ORPHAN BRIGADE

CASTELFRANCO DI SOPRA (PI)

20 luglio 2018

All’interno del Musicastrada Festival , nel paesino di Castelfranco di Sopra, nato nel 1299 , nella campagna Toscana, si è svolto il concerto degli Orphan Brigade. Ben Glover, Nelson Hubbard e Joshua Britt hanno così chiamato la loro band dall’appellativo dato ad un contingente di soldati del Kentucky che combattè nella Guerra di Secessione sotto la bandiera della Confederazione. Dopo il successo di “Soundtrack to a ghost story” tornano in Italia con un nuovissimo disco concepito e realizzato completamente nel nostro paese. Così come l’ottimo disco d’esordio, si tratta di un concept album, che ha come punto di riferimento la cittadina marchigiana di Osimo e le sue antiche grotte , grotte colme di misteri e di racconti tenebrosi di santi e società segrete.

La piccola piazza che ospita il municipio è stracolma e fa piacere vedere che tra il pubblico si mescolano almeno tre generazioni di persone.

The Orphan Brigade propongono una formula prettamente acustica, dove il mandolino detta il ritmo tuffandosi però a piene mani nella musica Americana con sfumature irlandesi (Ben Glover nato a Belfast) e il concerto non fa che confermare la loro proposta.

Apre “Osimo” seguita da “Town of a hundred churches” per finire il trittico iniziale con una sontuosa, struggente, malinconica “Pile of bones”.

Ha fatto la sua comparsa sul palco anche il violinista marchigiano Marco Santini, che ha fatto conoscenza degli Orphan durante il loro soggiorno a Osimo. Santini ha ricevuto una lettera di complimenti e di ringraziamento da Papa Francesco che ha ascoltato il suo “Il Cristo delle Marche”, primo brano da lui composto ed eseguito al Pantheon di Roma davanti alle più alte cariche dello stato e ripresentato questa sera a Castelfranco di Sopra, per poi unirsi alla band .

Insieme a Santini prendono vita “Vitriol” (per capire il titolo unire le prime lettere del motto“visita interiora terrae rectificandoque invenies occultum lapidem” e Flying Joecanzone ispirata alla storia del santo patrono Giuseppe da Copertino, che causa dei miracoli che gli venivano attribuiti e delle estasi che lo portavano a compiere voli, subì due processi del Sant’Uffizio, che lo relegarono dapprima in Assisi, poi a Pietrarubbia e, infine, a Fossombrone, in isolati conventi-romitori dei Frati Cappuccini. Morì a Osimo e il suo corpo è custodito nella cripta del santuario, in un’urna di bronzo dorato.

Neanche una pausa e partono l’epica Alchemy, la dolce “Sweet Cecilia “ e la pop stile primissimi anni 60 “The bells are ringing”, la cupa e tetra “The birds are silent” e la finale “Sweetheart”.

La band saluta il pubblico ma al grido incessante di “One more, one more” tornano volentieri sul palco per proporre la commovente “Pain is gone” e una inaspettata cover di Bruce Springsteen “I’m on fire”.

Ancora saluti ma il pubblico non se ne va, non vuole andar via e ecco allora Glover, Hubbard, Britt e Santini in mezzo al pubblico intonare a cappella (Nelson Hubbard voce solista) una Paddy’s Lament da Soundtrack , (che ben trasmette la rabbia e la delusione di un immigrato irlandese venuto a cercare fortuna in America e si ritrova “sbattuto” in un campo di battaglia) semplicemente da brividi. Che si tratti degli orrori della guerra civile o delle viscere della terra, gli Orphan Brigade dal vivo ci sono:ottimo concerto di una piccola, grande band.

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