SAVERIO MORANDI

Fred Fighters

Il cantante dei Destructive

D Saverio Morandi, cantante. Quando hai “avuto l’illuminazione ” essendo così giovane, solo 14 anni ?

R Ho avuto “l’illuminazione” circa ad inizio 2023, quando il chitarrista (Giorgio Schiatti) e il batterista (Samu K) mi hanno contattato su Instagram dicendomi se ero interessato a prendere lezioni di canto, per diventare il loro cantante. Da lì ho iniziato a prendere passione ed unirmi a loro.

D Essere figlio d’arte ti ha portato ad avvicinarti al rock fin dai primi anni di vita ?

R Sì, in casa mia è pieno di musicisti o appassionati di musica, VERA musica, ho iniziato ad ascoltare musica rock da quando avevo 6 anni, soprattutto metal e punk. In quel momento iniziava la mia passione che sono sicuro continuerà per sempre, band o non band.

D Sei il frontline dei Destructive…come è nato questo gruppo?

R Questo gruppo è nato circa 3 anni fa, il fondatore è Samu K, il batterista, che incontrò Giorgio Schiatti e presero questa decisione insieme, io mi unii a loro esattamente il 13 Aprile 2023, poco prima del bassista (Nikky Blonde) il 6 Maggio 2023. Il nome Destructive non è quello originale, prima ci chiamavamo Black Ravens.

D Nel fine settimana avete debuttato al Mississippi di Stagno…come è andata ? Emozionato ?

R Sì, abbiamo debuttato con un pubblico di un centinaio di persone, una vera e propria emozione! Un grande inizio.

D Quali sono i cantanti ai quali ti ispiri…quelli che magari imiti davanti allo specchio ?

R Quelli a cui mi ispiro sono; James Hatfield (Metallica), Per Yngve Ohlin-Dead (Mayhem) e Glen Allen Anzalone-Danzig (Misfits).

D Metal sound o anche altro ?

R Mi ispiro solo al Metal, di tutti i generi, soprattutto heavy, thrash e black.

D Progetti futuri ? Altri concerti o magari un cd ?

R In futuro abbiamo in programma altri mini live e concertini, ma anche la registrazione di un disco composto da 5-6 canzoni.

D Pensi che la tua città dia spazi adeguati per chi come te, giovanissimo, si avvicina sulla scena rock o potrebbe e dovrebbe fare di più ?

R Nela mia città negli utlimi anni non molta gente ascolta metal/rock, spero le cose cambino e noi vogliamo dimostrare di meritare l’affetto della gente, e vogliamo essere orgogliosi di essere riconosciuti come una metal band da Livorno.

D Che ne pensi della musica del passato ? Trai ispirazione fondamentale o la metti da parte ?

R La musica del passato mi piace molto, sicuramente il metal negli anni 80 aveva il suo periodo d’oro, con dischi di debutto e band fantastiche, concerti emozionanti e molte più persone al seguito.

D Chi è Saverio Morandi ?

R Fred Fighters (F-F), pseudonimo del mio vero nome, cioè Saverio Alessandro Morandi, il cantante della metal band “Destructive”. Sono un vero e proprio appassionato di musica metal e rock, avendo anche genitori e parenti che mi hanno trasmesso la passione, soprattutto metal thrash, death e black, punk. Oltre la musica faccio palestra (per ora in casa), osservo le stelle insieme a mio zio Alessandro Sebastian Morandi, appassionato di astronomia e scienze terrestri.

Sono molto appassionato di aerei sin da quando avevo 3 anni, anno in cui presi il primo volo (2012). Frequento l’I.T.I.S Galileo Galilei di Livorno, la mia città natale. Abito a Stagno e a Livorno, nel quartiere di Coteto, zona sud.

Il mio sogno è quello di poter diventare una vera e propria star della musica e di rispettare e essere rispettato nell’ambiente rock e venir riconosciuto con onore.

THE ROLLING STONES Hackney Diamonds

La domanda che alcuni amici mi hanno fatto all’uscita del nuovo album dei Rolling Stones è stata : “Ma c’era bisogno di un nuovo loro album?”

Per assurdo facciamo finta che Caravaggio, Botticelli, Modigliami, oppure Beethoven, Mozart, Bach siano sempre vivi e ultracentenari…forse non vorremmo che facessero nuova musica o un nuovo dipinto? Certo che si !

Un uomo ha qualcosa da dire sempre, sia a 20, sia a 40, sia a 80 anni e oltre.

Tornando alla realtà,vediamo artisti come Willy Nelson, Eric Burdon, Bob Dylan, Roger McGuinn e molti altri che a oltre 80 anni sfornano dischi sempre all’altezza della loro fama.

Hackney Diamonds è un gran disco.

Il primo senza Charlie, dove i Rolling fanno semplicemente i Rolling e tanto basta.

Ospiti/amici importanti come Paul McCartney, Elton John, Bill Wyman, Steve Wonder per finire a Lady Gaga accompagnano le pietre in questo viaggio.

In due brani c’è anche la sorpresa graditissima di Charlie alla batteria, per il resto sostituito dal treno Steve Jordan, un autentico martello.

Dopo 18 anni dal loro ultimo lavoro “vero” ci regalano una manciata di ottime canzoni con alcune che avrebbero potuto ben figurare nei loro album cosiddetti migliori.

Ballate stupende, vedi Depending On You o Driving Me Too Hard o ancora Tell Me Straight oppure pura violenza stradaiola in Bite My Head Off o il coltello affilato di Live By The Sword .

Un discorso a parte merita Sweet Sound of Heaven , la perla, la canzone che illumina la notte, il pezzo che andrà a fare compagnia nei testi universitari a venire per entrare nella leggenda.

Sette minuti di rock, gospel, soul, ma anche sudore, lacrime, polvere, speranza.

Lady Gaga duetta con Mick da grande artista che è, la sua voce si integra alla perfezione con quella di Mick ma lasciatemi fare una considerazione un po’…blasfema.

Chiudete gli occhi e immaginate per un momento che a duettare con Mick ci sia Lisa Fischer, con la sua calda, avvolgente, ammagliante voce…la canzone andrebbe direttamente in paradiso, come dice il titolo.

Rolling Stone Blues chiude il cerchio.

Un blues, dove Mick e Keith si ritrovano da soli come 65 anni fa in un vecchio scantinato, con solo chitarra, armonica e voce a suonare quei vecchi blues che tanto adoravano.

Con un blues tutto ha avuto inizio e chissà, forse con un blues tutto finisce.

Nel frattempo sono sicuro hanno anche voluto dire :” We are us and you aren’t a dick !”

MAURIZIO PAOLI

D Maurizio Paoli, chitarrista…penso fin dalla tenera età…come nasce il tuo amore per questo strumento ?

R Nasce dall’adolescenza, un amore nato per caso

D Nel 1965 nascono i Falchi…4 amici di Shangay

R In quegli anni i complessini nascevano un po’ ovunque in città e anche noi di Shangay facemmo la nostra parte

D E’ vero che tutto nacque a seguito di un tuo incidente con frattura di una gamba ?

R La frattura alla gamba mi costrinse al riposo per un paio di mesi. Mario Finocchiaro, amico e vicino di casa, veniva spesso a farmi visita e naturalmente portava la sua chiatarra…da li nacque l’idea.

D Il vostro repertorio spaziava dai Beatles ai Rolling Stones…suonavate al Piper, alla Caravella, bei tempi…che ricordi hai ?

R E si..bei tempi…se ci ripenso mi viene la nostalgia.

Pensa che l’arrangiamento di una canzone dei Black Stars ci dette l’opportunità di fare un provino presso la casa discografica Equipe di Torino.

D E’ vero che faceste nel 1968 da apripista ai Corvi?

R E’ proprio vero. Era l’estate del 1968 e i Corvi si esibirono alla Caravella di Forte dei Marmi e noi aprimmo la serata. Che soddisfazione !

D Alla fine del 1969 il complesso si sciolse…che successe?

R Ironia della sorte…fu tutta colpa del provino di Torino. Quella opportunità decretò la fine del gruppo poiché alcuni genitori non dettero il permesso di questo viaggio-speranza.

D Da allora hai appeso la chitarra al chiodo o ai continuato a suonare?

R Non ho appeso la chitarra al chiodo ma non ho più fatto parte di un gruppo.

D Quali erano i chitarristi a cui ti ispiravi?

R Ho sempre avuto un debole per Eric Clapton

D Tutti noi abbiamo un rimpianto, una occasione perduta…musicalmente parlando quale è il tuo più grosso rimpianto?

R Facile individuarlo: si torna sempre a Torino…chissà…magari non avremmo fatto una bella figura, ma….chissà.

D Chi è oggi Maurizio Paoli ?

R Un pensionato che ha cambiato un po’ i suoi gusti musicali…mi piace tutta la musica ma ogni volta che ascolto l’intermezzo della Cavalleria Rusticana o Nessun dorma di Pavarotti accompagnato dalla pattuglia acrobatica dell’aeronautica mi metto a piangere .

Sono anche un nonno felice, ho ancora una chitarra acustica ed ogni tanto la suono ma il mio cruccio nonostante i vari tentativi, e’che nessuna delle mie 4 nipoti ha amore per la musica .

BAR VELOCE

Il volume di racconti di Massimo Volpi, Bar Veloce, è un libro ricco: ricco di aneddoti, denso di vita vissuta… La linea conduttrice che crea un collegamento tra i singoli testi è quella del bisogno di autenticità, della necessità profonda di raccontare pezzi della città, Livorno, ma anche scene di quartiere, vicende ambientate nei bar, battute sagaci, producendo narrazioni piene di potenza, di ironia, ma anche di malinconia. (Lamberto Giannini).

PAOLO MONTELLA

D Paolo Montella chitarrista e violinista. Partiamo dall’inizio…immagino chitarrista fin dalla tenera età…

R Ho iniziato a suonare la chitarra all’età di circa 12 anni, prendevo lezioni dal mitico Tony di Music City.

D Negli anni 70 fai parte anche di un ottimo gruppo: Gli Idoli. Bei tempi, bella musica, che ricordi hai?

R Alla fine degli anni 60 inizia l’avventura degli Idoli. Il piacere di fare musica insieme, le prove, le serate. Avevamo due impresari che ci mandavano in giro soprattutto nel livornese, pisano, lucchesia e noi partivamo compatibilmente con gli impegni scolastici, e lavoravamo molto in estate. Eravamo minorenni, ci dovevano accompagnare un babbo guidava il furgone con gli strumenti. Ho magnifici ricordi di quel periodo: la passione per la musica e l’amicizia che era nata fra tutti i componenti del gruppo ci faceva passare ore fantastiche insieme tra musica e divertimento. Sono trascorsi così una decina di anni poi gli impegni di lavoro o di studio, io ero all’Università. Tempo ne rimaneva poco e ognuno ha preso strade diverse, è stato tristissimo ma comunque abbiamo vissuto un periodo fantastico.

D E poi il grande amore per il violino…

R Negli anni del gruppo musicale mi era nata la voglia di studiare la musica. Trovai una insegnante amica di famiglia violinista che accettò di insegnarmi la musica. La presenza del violino che mi faceva ascoltare fu un colpo di fulmine e iniziai anche lo studio di questo fantastico strumento.

D La chitarra abbandonata del tutto?

R Assolutamente no, sempre suonata per me e gli amici. Ho fatto per anni piano bar con la chitarra e la tastiera.

D Come violinista entri a far parte dell’Ensemble Bacchelli…

R Ho fatto il fotografo di professione e tempo ne avevo poco ma ho sempre suonato e studiato, ripeto facevo serate di piano bar, non pensavo all’orchestra, ma fu l’incontro con un componente dell’ Ensemble, che mi invitò nel gruppo a fare scattare la molla. Conoscevo già da tempo Rita Bacchelli che mi accettò, così oltre al piacere immenso di stare al centro delle note, di suonare quei pezzi classici che avevo da sempre ascoltato, si è consolidata l’amicizia con questa fantastica donna e direttrice eclettica.

D Tra gli Idoli e L’Ensemble che hai fatto?

R Come ho detto ho fatto il fotografo di professione, la fotografia è un altro mio grande amore. Ho fatto foto di moda, matrimoni, pubblicità, ho tenuto corsi. Mie foto sono apparse in pubblicazioni dei vari settori. Ho vinto premi e avuto segnalazioni in concorsi nazionali e internazionali, insomma è stato lavoro e divertimento insieme e di questo sono contento.

D Quali sono i tuoi mostri sacri, i chitarristi che da piccolo imitavi davanti allo specchio e i violinisti che hanno contribuito alla tua formazione?

R Mi è difficile rispondere a questa domanda, tanti sono i mostri sacri chitarristi e violinisti e ascoltando tutti che mi sono formato e sempre più appassionato

D Progetti futuri?

R Ho un po’ di idee, per adesso preferisco non parlarne.

D Oltre che musicista sei anche pittore e scrittore…

R La pittura e il disegno sono altri grandi amori. Ho iniziato anche questi giovanissimo in età di scuola elementare e non ho mai lasciato. Amo sperimentare tante tecniche dalla grafite al carboncino, pastelli, penne, acquarelli, olio, ecc. Ho fatto mostre collettive, personali e concorsi, ho ricevuto anche dei premi. Sono un accanito lettore da sempre e da sempre scrivo poesie che chiudo in un cassetto, non avevo mai pensato a pubblicarle. L’ incontro con un’ amica scrittrice livornese ha fatto scattare la molla e a Novembre 2022 è uscita la mia prima raccolta di poesie “Solo per il mare” per le edizioni CTL. E’ stato un sogno avverato, una grande soddisfazione.

D Tutti noi abbiamo un rimpianto , il rimpianto di non essere saliti su quel treno che aspettava solo noi…dove andava quel treno ?

R Chissà, alla fine meglio non averlo preso.

D Chi è oggi Paolo Montella?

R Un pensionato che nella vita ha fatto grosso modo quello che più gli è piaciuto fare e continua a fare le solite cose con un po’ più di tempo a disposizione.

PAOLO MONTELLA

D Paolo Montella chitarrista e violinista. Partiamo dall’inizio…immagino chitarrista fin dalla tenera età…

R Ho iniziato a suonare la chitarra all’età di circa 12 anni, prendevo lezioni dal mitico Tony di Music City.

D Negli anni 70 fai parte anche di un ottimo gruppo: Gli Idoli. Bei tempi, bella musica, che ricordi hai?

R Alla fine degli anni 60 inizia l’avventura degli Idoli. Il piacere di fare musica insieme, le prove, le serate. Avevamo due impresari che ci mandavano in giro soprattutto nel livornese, pisano, lucchesia e noi partivamo compatibilmente con gli impegni scolastici, e lavoravamo molto in estate. Eravamo minorenni, ci dovevano accompagnare un babbo guidava il furgone con gli strumenti. Ho magnifici ricordi di quel periodo: la passione per la musica e l’amicizia che era nata fra tutti i componenti del gruppo ci faceva passare ore fantastiche insieme tra musica e divertimento. Sono trascorsi così una decina di anni poi gli impegni di lavoro o di studio, io ero all’Università. Tempo ne rimaneva poco e ognuno ha preso strade diverse, è stato tristissimo ma comunque abbiamo vissuto un periodo fantastico.

D E poi il grande amore per il violino…

R Negli anni del gruppo musicale mi era nata la voglia di studiare la musica. Trovai una insegnante amica di famiglia violinista che accettò di insegnarmi la musica. La presenza del violino che mi faceva ascoltare fu un colpo di fulmine e iniziai anche lo studio di questo fantastico strumento.

D La chitarra abbandonata del tutto?

R Assolutamente no, sempre suonata per me e gli amici. Ho fatto per anni piano bar con la chitarra e la tastiera.

D Come violinista entri a far parte dell’Ensemble Bacchelli…

R Ho fatto il fotografo di professione e tempo ne avevo poco ma ho sempre suonato e studiato, ripeto facevo serate di piano bar, non pensavo all’orchestra, ma fu l’incontro con un componente dell’ Ensemble, che mi invitò nel gruppo a fare scattare la molla. Conoscevo già da tempo Rita Bacchelli che mi accettò, così oltre al piacere immenso di stare al centro delle note, di suonare quei pezzi classici che avevo da sempre ascoltato, si è consolidata l’amicizia con questa fantastica donna e direttrice eclettica.

D Tra gli Idoli e L’Ensemble che hai fatto?

R Come ho detto ho fatto il fotografo di professione, la fotografia è un altro mio grande amore. Ho fatto foto di moda, matrimoni, pubblicità, ho tenuto corsi. Mie foto sono apparse in pubblicazioni dei vari settori. Ho vinto premi e avuto segnalazioni in concorsi nazionali e internazionali, insomma è stato lavoro e divertimento insieme e di questo sono contento.

D Quali sono i tuoi mostri sacri, i chitarristi che da piccolo imitavi davanti allo specchio e i violinisti che hanno contribuito alla tua formazione?

R Mi è difficile rispondere a questa domanda, tanti sono i mostri sacri chitarristi e violinisti e ascoltando tutti che mi sono formato e sempre più appassionato

D Progetti futuri?

R Ho un po’ di idee, per adesso preferisco non parlarne.

D Oltre che musicista sei anche pittore e scrittore…

R La pittura e il disegno sono altri grandi amori. Ho iniziato anche questi giovanissimo in età di scuola elementare e non ho mai lasciato. Amo sperimentare tante tecniche dalla grafite al carboncino, pastelli, penne, acquarelli, olio, ecc. Ho fatto mostre collettive, personali e concorsi, ho ricevuto anche dei premi. Sono un accanito lettore da sempre e da sempre scrivo poesie che chiudo in un cassetto, non avevo mai pensato a pubblicarle. L’ incontro con un’ amica scrittrice livornese ha fatto scattare la molla e a Novembre 2022 è uscita la mia prima raccolta di poesie “Solo per il mare” per le edizioni CTL. E’ stato un sogno avverato, una grande soddisfazione.

D Tutti noi abbiamo un rimpianto , il rimpianto di non essere saliti su quel treno che aspettava solo noi…dove andava quel treno ?

R Chissà, alla fine meglio non averlo preso.

D Chi è oggi Paolo Montella?

R Un pensionato che nella vita ha fatto grosso modo quello che più gli è piaciuto fare e continua a fare le solite cose con un po’ più di tempo a disposizione.

ARIBERTO CARBONCINI

D Ariberto Carboncini chitarrista. Quando hai scoperto l’amore per questo strumento?

R L’amore per la chitarra mi è stato insegnato da mio padre che aveva imparato da suo padre e che io ho trasmesso a mio figlio Riccardo.

D Nel maggio del 1965 formi gli Atomici, gruppo beat, come erano soliti chiamarvi…bei ricordi

R La data precisa non la ricordo ma ero proprio un ragazzino quando con Enrico Demi, Roberto Panciatici, Riccardo Chiesa e Roberto Dell’Agnello si fondò il gruppo “Gli Atomici”, nome suggerito dal babbo di Enrico Demi.

D In quella bellissima estate siete ospiti fissi del Caminetto di Tirrenia e La Casa del Popolo di Zambra…

R Si, abbiamo suonato in quei locali ma non solo. Dopo un po’ il sax di Roberto Dell’Agnello ci lasciò e fu sostituito dal sax di Corrado Lomi. In quel periodo avevamo un contratto per tutta la stagione alla Pergola di Cenaia la domenica pomeriggio. Finito il servizio verso le 18.30-19.00 smontavamo gli strumenti per andare a fare la serata a Nibbiaia: pensa che pazzi.

D Il gruppo ebbe vita breve, si sciolse infatti nel dicembre delo stesso anno, ma riusciste ad esibirvi al Gran Ballo d’Autunno organizzato dal circolo studentesco “Cave 61” nei saloni dell’Hotel Palazzo…una soddisfazione…

R Si fu una bella soddisfazione. Essere scelti per il Gran Ballo d’Autunno non era semplice.

D Sei rimasto in contatto con gli altri Atomici ?

R Per un po’ di tempo si ma poi ci siamo persi di vista. Con Roberto Dell’Agnello sono in contatto via Facebook.

D Hai attaccato la chitarra al chiodo o hai avuto altri gruppi?

R No, non ho attaccato la chitarra al chiodo, anzi: dopo lo scioglimento degli Atomici mi chiamò il gruppo Elite 95 (pensa 95 perchè in 5 avevamo 95 anni…) ed è stata la band con la quale mi sono tolto molte soddisfazioni. Il lavoro non ci mancava ed eravamo assidui in due locali: il Sirena di Rosignano per l’inverno e il Jolly Beach di Marina di Bibbona per l’estate dove a settimana facevamo anche 4 servizi. In questo locale poi, dopo lo scioglimento degli Elite 95 ho suonato con diversi musicisti tra i quali Roberto Galazzo, con il quale ho suonato anche con Aldo e i Consoli. Poi ho suonato anche con Toscano e i Sovrani. Ho smesso di suonare a 50 anni senza dimenticare Marco Shoemberg e Franco Rossiello.

D Quali sono stati i tuoi punti di riferimento, i tuoi mostri sacri, i batteristi che imitavi nella tua cameretta?

R Beatles, Luigi Tenco e Fabrizio De Andrè del quale, come solista, ancora oggi faccio qualcosa.

D Tutti noi abbiamo rimpianti o rimorsi, musicalmente parlando, qual’è il tuo più grande rimpianto ?

R Sinceramente non ho rimpianti, forse qualche piccola delusione ma rimpianti no.

D Chi è oggi Ariberto Carboncini ?

R Un piccolo imprenditore con una azienda di costruzione di insegne luminose con 13 dipendenti e che lavora ancora nonostante i suoi 74 anni ma sempre innamorato della musica.

ALESSANDRO BALDESCHI

D Alessandro Baldeschi…batterista fin dalla nascita immagino…per la gioia dei tuoi vicini di casa…

R In verità ho iniziato a suonare la batteria un po’ tardi…avevo 16 anni. Devi sapere che io sono nato a “pane e musica”: mio nonno suonava il bombardino nella banda cittadina e mio babbo era un virtuoso; suonava infatti il sassofono, il clarinetto e il flauto. La sera non avevamo ancora la televisione e la radio era il nostro passatempo; naturalmente in un ambirnte familiare del genere era facile sintonizzarsi sui canali musicali. Avevo 10 anni quando mio padre decise che dovevo frequentare l’Istituto Mascagni e imparare a suonare il violino. Ma quello strumento non faceva per me, con gran rammarico di mio padre. A 16 anni la “svolta”: un mio caro amico mi propone di iniziare a suonare la batteria di sua proprietà. Io non ho mai avuto una batteria in casa mia…andavo in Via San Luigi..quindi la gioia era tutta degli inquilini di quello stabile.

D Hai iniziato nel lontano 1965 con il gruppo Siderali suonando soprattutto nei circoli rionali riscuotendo molti consensi…bei tempi…

R Nel 1963 fui assunto alle Poste e con il mio primo stipendio mi feci un bel guardaroba alla moda, ma con il secondo comprai una bella batteria. Nacquero nel 1965 i Siderali riscuotendo da subito un bel consenso. Circoli rionali ma non solo ci davano la possibilità di esibirci e noi lo facevamo molto volentieri. Poi come spesso succedeva, le fidanzate di alcuni sciuparono tutto e il gruppo si sciolse.

D Poi nel 1967 dalle ceneri dei Siderali nascevano i Lords..che ricordi hai?

R Delle cosi dette ceneri c’ero solo io. Ma non fu difficile “mettere su il gruppo”. A quel tempo all’Attias c’era un vero e proprio “mercato del musicista”; la vicinanza del negozio Pietro Napoli faceva si che molti musicisti livornesi frequentassero la zona e così nacquero i Lords.

D Il vostro era un repertorio fatto di cover molto accattivante…

R Si faceva tutto per tutti. Nelle sale da ballo dovevamo “andare dietro alla moda “ musicale del tempo, dovevamo suonare “i balli” del momento, far ballare la gente. I proprietari di dancing ci cercavano soprattutto in estate ma non solo. Il Jolly Beach di Bibbona ci fece un contratto da giugno a settembre…tutte le sere meno il lunedì. Era duro ma gratificante. In inverno invece ci chiamavano a suonare nelle feste comandate e nelle feste private.

D Nel 1970 il geuppo si scioglie…che successe?

R Non è esatto che si sciolse: si modificò. Fidanzamenti, matrimoni, lavoro, orari fecero si che alcuni elementi abbandonassero il gruppo mentre altri li sostituivano. Le sale da ballo avevano scelto di cambiare, i dj avevano preso il posto delle orchestre ma rimanevano sempre le varie feste di partito che permisero al gruppo di lavorare fino al 1998.

D Hai avuto altri complessi o hai “attaccato le bacchette al chiodo” ?

R Dopo una breve parentesi nei Sovrani con Gigi Orlandi ho attaccato le bacchette al chiodo. Pensa non ho più neanche la batteria!

D Quali sono stati i tuoi mostri sacri, i batteristi che imitavi davanti allo specchio ?

R Sinceramente nessuno. Non avevo un modello al quale mi ispiravo.

D Gli anni ’60…anni irripetibili…la musica, la gioventù…raccontaci

R Ci vorrebbe un libro! Gli anni 60…un sogno: gioventù, belle ragazze, una vita spensierata…non mi far ricordare…

D Tutti noi abbiamo rimorsi e rimpianti che ogni tanto fanno capolino…musicalmente parlando, qual’è il tuo più grande rimpianto ?

R Uno grosso. Era il 1978 quando fui contattato dall’impresario Bentivoglio. Voleva costituire un trio: pianoforte, basso e batteria per fare musica d’ascolto durante il pranzo e la cena al Gran Hotel Hilton di Abu Dabhi che al tempo si chiamava Repubblica Araba Unita e era sul punto di esplodere turisticamente. La paga? 3 milioni e mezzo al mese quando alle Poste guadagnavo 600.000 lire. Non ci crederai ma dissi di no. Un altro rimpianto è quello di non avere studiato musica e uno strumento individuale. La batteria infatti è si uno strumento ma ha bisogno della “compagnia” di altri strumenti. A conti fatti, mio padre aveva ragione.

D Chi è oggi Alessandro Baldeschi ?

R Un pensionato ancora innamorato della musica che pagherebbe oro per tornare a sedersi dietro una batteria.