MARCO CALURI

D E’ il 1970 quando un gruppo di giovanissimi (età media 15 anni ) formano The Ice Cold, tu eri alla batteria…

R Giovani, giovanissimi, pieni di entusiasmo e voglia di suonare.

D Cantareferendum del Tirreno, Imperiale, Tiffany, Altro Mondo vi vedevano ospiti fissi…

R Si, avevamo la fortuna di suonare regolarmente e credi, non era facile.

D Terminata l’esperienza Ice Cold nel 1972 nasce “la Mente Corta” con Marco Caluri alla batteria…bei tempi

R Bel gruppo, ottimi musicisti. Facevamo ottima musica e ci siamo tolti molte soddisfazioni.

D Il debutto avviene nel giugno 1972 in grande stile allo Stadio Comunake di Livorno per l’evento Estate Insieme presentato da Loretta Goggi e Renzo Arbore. Voi interpretaste il pezzo dei Jetro Tull “Bouree” e riscuoteste un grande successo, tanto da essere premiati con il Telegatto in medaglia d’argento…una bella soddisfazione

R E chi se lo scorda…Un sacco di gente sugli spalti, nella tua città…da brividi

D Riferendosi ad un raduno del 22 luglio 1972, il Festival Pop di Bottagna (La Spezia), dove insieme a gruppi come Banco Mutuo Soccorso, Semiramis, Claudio Rocchi c’era anche La Mente Corta, la mitica rivista musicale Ciao2001 scrisse: Non era Woodstock ma la buona musica c’era…che ricordi hai?

R Bellissimi. Sono quelle esperienze che ti porti dietro tutta la vita…si, fu una piccola Woodstock, la nostra piccola Woodstock.

D Nel 1973 entra a far parte del gruppo Antonio Favilla, grande tastierista, che ormai non è più tra noi…

R Poco dopo che Antonio Favilla si unì a noi entrarono nel gruppo anche Icilio lanini al sax e Riccardo Ciangherotti al trombone, poi per un breve periodo anche Beppe Angiolini alle percussioni e Frank Raya al sax.

Per comprare nuovi strumenti e un mega impianto voci, decidemmo di fare sala e preparammo un megarepertotio rock blues, dai Deep Purple a James Brown. Con i fiati facevamo pezzi bellissimi (3 sax e un trombone). Nel periodo che facevamo sala venne l’obbligo di avere un repertotio di liscio e per una stagione abbiamo avuto anche un trombettista, fisarmonicista, del quale purtroppo non ricordi il nome. Continuammo però a provare nostri pezzi nella mitica cantina sotto Le Sughere.

Abbiamo fatto due concerti che ricordo bene: in piazza della Repubblica facemmo da spalla a De Gregori e un concerto tutto nostro al cinema alla La Rosa.

D Alla metà degli anni 70, con il successo alle porte, il gruppo si sciolse…che successe?

R Il gruppo non si è sciolto subito ma dopo la mia uscita e quella di Antonio hanno continuato a fare sala per un bel po’.

D Dopo l’esperienza Mente Corta insieme ad Antonio iniziaste una collaborazione con Checco dei Giganti, con il quale diventaste il gruppo di Gianni Bella…in poche parole divenne la tua professione…raccontaci

R Non tutti potevano fare la professione, Guglielmo lavorava al Cantiere ed era sposato con figli, Ivo Giannetti lavorava a Camp Darby e si doveva sposare, Icilio Lanini studiava,…Checco cercava musicisti e Antonio lasciò il gruppo

Dopo parecchi mesi mi chiamò per anadare a Milano in sala di incisione con Checco…andai, gli piacqui e rimasi con loro fino alla tournee con Gianni Bella.

Con Checco era un bel gruppo da sala: 2 batterie, io e uno di Spezia (bravo), suonavamo davanti a 5/10 mila persone e guadagnavamo bene. Checco era cocainomane (non l’ho mai visto mangiare…solo bere) e anche Antonio Favilla cominciava a fare uso di droghe pesanti ed io ho passato molte notti insonne con lui a parlare inutilmente.

Nel nostro gruppo c’era anche il mitico Enrico Rosa alla chitarra, un mostro di bravura.

D E dopo questa esperienza mica avrai attaccato le bacchette al chiodo ?

R Finita la tournee con Gianni Bella, bravissima persona, grande compositore, ma pessimo cantante, il quale aveva la lunga permanenzas in classifica al primo posto con la canzone “Non si può morire dentro”, mi presi un periodo di riflessione.

Trovai la donna e mi feci convincere dai miei a lavorare con loro : mamma aveva il negozio “Uomo” e mio padre due bancarelle al mercato (lavoravo molto ma il guadagno era ottimo). Per 10 anni non ho più suonato.

Nel 1989 mi sono separato e nel 1990 Antonio Favilla mi propose di “rimettere su” un gruppo.

Grandi musicisti, tra i quali Vittorio Alinari, polistrumentista, grande pianista, saxman e vibrafonista eccezionale . Abbiamo fatto un mese in Svizzera, sale molto rock, ma dopo meno di un anno è finito tutto. Altri 10 anni senza suonare.

Ho ricominciato poi con alcuni amici tra i quali Ivo Giannetti al contrabbasso e Icilio Lanini al sax: per hobby ci troviamo ogni tanto nelle sale prova e facciano jazz. Mi diverto molto.

Ora sono fermo a causa di una fratura omero e polso sx (caduto da una scala in casa), ma sto ricominciando con un trio.

D Una domanda che faccio a tutti i batteristi: Charlie Watts dei Rolling Stones ha sempre detto che il “suo culo” è quello di Mick Jagger perchè da più di 50 anni se lo vede davanti ad ogni concerto…quale è il “tuo culo” ?

R Il mio “culo” è stato Antonio Favilla, il feeling musicale e umano che avevo con lui è stato unico. Ho sofferto molto per lui e probabilmente la sua morte è stata la causa del mio stop alla professione.

D Marco, un rimpianto, una occasione non sfruttata a dovere, un treno sul quale non sei salito ?

R A 23 anni avevo il progetto di andare a studiare in America…chissà!!!

D Chi è oggi Marco Caluri ?

R Adesso faccio il fotografo, anzi il paparazzo, .

La creatività che non posso avere nella musica la sfrutto nella fotografia che è la mia vita sia lavorativa che artistica.

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