VAN DER GRAAF GENERATOR – Viareggio 4/8/1972

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Quello dei Van Der Graaf Generator è stato il mio primo concerto rock al quale ho assistito.

Non avevo ancora 17 anni. Dopo essere stato fan sfegatato di Gianni Morandi avevo da poco scoperto i Beatles, Rolling Stones, Dylan, Neil Young.

Non sono mai stato un fan del prog, neanche quando in Italia se non amavi ELP, Gentle Giant, King Crimson, Yes e compagni eri guardato come un alieno.

Mi piacevano solo i Genesis e i Van Der Graaf Generator.

Quindi quando si seppe che avrebbero suonato a Viareggio feci di tutto per andarci.

Dal vivo avevo visto Mal dei Primitives e Patti Pravo ai bagni Pancaldi e Massimo Ranieri ai Fiume…dovevo fare il salto di qualità!

Naturalmente in risposta alla mia domanda di poter andare i  miei risposero con un secco no!

Quelli erano i tempi in cui un sedicenne, anche se quasi diciassettenne, non aveva le chiavi di casa, non faceva fuori le 3 di notte, non mandava a quel paese i genitori.

La mia salvezza fu il mio amico Nello, un pò più grande di me, che abitava sullo stesso mio pianerottolo.

“Ragazzo serio” diceva mamma…”Un pò meno quel suo amico musicista capellone” (tal Enrico Rosa, grandissimo chitarrista, futuro leader del gruppo Campo di Marte).

Nello “giurò” che non mi avrebbe perso di vista, mai, neanche per un minuto!

Fu così che andai…con Nello…a Viareggio…a vedere i Van Der Graaf.

Arrivammo davanti al Piper 2000: sinceramente me lo immaginavo un pò più “maestoso”. Molti ragazzi fuori ad aspettare di entrare.

piper

Io ero tra i più giovani…mi sembrava di essere in un altro mondo…grazie Nello!

Entrammo in quello che all’interno si rivelò un ottimo locale: poltrone, sedie e il palco in fondo.

Se non sbaglio stava suonando il gruppo La Vecchia Locanda: non mi piacevano.

Poi il buio e…prima Guy Evans, poi Hugh Banton.

A seguire, quasi insieme, David Jackson e Peter Hammill : un boato.

Rimasi estasiato dall’atmosfera. Mi colpì la forza e la dolcezza che emanava Peter e la natura selvaggia di David e il suo sax.

Per giorni ho avuto nella testa e sul piatto del giradischi “Refugees” e “Darkness”.

Avevo avuto il battesimo del rock dal vivo. Mi ero così incamminato su quella lunga strada fatta di concerti su concerti.

Che non finisca mai!

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