FABIO MANDATORI

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D Fabio Mandatori, chitarrista da sempre…

R Sinceramente non mi son mai sentito musicista o chitarrista ma la musica è sempre stata presente nella mia vita. Tutti i miei amici di gioventù strimpellavano qualcosa, quindi comprare la prima chitarra a 16 anni era quasi d’obbligo…anche la seconda, ma erano cose “da spiaggia”

D Quali sono stati i gruppi con i quali hai suonato. Raccontaci.

R Arrivato a Livorno nel 91 frequentando locali dove si suonava, Gigios, Cave e Zeba Ugo. Conobbi persone con la stessa mia “malattia”: la musica. Tra di esse c’era la categoria “io 20 anni fa suonavo” e con questi iniziammo a vederci in sala prove anziché in birreria, fino ad arrivare ad una formazione con Stefano Reali, Michele Nocera, M.G Sirenio, Sebastiano Buccheri e con l’arrivo di Gianni Ponzetta, che ci diede una quadratura, diventammo la Steave Astinence prima e le Anime Inquiete poi. Cover ’70, band scalcagnata ed approssimativa ma divertentissima. Avevamo un palco impressionante, ci presentavamo come una vera Band, tutti in costume, tre o quattro chitarre a testa sul palco, sembravamo veri. Anni divertenti ed irripetibili :giocavamo a far le rockstar a 40 anni. The Gulliver, Sabina dal Canto, Giancarlo Aiello, Alessio Mazzei, Francesco del quale non ricordo il cognome. Tutti ragazzi con esperienza alle spalle più di me. Con loro si coverizzavamo i ’60, beat… e si dava corpo a pezzi nostri. Con questi ragazzi ci trovammo a Ciampino inseriti in un contest dedicato a Faber, visto che era un anno che era morto. Ci fecero arrangiare Bocca di Rosa, la facemmo acida sembrava un pezzo dei CCR. Tornammo a casa con tre premi: critica, pubblico e miglior arrangiamento e fummo premiati da Tiberio Murgia il mitico “Ferribotte”. Terzo ed ultimo gruppo sono stati i “Liberi d’evadere” gruppo formato con i detenuti di Gorgona. Bellissima esperienza umana e con loro ci levammo una bella esperienza: salimmo sul palco del Love Festival nel 2009. Per i ragazzi della band fu bellissimo.

D So che sei un gran fan dei Rolling Stones? Sono loro il tuo gruppo di riferimento?

R I Rolling Stones per me son tutto, sono la summa di tutta la musica che a me piace…sono uno stile di vita.

D Sei un livornese di importazione…che ne pensi della scena musicale attuale in città?

R Conoscevo Livorno musicale ancor prima di venire ad abitarci. Frequentavo abitualmente il festival di Pistoia e li ebbi modo di aver qualche assaggino di Livorno con Ottavo Padiglione, Mimmo Wild Mollica, First Experience. La città è una potenza: 160.000 mila abitanti con 350/400 band in attività, tra professionisti ed appassionati, categoria a cui appartengo. La città ha eccellenze che vanno oltre i confini nazionali ed il bello è che queste eccellenze non son concentrate in un unico genere Si può sentire del blues o del jazz ma anche indie o underground, il tutto fatto molto bene

D Rock e blues…non si sbaglia mai…

R Ma si…rock e blues e si cade sempre in piedi, anche se mi sento molto rock

D C’è la possibilità che tu riprenda in mano la tua chitarra per suonare davanti ad un pubblico?

R Sul fatto che io possa montare ancora sul palco… Intanto ci vuole una band, io non sono “il chitarrista”, io sono una seconda chitarra,lavoro dentro il gruppo. Mi definirei più da fondino che da palco… Ma il palco ha l’adrenalina e quindi non escludo nulla

R Ovunque ci sia musica dal vivo si trova Fabio Mandatori…qualche musicista livornese che ti “fa impazzire”?

R Musicisti a Livorno che mi piacciono ce ne son molti. Cito quelli più vicini a me: Bobo Rondelli lo conosco da sempre ,Mimmo Wild ed il compianto Manlio Pepe son state le prime due persone incontrate, Leandro Bartorelli ha un buon presente ed un ancor ottimo futuro Ma tu mi hai chiesto chi mi fa impazzire: sono Roberto Luti, Simone Luti e Rolando Cappanera, i TRES, il miglior trio in circolazione non solo in Italia. Stravedo per la Luti’s Family.

D Chi è oggi Fabio Mandatori?

R Fabio oggi è una persona contenta, il 2 esce l’ultimo dei Rolling, oggi mi diverto con un gruppo d’amici, entriamo in un fondino chiudiamo la porta, il mondo resta fuori e noi torniamo bambini con i nostri costosi giocattoli al collo, che in fondo è un po il desiderio di tutti.

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