MASSIMO RUBERTI

1 Massimo Ruberti, bassista. In un mondo dominato dalle chitarre perchè questa scelta ?

Prova a mettere in mute la traccia del basso in un pezzo… I bassisti riempiono gli spazi come l’etere riempie il Cosmo.

 

2 Quali sono le tue fonti di ispirazione, i tuoi “mostri sacri” ?

Ho iniziato ad ascoltare musica da teenager con Madonna e tutta quella discarica commerciale di quegli anni,  l’ Heavy Metal anni ’80, passando poi al Punk, al Dark, alla New Wave e per ultima, alla musica elettronica. Ho tanti mostri, e alcuni nemmeno troppo sacri.

 

3 Nel 2013 dai vita al gruppo Choosy Pigs, band che ricorda i Joy Division e gli Stooges…come è nata questa avventura ?

Per puro caso! Non sono stato io a dare vita al progetto; cercavano un bassista e io avevo tantissima voglia di mettermi di nuovo in un gruppo a suonare il basso, essendo conclusa da tempo l’esperienza con il mio ex gruppo, i Disvega.  E’ stata una bella esperienza finchè è durata. Non cercavamo di suonare un genere particolare ma i gruppi che hai citato sicuramente ci univano (e ti ringrazio per la citazione!). Parlo al passato perchè ormai i ChoosyPigs non esistono più…è stata una bella meteora in pieno Punk Style!

 

4 Peculiarità della band è stata quella di scrivere pezzi originali in inglese, scelta difficile, emozionante e coraggiosa…

Dici? A noi è sembrata la cosa piu’ naturale del mondo!

 

5 La ciliegina sulla torta la presenza di Ilaria Rapalino come vocalist…in una band con chiare influenze punk anche se etichettare la musica è sempre difficile e rischioso, la presenza femminile ha dato quel qualcosa in più…

Sicuramente. Una presenza femminile da sempre un valore aggiunto alle arti, e nella musica trovo che questa tua affermazione sia ancora più vera. Ilaria era la bella in mezzo alle bestie (ai maiali per l’esattezza).

 

6 Terminata l’esperienza Choosy, cambi totalmente genere e abbracci una sorta di new age..suoni caldi e avvolgenti in perfetto stile di “trafficante di suoni e immagini”…

In realtà, come già affermato prima, i Pigs sono stati veramente una meteora. Il mio avvicinamento alla musica elettronica è avvenuto nei primi anni 2000, molto prima dell’avventura Pigs. Non mi considero un new ager, anzi il termine mi fa venire i brividi (ah ah!), mi vedo piu’ come uno sperimentatore che non disdegna soluzioni e strutture decisamente pop. Un compositore di colonne sonore per film inesistenti. Un viaggiatore statico. Mi definisco un ‘trafficante’ proprio per voler affermare questo mio voler essere trasversale. L’affermazione di Brian Eno sul suo essere un ‘non’ musicista continua ad affascinarmi anche a distanza di tanto tempo.

 

7 Granchite Yumtruso PT 1 E Granchite Yumtruso PT 2 sono i tuoi recenti lavori…programmi futuri, progetti ?

Questo disco è diviso in due parti che escono in due diversi momenti. La scelta è stata dettata principalmente da una scadenza di tempo che avevo con la mia netlabel Nostress. Semplicemente non avrei potuto consegnare in tempo tutto il disco finito di otto pezzi, così mi sono concentrato sui primi quattro e abbiamo deciso insieme di far uscire la prima e la seconda parte a distanza di un anno tra loro.

In un secondo momento, mi è piaciuta questa formula autoimposta della divisione in due parti. Essendo un concept album, la divisione puo’ rafforzare questo intento narrativo, e la si puo’ vedere come il primo e secondo tempo di un film, oppure due volumi di un unico romanzo.

Sono due dischi elettronici/etnici/psichedelici, divisi tra tecnologia e primitivismo. Ci sono esseri umanoidi e macchine intelligenti che condividono gli stessi ambienti. Gli umanoidi vivono quasi in modo primitivo ed arcaico, spesso ignorando l’esistenza delle macchine che sono in realtà le estensioni di un’unica macchina pensante. A livello di suoni, ho usato strumenti etnici e acustici assieme a sintetizzatori e suoni digitali, proprio per sottolineare la dualità di questa strana convivenza. Lamellofoni che incontrano le macchine.

Adesso ho diversi progetti in testa, sia da solo sia con il nostro progetto parallelo, ‘Rupert‘. Con i Rupert suoniamo dark chamber pop, abbiamo all’attivo un EP pubblicato da Santeria/Audioglobe, e stiamo lavornando a pezzi nuovi per un possibile disco futuro. Io, al momento sto considerando nuove strade ed espressioni musicali, sempre nell’ambito della musica elettronica. Vedremo che succede!

 

8 Livorno è sempre stata una città della musica con centinaia di musicisti nel suo seno…che rapporto hai con la scena musicale della tua città?

Mi sono sempre sentito un outsider, un drop-out, uno ‘stranger in a strange land’ con la mia città. In vecchiaia però sono venuto a patti con questa amata/odiata provincia e riesco, se non a volerle bene, a tollerala e a riderci sopra. Cerco comunque di essere sempre aggiornato su quello che accade a livello musicale ed artistico. Sono curioso. Mi piace vedere l’evoluzione delle cose e creare collegamenti. Musicalmente trovo che Livorno sia una città molto attiva con tante persone valide. Una piccola città di provincia con un alto numero di musicisti e musicanti, che in generale rifiuta di aprire le porte ad una mentalità più collaborativa. Ognuno bada al suo piccolo orto ed è un peccato.

 

9 Massimo, c’è un treno sul quale non sei salito che avrebbe potuto dare una impronta diversa alla tua carriera musicale?

Era meglio se nel ’99 rimanevo a vivere a Berlino!

 

10 Chi è oggi Massimo Ruberti ?

Uno splendido quarantenne

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