DYLAN BOB – Rough and rowdy ways

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“Rough and Rowdy Ways”…finalmente, dopo tanta attesa il nuovo lavoro di Bob Dylan.
Prima di scrivere qualcosa ho voluto ascoltarlo, ascoltarlo e riascoltarlo.
Dopo le prove da “crooner” era il disco che stavo aspettando.
Alla soglia degli 80 anni il vecchio Bob è riuscito ancora a stupirmi, farmi riflettere, farmi venire la pelle d’oca.
Bob ha accompagnato tutta la mia vita, da adolescente fino ad oggi che ho i capelli color argento, da quando ragazzino andavo alle medie ad oggi che ho l’età per essere un nonno. Lui c’era sempre, c’è sempre stato…ha accompagnato le mie gioie e le mie sofferenze, i miei momenti di felicità e di turbamento, ha dato risposte a molte mie domande, attraverso la sua musica e le sue parole spesso mi ha portato “oltre” e ne sarò sempre grato.
Spesso ho abbinato momenti della mia vità a sue canzoni…per ricordarli meglio…
Rough and Rowdy Ways è un grande disco, un disco figlio dell’età di chi l’ha composto: Bob non è più il trascinatore sulle barricate, il giovane combattente contro “l’impero del male” e l’ipocrisia…oggi è il vecchio saggio che punta il dito, che ti infiamma con lo sguardo, che ti sgretola senza toccarti. E’ il nonno che racconta ai nipoti la sua vita e cosa ha visto e vissuto, i personaggi che li sono camminati accanto, i fatti tremendi a cui ha assistito, come è cambiato (ma sarà poi vero ?) il mondo in tutti questi anni.
Le canzoni sono scarne, essenziali ma accompagnate da una intera orchestra che altro non è che la sua voce…profonda, calda, ammaliante.
Canzone che ti sgraffiano l’anima, ti trafiggono il cuore e, inutile negarlo, mi hanno rubato una lacrima e un po’ di commozione (Key West su tutte).
Rimarrà sul palco fino alla fine…ne sono certo…deve essere così…
Alla prossima Bob.

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