RENZO PACINI

renzo-pacini-e-i-pianetiD Renzo quando il tuo incontro con la musica?

R Nato nel 1950, incontrai la musica poco più che adolescente; negli anni “60, tutti suonavano, nei quartieri popolari era un continuo nascere di complessini: pochi accordi, una chitarra, un buon orecchio e un po’ di voce e ti sentivi già pronto per formare un complesso. Venni attratto da questo fenomeno e cominciai a prendere lezioni di musica e di chitarra dal M° Meneghino e dal M° Silvestrini, ma la voglia di suonare e la buona attitudine musicale, mi spinsero ben presto a sperimentare lo strumento da autodidatta, seguendo le dritte degli amici più grandi e più bravi di me con i quali mi aggregavo per formare alcuni complessini, dalla vita molto breve, prima nel ruolo di chitarrista e successivamente e definitivamente nel ruolo di bassista cantante. E’ proprio in questo ruolo che incontrai dei musicisti molto più grandi ed esperti (Bubi Abeniacar, Vinicio Casella, Pippo Savattieri) che mi avviarono alla professione.

D Finchè un giorno incontrasti I Pianeti…li prendesti sotto la tua ala protettrice tanto da essere ricordato come “il quinto Pianeta”

R Si, proprio così: stimolato dalle loro insistenti richieste, provai ad insegnare ad un gruppo di ragazzini di Coteto che avevano 5 anni meno di me: Roberto Carotenuto, Marco Mazzanti, Raoul Laucci (scomparso prematuramente pochi anni fa) e Marco Bassano, che in poco tempo, essendo molto dotati metteranno su il complesso dei Pianeti, che avrà per qualche anno un discreto successo.

D Riprendiamo il discorso su Renzo Pacini musicista

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R Ho meno di 20 anni, quando con enorme dispiacere della mia famiglia comincio ad andare a suonare nei nigth club, (orario: 22.00 – 4.00); cantavo e suonava il basso per 6 ore, tutti giorni dell’ anno, anche per Natale (non c’erano feste).

D Ovviamente fu una scelta che ti costrinse a cambiare repertorio.

R Si, Stop coi Rolling stones ….. questa nuova strada mi costringe ad abbandonare la musica che amavo e che mi aveva attratto da subito, per dedicarmi ad un genere più classico e più apprezzato da un pubblico non giovanissimo come quello dei frequentatori dei locali notturni. E’ questa comunque un’ esperienza importante che mi segna profondamente e mi mette in condizione di imparare un repertorio infinito di pezzi classici della musica italiana e internazionale, ma soprattutto di imparare a suonare con altri canzoni mai provate ed addirittura mai sentite, cercando di trovare, per tentativi, le note giuste (nel mio caso gli accordi giusti). Una sofferenza immane che nel giro di un po’ di tempo ha dato i frutti facendo sviluppare una capacità di sentire e di riprodurre (già in possesso dei miei anziani compagni di avventure notturne) che non avrei mai immaginato di possedere.

D Quindi tutto bene…strada spianata…

R Macchè! Questa affascinante avventura (gratificante anche dal punto di vista economico) non durò molto; era incompatibile con il percorso di vita che avevo in programma, che vedeva lo studio in primo piano e una successiva dura gavetta per inserirsi nel mondo del lavoro. Infatti dopo meno di due anni, a 22 anni non ancora compiuti, l’ esperienza professionale fini.

D Così attaccasti lo strumento al chiodo?

R No, aspetta. Non finì però la passione della musica che, grazie all’ esperienza vissuta, mi ha consentito di tenere banco, con un repertorio inesauribile, in molte occasioni conviviali, cantando e suonando la chitarra per ore.

D Come hai scoperto il sax, strumento che adoro.

R Alcuni anni fa, quando da 62 enne pensionato, entrando a far parte della Banda Musicale dell’ SVS, ha scoperto il SAX e ne ho subito il fascino al punto di mettere da parte gli strumenti musicali che mi avevano accompagnato per tutta la vita, per dedicare a questo ostico strumento tutta la quota di tempo riservata alla musica. Anche per questo strumento l’ approccio è stato fondamentalmente da autodidatta, privilegiando il suono per imitazione, mettendo in campo le esperienze introiettate nella precedente attività musicale con altri strumenti. L’ orecchio non mi manca, la tecnica viene studiata con impegno, le conoscenze teoriche fondamentali dell’ armonia nemmeno; quindi gli ingredienti per ripartire e risalire sul palco per suonare, senza aver mai provato, come facevo da giovane, con altri ci sono. Parte così la nuova avventura musicale di Renzo sassofonista, che timidamente si affaccia al mondo musicale, dove incontra vecchi e nuovi amici musicisti che lo incoraggiano a preparare pezzi “sassofonosi”; è Sauro Moriconi che lo incoraggia a partecipare alle “jam” facendogli conoscere da vicino il mondo affascinante del blues. Con Sauro provo anche con gruppi già costituiti ed autosufficienti (I Genius, I Pianeti, Steak Blues Band), aggiungendo ai pezzi che lo richiedono quel fascino e quegli effetti che i fiati sanno dare.

D Se chi ti legge volesse ascoltarti dal vivo?

R Quest’ anno abbiamo frequentato assiduamente le Jam della Birrosteria, La sentina, Porcari Chicago Blues, Route 66…..fate una scappata…buona musica e buoni amici…che c’è di meglio?

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