIO) rimane

indissolubile.

10- Chi è oggi Alessandro Caldari?

10 – Oggi sono un “vecchietto terribile” che ancora non molla e che dopo aver influenzato i figli sta “lavorando” sui nipoti che a dire il vero si stanno rivelando molto….molto…promettenti e che e’ fautore della massima….” una vita senza musica e’ come un corpo senz’anima” …..in senso laico della cosa !!!!

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ALESSANDRO CALDARI

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1 – Te e la tua chitarra…un incontro casuale ?

1 – Beh…si’, come tanti miei coetanei era lo “strumento” per essere poi al centro dell’attenzione del tuo gruppo di amici e in particolare di….amiche.

2 – Tutto iniziò alla fine degli anni ’60 con i Sigma e poi i Doars…

2 – Esatto, come tanti altri gruppi di quell tempo iniziai a “fare sul serio” con una formazione con 5 elementi ( i Sigma) e poco dopo passammo a 4 (i Doars) con la quale per alcuni anni abbiamo girato in lungo e largo per i locali piu’ o meno famosi della Toscana grazie alla mediazione di impresario di quell tempo (Vernassa, Guerra, Santini….).

3 – Che ricordi hai di quegli anni irripetibili?

3 – L’hai detto…”irripetibili” e lo dico a ragion veduta visto che poi ho continuato anche dopo che fini’ l’avventura con il gruppo e quindi ho potuto confrontare I diversi stimoli e slanci di entusiasmo che caratterizzarono quei tempi li’ a quelli successivi dove i comportamenti erano piu’ riflessivi e pacati…..dovuti forse anche al fatto che si cresceva e le esperienze fatte ti formavano.

4 – Il più bel momento della tua carriera di musicista?

4 – Piu’ che un solo momento e’ quando in varie serate eravamo ingaggiati come gruppo “apri serata” di cantanti e complessi di grido quali Pooh, New Trolls, Camaleonti, Milva…..(era molto in voga a quei tempi).

5 – Qualche rimpianto, qualche occasione perduta?

5 – SI’….poco prima che io partissi per il servizio di Leva (anni fa era un passaggio obbligato) arrivo’ la proposta di andare a Roma a fare un provino all’ RCA che non potemmo fare visto che 2 di noi erano gia’ stati “militarizzati”….

6 – Sbaglio o non hai mai smesso di suonare?

6 – Non sbagli , a parte una piccola parentesi  causa matrimonio e arrivo del primo figlio, ho ripreso il cammino musicale insieme a Claudio Profumo con il quale tutt’ora “convivo musicalmente” da oltre 30 anni…..

7 – Hai seminato bene visto che tuo figlio segue le tue orme di ottimo musicista…

7 – Occorre parlare al plurale in quanto entrambi i figli (Matteo e Diego) hanno seguito anzi …superato il mio cammino e tutt’ora sono impegnati a 360 gradi nell’ambito musicale nelle vesti di musicisti, organizzatori, direzioni artistiche e produzioni.

8 – Negli anni il tuo genere musicale è cambiato sicuramente ma nel tuo cuore penso ci sia sempre un posto per “quelle ” canzoni…

8 – Senza dubbio e la “REUNION” che abbiamo fatto lo scorso maggio in Coteto , alla quale hai fatto parte in veste di presentatore e autore di libri che parlano di quegli anni , e i pezzi eseguiti dal mio ENSEMBLE e’ stata la conferma di quanto nel cuore e nella testa c’e’ sempre posto per “quelle” canzoni

9 – Progetti futuri?

9 – Collaborazioni con colleghi cantanti e musicisti per aver modo di poter fare musica insieme a noi 2 ….eh si’ il nostro binomio (SANDRO & CLAUDIO) rimane

indissolubile.

10- Chi è oggi Alessandro Caldari?

10 – Oggi sono un “vecchietto terribile” che ancora non molla e che dopo aver influenzato i figli sta “lavorando” sui nipoti che a dire il vero si stanno rivelando molto….molto…promettenti e che e’ fautore della massima….” una vita senza musica e’ come un corpo senz’anima” …..in senso laico della cosa !!!!

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STEFANO CIURLI

Intervista a Stefano Ciurli

ciurli-e-gli-mk5-ieriD – Un bel giorno incontrasti un basso…fu subito amore?

R – Si, fu subito amore. Un suono “grosso” che si impossessò di me. Il mio primo basso fu un “Hollywood” bianco…avevo 14 anni.

D – Nel 1970 inizia l’avventura degli MK5

R – Mi chiamò Massimo Suardi…cercava un bassista…colsi l’occasione al volo ed entrai a far parte degli MK5

D – Che ricordi hai della scena livornese di quegli anni?

R – Grande atmosfera! In ogni cantina c’era un gruppo che suonava…

D – Nel 1978 il gruppo si sciolse…ma

R – Il gruppo si sciolse a causa della “naia” che ci chiamò quasi tutti…ma nel 2008 abbiamo deciso che era tempo di ricominciare.

D – Quali sono i bassisti che più ti hanno influenzato?

R – Senza dubbio Paul McCartney e Glenn Hughes

D – C’è un treno sul quale non sei salito, musicalmente parlando ,e te ne sei pentito?

R – Era il 1985…un certo Adelmo Fornaciari, cantante alle prime armi che si faceva chiamare Zucchero, stava cercando un bassista per il suo gruppo: io, molto astutamente, per la distanza…rifiutai.

D – MK5 oggi…un gruppo di amici oltre che musicisti.

R – Siamo come fratelli. I fratelli litigano, si arrabbiano, ma dopo tutto finisce con una risata. Pensa che dagli anni ’70 siamo rimasti i soliti e non abbiamo mai cambiato formazione.

D – Progetti futuri del gruppo?

R – Cercare di fare più serate possibili con il piacere di divertirsi e di far divertire chi ci segue e chi ci ascolta.

D – Oltre ai tuoi “partners” c’è un musicista che ammiri in particolare della scena musicale livornese con il quale ti sarebbe piaciuto suonare?

R – Mi piace molto Bobo Rondelli e il suo repertorio…una suonatina insieme la farei volentieri.

D – Chi è oggi Stefano Ciurli?

R – Un marito, un babbo e un nonno sempre appassionato di musica sia nostra che di altri amici.

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SIMONE LUTI

SIMONE LUTI

Suono il basso e mi piace il funk 
Leggo ogni genere di libro, tranne le cose che piacciono a tutti.
Stessa cosa per i film.

In questo pensiero c’è tutta la filosofia di vita di Simone Luti, nato a Livorno il 5 maggio 1975.

Bassista sopraffino, bravissimo a “calarsi” in ogni situazione musicale, straordinario musicista ma soprattutto meravigliosa persona, è giustamente il primo a far parte di questa “carrellata” di musicisti livornesi di ieri e oggi.

Suona in pratica da sempre, conosciutissimo nella sua città, ma apprezzato in ogni luogo dove la buona musica è di casa, ha risposto volentieri alle domande a lui rivolte.

 

unnamedD – Te e il tuo basso. Sei te che hai scelto lui o lui te?

R – Roberto suonava già la chitarra da qualche mese, io nel frattempo, a circa 12 anni, rimasi folgorato da un jingle pubblicitario dei romanzi Harmony. Chiedi a mio padre che cosa fosse a produrre un suono così e mi rispose che era un basso elettrico. Mio zio aveva un vecchio basso chiuso in un armadio, me lo regalò, mio padre mi insegnò un giro di blues e cominciai a suonare con lui alla chitarra ritmica e Roberto che suonava la pentatonica sull’altra chitarra elettrica di casa. Diciamo che io ho scelto il basso ma lui ci ha messo del suo.

D – Un bassista è un chitarrista pentito?

R – No davvero, no! Un bassista riesce a porsi nel mezzo tra ritmica e melodia, è il perno e l’equilibrio. Il basso è uno strumento relativamente giovane, essendo nato negli anni ’50 e oggi è probabilmente lo strumento che si è sviluppato maggiormente, come tecniche, ricerca del gusto e dell’armonia ed espressività. Essere un bassista è coprire un ruolo fondamentale, tanto che spesso il basso lo si nota poco ma, se non ci fosse, si noterebbe l’assenza di un motore, un qualcosa che pulsa.

D – Racconta ai lettori i tuoi esordi…

R – Il primo concerto l’ho tenuto a Tirrenia assieme al grande chitarrista Tolo Marton, in duo, suonando qualche brano; probabilmente avevo compiuto 14 anni da un paio di mesi. Era il 1989, anno nel cui novembre io e Roberto conoscemmo Rolando Cappanera, figlio dell’indimenticato Roberto e nipote di Fabio, batterista e chitarrista della Strana Officina. Quel novembre ci trovammo proprio nello studio della Strana, suonammo circa 3 ore e ci divertimmo un sacco. Nacquero i First Experience, il trio blues che ha portato noi tre a girare in tutta Italia dai club ai grandi palchi, prima da soli come band strumentale e poi con Johnny Salani alla voce, colui che in realtà ci fece conoscere quel novembre.
Con la scomparsa di Fabio e Roberto Cappanera Rolando uscìi da First Experience per proseguire nella Strana Officina, io e Roberto suonammo con altri batteristi anche se io entrai a far parte di un progetto metal proprio con Rolando. Con Rola in definitiva non ho mai smesso di suonare.

D – Poi è venuto l’Ottavo Padiglione…

R – Grande esperienza formativa, fuori dai miei territori sicuri, musicalmente parlando. Roberto era a New Orleans, Rolando faceva il turnista, io entrai in questa storica band e ne uscii con un bagaglio decisamente importante. A 24-25 anni lavorare con produzioni del genere, suonare con una persona estrosa e potente come Bobo Rondelli, cercare di essere preciso sul beat e cattivo o rilassato quando serviva… Insomma, la maggior parte del mio modo di essere professionista e professionale deriva dall’esperienza con l’Ottavo.

D – Dopo?

R. Tanti turni in studio, un po’ di concerti in club e qualche live con Dj ed elettronica, mondi da esplorare tipo l’hip hop e l’house music, la drum ‘n’ bass e la techno. Un altro modo di suonare, quasi meccanizzando l’azione umana e pensando il tempo e la melodia con la mente di un producer di dance. Anche queste esperienze hanno avuto un’impronta forte nel mio stile.

D – E si arriva ai TRES

R – Il cerchio che si chiude e diventa un autostrada! Dai First Experience ai Tres Radio Express Service, io, mio fratello Roberto e l’altro fratello, Rolando. Questo più che un gruppo è un parco giochi dove regnano libertà ed espressività a livelli mai avuti. Non è semplice un trio del genere, per di più strumentale. Il basso è un raccordo tra la batteria potente e determinata di Rola e la capacità di Roberto di cantare con la chitarra. Improntiamo tutto sul groove, mescolando i nostri tre stili che sono di estrazioni completamente diverse ma che per un caso si complementano e si completano. Per me è divertimento allo stato puro, non solo musicalmente, ma anche a livello umano.
D – I fratelli Severini ti hanno scelto per far parte del loro gruppo, i mitici Gang.
Che esperienza è?

R – I Gang sono più di un gruppo. Sono una voce che canta i limiti e le potenzialità della società, le sue storie e le sue radici. Il percorso dei Gang è fatto di mille incontri con luoghi e persone che i fratelli Severini hanno conosciuto in più di 30 anni di carriera. Personalmente vivo il fatto di essere il bassista dei Gang come un onore e un’esperienza formativa. In questi 6 mesi ho imparato cose riguardo la musica, oltre la musica e concetti di rara umanità che mai avrei sperato di poter assimilare. Mi trovo in famiglia coi fratelli Severini e col resto della band, Marzio Del Testa, Jacopo Ciani e Fabio Verdini. Non mi sento il sostituto del bassista precedente,  mi sento il bassista dei Gang, e per questo motivo ho molti stimoli nel partecipare all’arrangiamento delle mie parti e a far girare il mio basso come meglio serve alla band. Marino e Sandro non pongono veti, qui sta anche la loro grandezza: vogliono tirare fuori il meglio secondo le nostre attitudini e lo fanno con grande intelligenza e rispetto. Insomma, lo ribadisco, per me è un onore suonare nei Gang e per i fan dei Gang, grandi persone anche loro.

D – Sta per uscire sul mercato il nuovo lavoro dei TRES dopo un crowfounding che ha visto decine e decine di adesioni, sintomo della grande stima che il pubblico ha di voi. Puoi anticipare qualcosa?

R – Anticipo solo una cosa: è un disco molto diverso dai due precedenti, più maturo, in parte live in parte con sovraincisioni, cosa che nei primi due non c’era. Sono pezzi, nati dal vivo o alle prove, oppure improvvisati in studio. È stata un’esperienza totalizzante perché abbiamo affittato una casa nei pressi dello studio di registrazione stando così a contatto 24 ore su 24; credo che oltre al normale affiatamento questo si senta in tutte le tracce del disco.

D – Ti inorgoglisce un pò il fatto di essere il fratello di uno dei più grandi chitarristi del mondo (mi prendo tutta la responsabilità di questa affermazione) quale è Roberto Luti?

R – Certo! L’ho sempre detto: prima che essere mio fratello, Roberto è il mio chitarrista preferito. Suonare con lui ti porta a suonare in modi che non pensavi neanche di poterti permettere. È uno di quei musicisti che ti fa crescere in un attimo. In più è mio fratello, quindi posso anche prenderlo in giro e scherzarci avendoci la massima confidenza possibile!

R – Metti in fila i 5 miglior bassisti di sempre a tuo giudizio.

D – Jaco Pastorius, Colin Hodgkinson, Donald Duck Dunn, James Jamerson e Victor Wooten