ANDREA CAPONI

1 E’ il 1977 quando in piena esplosione punk a Livorno si formano i Killing Eyes e Andrea Caponi è alla chitarra…

Erano anni di forte fermento, Il punk fu dirompente come un corto circuito. Era ovvio che le giovani generazioni potevano essere folgorate da questo fenomeno.

Chi aveva dimestichezza con uno strumento adeguato per questo genere di musica, si sentiva quasi legittimato a suonare in una band.

Avevo già formato un gruppo in precedenza, gli StoneHouse, con Riccardo Gioli, Angelo Pieroni alla batteria, Massimo Vecchi alla chitarra e Alessandro Minuti al basso, che successivamente divenne il bassista della prima formazione dell’Ottavo Padiglione, prima della sua prematura scomparsa. Poi con Riccardo e Massimiliano Mangoni formammo i Killing Eyes

2 Immagino che i vostri punti di riferimento avevano i nomi di Clash , Sex Pistols ecc.

Clash, SexPistols, ma anche Television per non parlare dei Velvet Underground…punti di riferimento non solo per lo stile musicale, ma anche per il modo di vestire, anche se lo stile di vita era distante anni luce da quello delle grandi città.

3 L’amore per il punk nasce e muore in breve tempo; infatti vi dedicate ben presto a sonorità underground…perchè questa scelta?

Il punk però ci ha aiutato ad apprezzare generi musicali più complessi e con sonorità più articolate. L’underground era il genere che ci rappresentava meglio, per quella voglia di sentirsi “diversi” dalla massa.

4 Che ricordi hai della scena musicale in città in quei tempi di cambiamento delle sonorità con il superamento del beat e la disco dietro l’angolo?

La musica stava attraversando un momento di transizione. Il rock progressivo si vedeva oscurato dalla disco music, che prese il sopravvento sul mercato discografico di massa. Nonostante tutto questo in Italia c’era ancora la convinzione circa la possibilità per gruppi e cantautori di emergere e sostenere uno stile proprio nel panorama musicale italiano, vedi la casa discografica Cramps.

5 Dopo i Killing Eyes che hai fatto…mica avrai smesso di suonare ?

Nel 1980 lasciai la formazione, ed insieme ad Angelo Pieroni fui coinvolto in un nuovo progetto, nacque il gruppo “JazzRock Magazine”, una band che si ispirava alle sonorità dei gruppi come i Weather Report e i nostrani Perigeo.

Purtroppo, nell’estate del 1981, un incidente motociclistico, mi causò paralisi del braccio destro, e dovetti purtroppo lasciare il gruppo e ad interrompere la mia attività di chitarrista.

Sono quindi uscito dal “giro”, sposandomi e dedicandomi al lavoro e alla famiglia.

Fortunatamente negli anni sono riuscito a recuperare l’uso del braccio e nel 2005 mi rimetto in gioco, formando con Marco e Jonathan Lemmi, Luca Mariani e Maurizio Fraschi i “Dendroica”,

Registrammo una demo, apparizioni live in giro per le provincie di Livorno e Pisa.

Nel 2006 lascio il gruppo forse nel momento migliore, ma l’impegno diventò progressivamente incompatibile con gli equilibri familiari.

6 Sei rimasto in contatto con i tuoi compagni ? E’ tempo di reunion, mai pensato ad una versione 2017 dei Killing Eyes ?

Ovviamente non ho mai smesso di sentirmi con alcuni componenti dei gruppi dove ho suonato, ma anche se pur sporadicamente con gli amici dei gruppi “antagonisti” (Mauro Manetti di Autonomia Musicale, Piero Contorno e Nicola Melani dei Thugs, Paul Moss e Luca Scotto della Immigration Office Band…).

Per quanto riguarda una reunion, non ci abbiamo ancora pensato, chissà…

7 La tua mail dice tutto…se ti dico Mark Knopfler che mi rispondi ? Immagino un grande amore… (siamo in due.ndr)…

Si, il 1978 fui folgorato dal sound Dire Straits, influenzando il mio stile nel suonare la chitarra. Un ammirazione che tutt’ora è sempre viva.

8 Andrea, qualche rimpianto, qualche occasione non sfruttata ?

Nessun rimpianto, solo il non aver potuto sfruttare ulteriori opportunità a causa di quel maledetto incidente.

9 Cosa è rimasto di quegli anni formidabili, a parte la gioventù…

La cosa più bella che ricordo è che la voglia di suonare e di condividere questo movimento non creò rivalità tra le bands. Ci alternavamo nelle esibizioni prestandoci a vicenda strumenti ed amplificazione ed andavamo ad assistere alle serate degli altri gruppi con piacere.

Poi i ricordi legati allle esibizioni live, in particolar modo ai concerti di apertura durante le varie feste popolari (dell’Unità, dell’Avanti, di Democrazia Popolare,..) per gruppi del calibro come gli Area, Carnascialia di Mauro Pagani, ecc..

10 Chi è oggi Andrea Caponi ?

E’ ancora un ragazzo con la musica e la chitarra nel DNA. Lavoro, famiglia e fotografia sono le attività che mi coinvolgono quotidianamente.

C’è in cantiere un nuovo progetto musicale, ancora top secret, che sto valutando. Nei prossimi giorni prenderò la decisione se farne parte o meno. Vedremo.

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