SIMONE RICCI

D Simone Ricci, chitarrista immagino da sempre..

R Sì, praticamente da sempre. Avevo 8 anni e mia madre mi regalò la mia prima chitarra classica. Per aiutarmi a stare più tranquillo. Ero un bimbo vivace. Non l’ho più abbandonata. Da quella prima chitarra sono passati 46 anni e decine di chitarre tra le mie mani.

D Non hai fatto studi classici ma hai avuto insegnanti di prim’ordine ( Stefano Cirasaro, Gigi Cifarelli, John Etheridge, Scott Henderson, Ralph Towner) e ognuno ti ha lasciato qualcosa di suo e te ne hai fatto tesoro…

R E altri ancora, magari non chitarristi ma grandi musicisti. Certo da ognuno di loro ho imparato qualcosa, il timing pazzesco di Gigi Cifarelli, la precisione di Scott Henderson, l’ironia di Stefano, grande amico…

D Ultimamente ti esibisci da solo ma in passato hai fatto parte di molti gruppi come Caponord, Homeles Jazz Quartet, Modern Times, Boston Globe…bellissimi ricordi…

R devo molto della mia formazione a queste esperienze con gruppi anche molto noti nell’area toscana. Certo, il mio pensiero è per i gruppi che ho creato con il grande amico e tastierista Gianpiero De Donato, con cui ho inciso il mio primo disco e con altri grandissimi professionisti come Vittorio Alinari, Johannes Faber e altri ancora

D E’ comunque con i Coven Garden che apprendi che oltre a suonare ti riesce facile anche comporre testi…

R vena compositiva che è poi stata alla base di tutti i miei progetti successivi. Purtroppo, il cd “Two Ways Corner” non è mai stato pubblicato. Ma alcuni pezzi riarrangiati sono poi stati inseriti nel primo disco editato, “E.M.U’”. (vrcd 00283)

D “E.M.U’, Simone Ricci Nowhere Quartet, Free Vibes Group…sono altri gruppi…mi fermo o continuo ?

R Ho collaborato con moltissimi musicisti, anche in formazioni estemporanee. Con Ares Tavolazzi. In trio, per una serata jazz qui a Livorno, con Ellade Bandini, chiamato presso la Percorsi musicali per una lezione e successiva live con gli allievi, così con Federico Malaman, grande bassista. Vorrei ricordare con grandissimo affetto Marco Collazzoni, sassofonista e direttore della Terni Jazz Orchestra, recentemente scomparso, a cui mi legavano anni di collaborazioni e sincera stima

D Senza contare una decina di CD …dove hai trovato tutta questa energia ?

R nella mia passione per la musica. E’ l’unica risposta che mi viene in mente.

D Non sto ad elencare tutte le manifestazioni e Festival che ti hanno visto protagonosta perchè ci vorrebbero tutte le pagine del giornale, nè le decine e decine di collaborazioni avute…una carriera straordinaria…soddisfatto ?

R abbastanza, anche se mi sarebbe piaciuto poter continuare con costanza.

D Il jazz è il tuo genere preferito…sei un “talebano” della musica o suoni e ascolti anche altri generi musicali?

D Il jazz è il tuo genere preferito…sei un “talebano” della musica o suoni e ascolti anche altri generi musicali?

R no, ho sempre ascoltato musica di tutti i generi. Certo, con l’età si comincia a selezionare gli ascolti, ma cerco di non farmi condizionare troppo dalle mie preferenze. Ma ho avuto alcune vivaci discussioni con i miei figli, perché, a volte, esprimo giudizi di valore tranchant

D Nel 2007 la tua vita viene stravolta…ma non ti perdi di coraggio…la passione per la musica è troppo forte, troppo potente…in pratica “rinasci”…

R ho avuto una emorragia cerebrale. Con tantissima determinazione e cocciutaggine ho ricominciato a suonare e a recuperare i segni grafici della musica. È stato un lavoro faticosissimo e molto lungo. Purtroppo, l’area colpita è quella deputata alla parola e alla scrittura. Ma ci sono voluti più di due anni per capire cosa stessi facendo e suonando. Sì, in pratica e ringraziando il cielo, sono “rinato”

D Trovi anche il tempo per insegnare chitarra jazz e fusion…come rispondono i giovani ?

R adesso non insegno da un po’, a causa della situazione mondiale. La crisi ha colpito tutte le forme di arte, forse in modo più drammatico che in altri settori. Anche l’insegnamento ne ha risentito. Hanno reagitomeglio le scuole con spazi più ampi. Spero di poter ritornare ad insegnare

D Simone, tutti noi abbiamo rimpianti e rimorsi che ci tormentano…musicalmente parlando, quale è il tuo più grosso rimpianto ?

R Non ho né grossi rimpianti né grandi rimorsi. Ho avuto una vita musicale intensa, ho fatto scelte che mi hanno portato a scontrarmi con certi condizionamenti. Ma non rinnego le mie scelte.

D Chi è oggi Simone Ricci ?

R Simone Ricci è un musicista che sta faticosamente cercando un nuovo spazio e una nuova vita, musicalmente parlando. Ho alcuni progetti in cantiere che spero vedano la luce quanto prima. Spero di suonare presto dal vivo, perché, secondo me, quella è la vera vita per un musicista.

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