BELLONI BARBARA – Dylan

Molti artisti hanno stuoli di fans, sono seguiti dagli stessi con passione e dedizione…sono stati scelti da migliaia di ragazzi che li hanno innalzati a loro beniamini.

Bob Dylan invece si è scelto lui stesso i suoi fans, uno per uno. Li ha individuati, selezionati e…scelti. Ha accompagnato loro durante tutta la loro vita, senza lasciarli mai e soprattutto senza mai tradirli o deluderli. Anche adesso che è un vecchio saggio, il nonno al quale fare le confidenze più intime, rivelare i segreti anche più “bastardi”, lui è lì, pronto a tendere l’orecchio, ascoltare, consigliare, senza mai giudicare. Tra i giovani da lui scelti c’è anche Barbara Belloni.

E Barbara ha deciso di omaggiare Bob con un ottimo lavoro, prendendo alcune canzoni del Premio Nobel per la Letteratura , farle sue, interpretarle alla sua maniera, personalizzandole, senza mai cadere nell’errore di fare una fotocopia dell’originale.

Per fare questa ha chiesto aiuto a musicisti più che validi, naturalmente facenti parte della schiera di “scelti”: Flamiano Mazzaron e Stefano Stella alla chitarra, Alessandro Arcuri al basso, Pippo Guarnera all’organo e Vincenzo Barattin a legare il tutto dettando i tempi con la sua batteria.

Il risultato è sorprendente . “Dylan” è un disco fresco, rivitalizzante, cantato benissimo e suonato meglio…

La band non è mai invadente mettendosi completamente al servizio della bella voce di Barbara che riscopre anche pezzi non propriamente capolavori riconosciuti ( ma in un sacchetto colmo di diamanti puoi “tirar” su qualunque pietruzza che brilla comunque ).

Blind Willie McTell è un gioiello, impreziosito dalla presenza di Paul Millns al piano e dai “ricami” della National Steel Guitar del grandissimo Roberto Luti mentre in A Hard Rain’s a-Gonna Fall Barbara chiede il permesso a Janis (l’inizio sembra Me and Bobby McGee….).

Make You Feel My Love è sussurrata, piena d’amore, invece Slow Train Coming è rabbiosa, sentita, cantata “di pancia”, per finire a This Wheel’s on Fire che sarebbe piaciuta anche a Rick Danko.

Si, c’è ancora vita là fuori…

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