SAMUELE BRANDINI

D Samuele Brandini chitarrista dalla tenerissima età…

R R- dunque ,ho iniziato a suonare non prestissimo, a 16 vidi la chitarra di un mio compagno di liceo ,una Stratocaster nera, e li ci fu il colpo di fulmine. I primi anni ho studiato poco, sono autodidatta, negli ultimi anni mi son messo un po’ sotto con gli studi, cercando di recuperare.

D Fai parte dei Wicked Desire, bella band, potente…come sei entrato a far parte di questo gruppo ?

R Entrai a far parte dei Wicked come sostituto… si e’ creato subito un grande legame; in particolare con Riccardo Bolognini,batterista, per me come un fratello, siamo sempre rimasti costantemente in formazione.

D All’inizio il gruppo era legatissimo all’hard rock, poi con l’avvicendarsi di membri all’interno dello stesso, senza mai lasciare le sane e vecchie radici, avete iniziato ad esprimervi anche in italiano oltre all’inglese naturalmente…cosa ha portato a questa scelta ?

R Con i Wicked ci sono stati tanti avvicendamenti di formazione e di conseguenza varie flessioni come orientamento, abbiamo anche provato con testi in italiano per essere più alla portata del mercato in Italia: e’ molta dura ,la ragione principale per me e’ che non c’e’ richiesta ed interesse verso la musica originale inedita.

D I Wicked e l’hard rock…ma quale è il tuo genere preferito e quali i tuoi chitarristi di riferimento ?

R Io amo tanto il Blues, da sempre, ma solo in questi ultimi anni mi son messo a studiarlo e suonarlo in giro con varie band. Tra i miei preferiti i tre RE , BB king, Albert King e Freddy King,e poi Steve Ray Vaughan, e più contemporanei John Mayer, Kenny Wayne Shepherd, Philip Sayce. Una cosa importante per me ,e’ l’influenza che ho avuto fin dal inizio e tutt’ora, da un chitarrista “nostrano”,Bob Luti verso il quale ho una grandissima stima :ha un suono magico che mi ispira tanto.

D Progetti futuri tuoi e della band ? Un nuovo cd ? Concerti in vista pandemia permettendo ?

R Con i Wicked non suonano insieme da quasi 2 anni ,al momento non abbiamo progetti …ma chissà ,prima o poi un qualcosa si farà’.

D Vi siete esibiti a Livorno e non solo…per una band il contatto con il pubblico è tutto, salire sul palco è linfa vitale…questi mesi si assenza dalle scene in costrizione ti ha pesato oltremodo, come hai reagito ?

R In queste settimane a casa mi sono concentrato tanto su me stesso ,cercare di migliorare la tecnica, la conoscenza musicale, ma soprattutto l’ infinita ricerca del suono, ognuno ha il suo ed e’ quello che trasmette emozioni.. il mio rimpianto e’ proprio quello di non aver studiato negli anni in cui avevo più tempo …ora a 45 anni tra lavoro ,famiglia ,di tempo da dedicare allo studio ce n’e’ sempre meno.

D Samuele, ognuno di noi ha un rimpianto che lo tormenta: musicalmente parlando raccontaci il tuo.

R Il mio rimpianto e’ proprio quello di non aver studiato negli anni in cui avevo più tempo …ora a 45 anni tra lavoro ,famiglia ,di tempo da dedicare allo studio ce n’e’ sempre meno.

D Chi è oggi Samuele Brandini ?

R Questi ultimi 2 anni ho suonato LIVE più del solito, con varie band, vari musicisti, nuove conoscenze…e’ il miglior banco per imparare. In questi giorni sto cominciando le prove con un mio progetto, un trio dove suono e canto, questa cosa mi stimola tanto …saluti e come dice sempre il grande Johnny Salani,con cui ho avuto la fortuna di condividere il palco …The Blues is Alrigth.

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