ALESSANDRO CHELI

D Alessandro Cheli, chitarrista cantautore, hai fatto studi classici o sei autodidatta ?

R Ho studiato musica e fisarmonica da adolescente , poi un giorno andai in un negozio di musica a Firenze e scambiai la fisarmonica con la chitarra , non feci un grande affare e mio padre si arrabbiò molto , ma il mio fu un atto di ribellione che , si sa , non comportano mai grandi “guadagni”. Autodidatta totale sulla chitarra.

D Sei conosciuto nell’ambito musicale come Cittàsenzamacchine e questa filosofia devo dire che mi calza a pennello: io infatti odio le macchine, e addirittura penso che la scoperta del motore a scoppio abbia coinciso con la degenerazione dell’umanità…te trasporti questo pensiero nei tuoi testi e nella tua musica rendendo il tutto unico…

R In realtà ho soltanto due canzoni che affrontano direttamente il tema di cittàsenzamacchine . Ma prima e durante ogni mia esibizione parlo al pubblico spiegandone l’intento . In realtà nelle canzoni esprimo ciò che sento dentro di me ,senza concentrare l’attenzione sui temi sociali.

D Hai fatto parte anche di qualche gruppo o sei sempre salito sul palco da solo ?

R Sempre sul palco da solo, ma non rifiuto l’idea di suonare insieme ad altri.

D Come dicevo prima i tuoi testi sono il tuo marchio di fabbrica..testi impegnati, mai banali, che affrontano tematiche sociali e ambientali…riesci molto bene a trasmettere sensazioni positive attraverso la canzone…come nasce tutto questo ?

R La mia musica e le canzoni nascono senza l’intento di creare qualcosa , mi “vengono fuori” cosi’ come un’esigenza , sono sensazioni interiori che si trasformano , e altre volte sono le sensazioni che agiscono su di me come ispirazioni aprendo una porta interiore attraverso la quale mi è possibile entrare in un luogo dove trovo concetti e significati entusiasmanti e speciali che rispondono alle mie sensazioni del momento, mi riempio le tasche e poi (la porta resta aperta sempre per poco) una volta uscito svuoto le tasche e dispongo questi “tesori” trovati in questi mondi paralleli su un foglio di carta .

D Il tuo genere, anche se è sempre brutto etichettare la musica, possiamo definirlo cantautorato impegnato…quali sono i tuoi punti di riferimento ?

R Questa è una domanda a cui mi è difficile rispondere , oserei rispondere nessuno , ma , sicuramente la musica che mi accendeva negli anni dai 15 ai 25 anni di eta’ è quella che mi ha lasciato il segno , e , parlo quindi della musica che ha fatto da colonna sonora alle nostre vite dal ’70 all’85 , li c’era tutto . Non ascoltavo musica italiana e non mi piaceva molto a parte pochi brani dei più noti cantautori , nell’82 è nata mia figlia abitavo in campagna senza luce in casa e dovevo lavorare da mattina a sera , li , iniziai a scrivere le mie prime canzoni.

D “Before Words” è il tuo unico lavoro o hai prodotto anche prima o dopo ?

R C’è il secondo disco sempre con la Roots Label R. di S. Dentone e Antonio Ghezzani che si intitola Starship Prisoners disponibile in Soundcloud e Spotify e un terzo in parte gia’ registrato con Gulag Studio che sara’ pronto in primavera.

D Progetti futuri, qualche concerto magari in città dove possiamo sentirti, un nuovo lavoro ?

R Alla Bodeguita Scali Finocchietti la Domenica c’è un’Open Mic dove vado spesso per il resto ci sto un “prendendo le misure” con ‘sta cosa dell’esibizione , sono uno che si fa un sacco di domande , e finchè non trovo tutte le risposte non mi muovo , a volte può volerci una vita , ma sono soddisfatto di ciò che ho fatto e di ciò che sto facendo , mostrarlo infine è , per me di secondaria importanza, se non per un motivo.

D Il panorama musicale livornese è sempre stato prodigo di musicisti…te pensi che oggi tra i giovani certe tematiche da riproporre in musica siano non capite o assimilate e condivise…insomma, c’è ancora vita là fuori ?

R I giovani sono forti , ma non sanno in che direzione incanalare la loro forza. Certo c’è vita , e tanta , tanta musica e musicisti , ma una delle tante domande che mi pongo è: Perchè lo fai?

D Tutti noi conviviamo con rimorsi ci procurano rabbia, quale è, musicalmente parlando il tuo più grosso rimpianto ?

R Tutto quello che avrei potuto fare e che non ho fatto , ma che per mia fortuna è molto poco , perchè nella mia vita ho magari realizzato qualcosa in un momento diverso da quello “storicamente” giusto , ma , che ci posso fare …..ho i miei tempi e son fatto cosi’ , e se perdo qualche treno , pazienza , quelli buoni comunque non passano mai troppo veloci.

D Chi è oggi Alessandro Cheli alias Cittàsenzamacchine ?

R Uno per il quale la musica non è esibizione , se voglio esibizione vado al circo . La musica è condivisione , Cittàsenzamacchine è la spinta a condividere , appunto queste mie canzoni , ma è la spinta per un motivo ben preciso. Cittàsenzamacchine è un passante che in mezzo ad un parco assiste ad uno stupro e punta il dito , mentre gli altri passano indifferenti .

Ritaglio gli articoli di giornale di persone a piedi morte sull’asfalto e ne ho già molti ,…. , un giorno finirà ne sono certo , ma il mio intento è accellerare questo processo. 6000 persone ogni anno soltanto in Italia , persone a piedi indifese che non tornano a casa , muoiono sull’asfalto , se riesco anche di poco a rendere evidente tutto questo , magari ne salvo una due dieci cento. Questo sono io , uno che punta il dito su una cosa cosi’ evidente , ma che sembra non accadere. Tolgono i cadaveri dalla strada , un pò di cordoglio e poi via si riparte. Vorrei suonare davanti a migliaia di persone , soltanto per dire loro che non è giusto!

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