MASSIMILIANO PIETRINI

Massimiliano Pietrini

D Massimiliano Pietrini…nato con la chitarra in mano…
R A casa la musica c’è sempre stata, soprattutto con mio fratello Mauro che già suonava giovanissimo, gli strumenti musicali a casa nostra non sono mai mancati.
La scintilla però scocco un giorno che mi ritovai per le mani una vecchia chitarra diciamo “presa in prestito” in un vecchio fondo nel cortile del quartiere dove abitavo. Qualcuno l’aveva abbandonata ( o almenio spero) li dentro ed era una cosa da quattro soldi del tipo con le corde in nylon da studenti e in condizioni pietose. Avevo circa dieci anni quella fu la prima chitarra veramente mia (o del padrone del fondo secondo i punti di vista) e da li è partito tutto. Poi io sono nato negli anni 60 (1966) il periodo d’oro per la musica. Non poteva essere altrimenti.

D Il tuo primo gruppo fu Ottalido, Cover dei Beatles, Rolling Stones, Kinks…un bel sentire
R Non proprio, in realtà ce ne sono stati altri prima, niente di che, roba da ragazzi , durati dall’alba al tramonto. Nei primi anni 80 il solo trovare un posto dove suonare, ma anche comprarsi uno strumento serio o un impianto voci era un’impresa ardua. Soprattutto per chi iniziava e magari ancora andava a scuola e non aveva molte risorse economiche racimolare qualche soldo per l’affitto di una stanza o da investire per una strumentazione decente era dura.
Era anche uno dei motivi per cui tanti progetti musicali naufragavano.
Poi si sa intorno ai 13 -14 anni le priorità sono altre. Chi riusciva a far coesistere voglia di suonare, le ragazze, lo studio o il lavoro, andava avanti .
C’era una “scrematura” o “selezione  naturale” se così vogliamo chiamarla.  Molti che conosco e che al tempo ci credevano e suonavano sono ancora in giro a farlo. Altri sono semplicemente invecchiati.
Negli Ottalido entrai perchè il loro chitarrista, l’amico Silvano Storpi lasciò il gruppo e fui invitato a prenderne il posto. C’era Stefano “Steve” Reali alla voce, mio fratello Mauro al basso, Giovanni Venturi alla batteria e Luca Scotto alla chitarra. Nell’ultimo periodo se non ricordo male e per breve tempo entrò in formazione Luca Boldrini alla batteria. Come hai detto tu il repertorio era in gran parte formato da cover.
Uno dei primi gruppi “seri” comunque furono gli Unnamed. chiamati così con poca fantasia perche non riuscivamo a trovare un nome
Era il gruppo di “famiglia”. C’era mio Fratello Mauro alla chitarra e alla voce , mio nipote Emiliano al basso e Mirco Bonaccorsi alla batteria. Io suonavo la chitarra e cantavo. facevamo pezzi nostri e cover. Provavamo in una vecchia casa di contadini che mio fratello e altri ragazzi avevano preso in affitto su una collina di Castel Anselmo, precisamente in quella che veniva usata come stalla e che era stata trasformata in sala musica e prove. Non aveva insonorizzazione alle pareti e durante le prove visti i volumi non proprio bassini ho davvero rischiato di diventare sordo!
Nell’ultima formazione di quel gruppo fece parte anche il “Conte” che da lì a poco insieme a mio fratello Mauro andarono a formare I FURMINANTI.

Un bel periodo. Anche se non è stato il massimo per vari motivi (mio padre morì poco tempo prima della formazione del gruppo) mi sono divertito molto. Dopo ho dovuto fare i conti con la vita, ma un po come tutti credo.

D Cambio di alcuni elementi e nome e nascono i Be Side, rigorosamente Beatles tribute band…
R In realtà il primo nome fu “Savoy Truffle”. Della formazione facevano parte, oltre a me, Patrizio Galvagno al basso, Lonardo De Raffaele al piano, Paolo Baldeschi (che era l’unico professionista) stranamente alla batteria e Luca scotto alla chitarra. Se non ricordo male.
Prima dei Savoy truffle c’è stato un altro gruppo che comprendeva De raffaele al piano, l’ottimo chitarrista Massimo Gaveglia in quel caso prestato al basso e altri di cui non ricordo il nome. I Beside in formazione a quattro senza De Raffaele facevano esclusivamente cover dei Beatles ma cercando  di far conoscere il lato più rock della loro musica e il loro pezzi meno conosciuti. Da li il nome B-Side “il lato B” dei dischi a 45 giri, di solito un riempitivo che spesso non veniva ascoltato e veniva favorito il lato A con la Hit del momento. Nel caso dei Beatles i lati B dei 45 giri erano invece dei signori pezzi. Di questo gruppo ricordo un bel concerto a Effetto Venezia. Certo che ripensandoci adesso B-Side era proprio un nome a c…

D Rimaniamo sui Beatles…tuo grande amore…che non muore mai.
R Si, come il primo amore. Sono cresciuto con loro il mio primo LP è stato ” A Hard Day’s Night”. Ho impararato a suonare strimpellando le loro canzoni. Anche se il mio bagaglio musicale negli anni si è arricchito rimangono ancora adesso una mia costante.

D Dall’amore per i Beatles nascono i Semolina Pilchard…bella esperienza che ti ha portato a suonare al Cavern di Livepool…una grandissima soddisfazione immagino per chi è nato a “pane e Beatles”.
R I Pilchard sono stati un gruppo a cui sono rimasto molto affezionato. Era un progetto che sulla carta non doveva funzionare vista la diversità dei vari componenti e che invece mi ha dato un sacco di soddisfazioni.
Avevamo la base operativa al Cavern di Livorno, un locale che ha dato a tanti la possibilità di esibirsi e che a parere mio non è stato riconosciuto il dovuto merito. La formazione comprendeva Piero Ciantelli alla batteria, Teresa Rotondo alla voce, Michele Angelici al basso e il mitico Alessandro “Angus” De Fusco alla chitarra solista. Con loro grazie a Piero Ciantelli, che non smetterò mai di ringraziare,riuscimmo a suonare nel 2010 al Beatles Festival di Liverpool. Facemmo una serie di concerti lì e ci esibimmo, la prima band in assoluto a Penny Lane la mitica piazza di cui parla la canzone omonima dei Fab4 e soprattutto nel Cavern di Liverpool una delle cose più belle che mi siano capitate in ambito musicale. Ma d’altra parte non ti racconto nulla di nuovo, ì c’eri anche tu Massimo.

Al Cavern di Liverpool

D A proposito di Liverpool…ero presente e scoprii un Massimiliano Pietrini anche ottimo cantante: ricordo una tua immensa interpretazione di “Mother” di John Lennon…
R Ti ringrazio. Eravamo al Cavern di Livorno quel pezzo fu preparato in fretta e furia e suonato piano e voce insieme all’ottimo pianista Sergio Brunetti. Ero solo davanti al microfono e senza chitarra mi sentivo un po nudo. Il pezzo era molto particolare e toccante. Non è venuto fuori perfetto ma c’ho messo del mio meglio. Non mi reputo un cantante e se potessi me ne starei su un lato del palco a suonare la chitarra che è la cosa per me più bella del mondo, ma le situazioni a volte richiedono di posizionarsi più al centro del palco e allora mi adatto.

D E dopo i Semolina che hai fatto prima di formare i Teenage Wasteland ?
R Dopo i Pilchard c’è stato un periodo di calma relativa. La famiglia si è allargata e mi sono trovato con meno tempo a disposizione. Diciamo anche che la fine dei Semolina Pilchard mi aveva lasciato un po di amaro in bocca. I vari componenti non avevano mai considerato il gruppo come doveva e meritava. Tutti avevano altre situazioni e progetti a cui dedicavano più attenzioni e in alcuni mi chiesero anche di prenderne parte. A questi io non credevo molto e infatti alla lunga ho avuto ragione. Dei Pilchard nell’ultimo periodo fece parte anche il grande Franco Incani al basso che ricordo con immenso piacere. Dopo il gruppo ho continuato ha suonare con l’amico fraterno Leonardo De Raffaele al piano, in un duo acustico che, vista la passione di entrambi, non poteva che essere a tema Fab4.

D Parlaci del tuo gruppo odierno, i Teenege Wasteland appunto…
R Del nostro gruppo fanno parte Fausto Bonsignori al basso, Giovanni Venturi alla batteria e Paolo Albanese alle tastiere. Ancora una volta mi sono dovuto adattare a fare il cantante\chitarrista e questa cosa sta cominciando a darmi soddisfazioni. Come gruppo siamo all’inizio e per me è la prima volta che capita di suonare con un tastierista. Synth e tastiere hanno aperto altri orizzonti musicali e quindi ci possiamo permettere di fare pezzi molto più elaborati. Il nostro repertorio adesso comprende brani degli WHO, Pink Floyd e Rolling Stones tra gli altri. E’ una bella esperienza e con i componenti, anche umanamente, e cosa non da poco, c’è  una bella intesa.

D Chi è oggi Massimiliano Pietrini ?
R Mah… bella domanda. Di certo quel ragazzo di 14 anni che viveva per la musica è ancora qui dentro fortunatamente. Adesso sono un padre e le priorità sono ovviamente cambiate e ho dovuto venire a compromessi tra impegni familiari e lavoro e musica…ma mi diverto ancora un mondo a suonare.

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