ROBERTO CAROTENUTO

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D: A 13 anni chitarrista dei Pianeti… uno dei gruppi più famosi a Livorno negli anni ’60…

R: Hai detto bene Massimo, figurati che una delle prime foto pubblicate sul Tirreno ci raffigurava abbracciati alle nostre chitarre e come titolo aveva “50 ANNI IN QUATTRO”. Abbiamo cominciato molto presto, tutti a lezione a casa dal maestro Renzo Pacini, che in poco tempo riuscì a darci le basi per iniziare la nostra avventura musicale.
D: Ancora si parla soprattutto a Coteto di quando vi vennero a prendere i New Trolls… una bella soddisfazione…
R: In realtà non vennero a prenderci i New Trolls, ma successe che una domenica stavamo provando i suoni per lo spettacolo della sera a Empoli ed a Nico saltò la testata dell’amplificatore, noi ce l’avevamo uguale e perciò Raul montò sul Lamborghini Miura e con Nico vennero alla nostra cantina a prendere quella in sostituzione, chiaramente nello stupore degli abitanti di Coteto.
D: Ricchi e Poveri, Marcella, Donatello, Domenico Modugno, PFM… avete suonato insieme ad artisti che diventeranno famosi…
R: Hai nominato cantanti e gruppi che in quegli anni andavano per la maggiore e non hai citato i Delirium, i Rokes al Piper di Viareggio, Gianni Nazzaro, Orietta Berti, Iva Zanicchi, Mino Reitano ed i suoi fratelli. Noi abbiamo avuto la fortuna di condividere momenti musicali fantastici, aprendo tutti i loro concerti,spesso andando a cena con loro e talvolta ci è capitato persino di andare a trovare i New Trolls a Genova al ristorante di Vittorio De Scalzi. Tutto ciò fu reso possibile perché avevamo in comune lo stesso impresario musicale livornese, Carlo Vernassa, da poco scomparso.
D: Ho una vostra foto con Claudio Villa. Come lo avete conosciuto?
R: Perdonami, ma di Claudio Villa non ho un ricordo ben preciso. Sono sicuro che abbiamo suonato con lui a una festa dell’Unità a Livorno, anche se la foto mostra un locale di Tirrenia o di Marina di Carrara.
D: Eravate giovani, famosi, con una carriera davanti… nel 1974 vi siete sciolti nello stupore generale. Cosa successe?
R: Con esattezza non ti saprei dire perché nel 74 ci siamo sciolti, non ho mai analizzato attentamente. Certamente ci furono una serie di concause: vuoi che iniziavamo ad avere cervelli diversi con visioni anche opposte sulla musica di quel momento che offriva uno scenario stravolgente, innovativo, ma evidentemente non per tutti noi così affascinante; vuoi che avevamo fatto marcia indietro tre, quattro volte alla RCA di Roma col maestro Pintucci, che ci teneva sotto controllo, ma che ci chiedeva qualcosa di nostro. Lì nasceva il nostro limite, non avevamo una preparazione musicale adeguata, avevamo bisogno di studiare seriamente, e fondamentalmente avevamo bisogno che qualcuno ci prendesse per mano e ci indicasse la strada da seguire, non eravamo più i bambini prodigio…penso che questo momento difficile noi l’abbiamo vissuto come un fallimento anziché come uno stimolo per proseguire ed arrivare all’obiettivo. Eravamo veramente ad un passo! Peccato…
D: Che ricordi hai della scena beat livornese di quegli anni?
R: In quegli anni Livorno era veramente piena di cantanti solisti e gruppi con molti dei quali ci confrontavamo spesso sui palcoscenici labronici. Ricordo in particolare il CANTAREFERENDUM (sul Tirreno c’erano i tagliandi da ritagliare e riempire con le preferenze) e poi le finali con i DOARS, I CERBIATTI, I FOLKS, GLI MK5, I FRATELLI PELAGATTI, I CUORI DI PIETRA, ANNA MAZZERANGHI, STEFANO CORSI ed altri. C’erano altri gruppi che erano un gradino più su, tipo i Modì, i Rangers col mitico Carlo Casadio e più in alto i Satelliti, veramente bravi, che però non si abbassavano a tali manifestazioni canore.
D: Un paio di anni fa avete fatto una splendida reunion… qualcosa bolle in pentola visto che alcuni gruppi degli anni ’60 come le Mummie, i Damurai, i Titani si sono ricostituiti e fanno delle serate?
R: Sì, un paio di anni fa, per ricordare due bassisti di Coteto che purtroppo ci hanno lasciato, Raul Laucci dei Pianeti e Fabio del Giudice dei Doars, abbiamo organizzato una giornata di musica intitolata “TUTTO INIZIA DAL BASSO” dove, per l’occasione, ci siamo riuniti con qualche variante; con noi avevamo il figlio di Raul, Dario Laucci al basso, mio figlio Luca Carotenuto, che ci aiutava con chitarra acustica e voce e col mitico Renzo Pacini, che si era unito col suo Sax in alcuni brani. La festa riuscì bene, tanto pubblico e tutti molto contenti. Credo che presto riproporremo qualcosa di simile, in virtù del fatto che Renzo Pacini ha scritto un libro, il cui titolo riprende quello della giornata di musica e vorrebbe presentarlo in occasione di una festa musicale, con la partecipazione di un sacco di gruppi amici di quegli anni.
D: Al di là dei Pianeti, so che suoni ancora… che progetti hai?
R: La musica, sai benissimo, che ti accompagna per tutta vita, ce l’ho nel sangue; con i Pianeti ci ritroviamo un paio di volte al mese da Percorsi Musicali, dove usufruendo di sale attrezzate continuiamo, senza pretese, il nostro percorso senza nessun obiettivo di apparire in pubblico, se non per qualche evento particolare. Personalmente, nel poco tempo libero delle mie giornate, sto studiando ed esercitandomi con un certo impegno aiutandomi con lezioni on line.
D: Roberto, qualche rimpianto? Qualche occasione perduta? Tu potessi tornare indietro…
R: Oggettivamente valutando bene il trascorso musicale giovanile, penso che abbiamo perso il treno in corsa: in quegli anni avevamo tutte le carte in regola per fare il passo che contava, ci sono mancati la costanza e lo spirito di unione, che nei momenti difficili è essenziale; certo è che a 15, 16 anni non eravamo ancora maturi per capire e decidere quale fosse la strada giusta da percorrere. Più che tornare indietro io guarderei al futuro, perché nella mia stessa situazione ora si trova mio figlio Luca con il suo SINFINICO HONOLULU, un gruppo fuori dalle righe, coinvolgente, e musicalmente molto preparato, quarant’anni fa sarebbe esploso sicuramente! Spero per loro in un pizzico in più di fortuna.
D: Chi è oggi Roberto Carotenuto?
R: Roberto Carotenuto, su continua insistenza di babbo Gigi che faticosamente negli anni è riuscito sempre a tenerlo con i piedi per terra, nel 1975 si è diplomato come Geometra e da lì, prima con la cooperativa del padre e via via con altre imprese, si è sempre occupato di cantieri edili fino ad oggi che, con il figlio Luca da sei anni gestiscono l’impresa edile familiare EDILC.

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D A 13 anni chitarrista dei Pianeti…uno dei gruppi più famosi a Livorno negli anni ’60…

D A 13 anni chitarrista dei Pianeti…uno dei gruppi più famosi a Livorno negli anni ’60…

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