MATTEO TRIPODI

D Matteo Tripodi, violista…come e quando nasce in te l’amore per questo strumento?

R L’amore per la viola nacque quando avevo 13 anni. Durante la seconda media conobbi la violista Simona Ciardini, che era venuta alla scuola media “G. Borsi” per fare una supplenza all’allora professoressa di violino Rita Bacchelli. Alla fine dell’anno scolastico entrambe mi consigliarono di entrare nella classe di viola dell’Istituto “P. Mascagni”. Da lì il mio amore per questo strumento esplose grazie agl’insegnamenti di colui che fu il mio primo maestro di viola, Riccardo Masi.

D Naturalmente hai fatto studi classici…

R Il mio percorso di studi è iniziato nell’ottobre del 2007 e si è concluso nell’ottobre del 2020. Fino all’ottobre del 2015 ho frequentato l’Istituto “P. Mascagni”, studiando prima con Riccardo Masi e poi Dorotea Vismara; dal novembre dello stesso anno fino al giugno del 2017 ho frequentato il Conservatorio “Cherubini” di Firenze, dove sotto la guida di Augusto Vismara ho conseguito il diploma di vecchio ordinamento con voto 10. Dall’ottobre del 2017 mi sono iscritto al biennio di specializzazione in viola all’Istituto “P. Mascagni”, dove ho studiato prima con Stefano Trevisan e poi con Agostino Mattioni; nell’ottobre del 2020 ho conseguito la laurea di II livello con votazione 110 e Lode.

D Attualmente fai parte dell’Ensemble Bacchelli, un’Associazione Musicale che ha lo scopo di promuovere lo studio, l’approfondimento, la pratica della musica …bella esperienza…raccontaci…

R L’”Ensemble Bacchelli” è nato nel 2005 come gruppo d’archi formato da Rita Bacchelli ed alcuni suoi ex allievi della scuola media. Il mio viaggio con l’”Ensemble Bacchelli” è iniziato nell’estate del 2007, e continua tutt’oggi, dove negli ultimi anni sto ricoprendo il ruolo di prima viola e solista. L’Associazione come tale è nata nel 2008, mentre i corsi sono attivi da una decina di anni. Questi corsi sono chiamati LEB (laboratori dell’Ensemble Bacchelli”) e prevedono sia corsi singoli di strumento sia vari gruppi: l’orchestra Junior (che prevede allievi fino ai 12 anni), l’orchestra Young (con allievi dai 13 anni in su) e il coro. Queste realtà si esibiscono sia da sole sia insieme all’orchestra principale.

D La viola è impiegata principalmente nella musica classica, sia come strumento solistico (anche se è meno comune in questo ruolo rispetto ad altri strumenti della sua famiglia, come il violino o il violoncello), sia in orchestra, nel quartetto d’archi e in svariate formazioni cameristiche…immagino che sia questo il tuo genere preferito.

R Sì, in effetti questo è il mio genere preferito e amo moltissimo suonare la musica da camera, anche se il mio sogno nella vita è quello di riuscire ad entrare in un’orchestra sinfonica stabile.

D La viola ha un ruolo significativo nella musica tradizionale di alcuni paesi europei, in particolare nella cultura ungherese e rumena, mentre si tratta di uno strumento non comune nella musica leggera, nel rock o nel jazz, mentre altri strumenti, tradizionalmente “classici” come il sax e il violino trovano impiego in questi generi…come te lo spieghi?

R La predilezione per certi strumenti si può riscontrare per vari motivi: acustici, di timbro e anche per la cultura di appartenenza dei gruppi che scelgono di utilizzarli. Uno strumento che può essere riconosciuto facilmente all’orecchio ha più possibilità di essere utilizzato. Per esempio, la viola è stata utilizzata meno degli altri archi come solista perché a livello di ottava si trova in una posizione mediana tra il violino che è il soprano e il violoncello che è il tenore. Invece, le viole tradizionali dell’est sono utilizzate principalmente per accompagnare, infatti, a differenza degli strumenti ad arco occidentali hanno il ponticello sprovvisto di curva.

D Durante la giornata non c’è mai posto per un po’ di rock’n’roll?

R Per quanto il mio genere preferito sia la musica classica (che in realtà si chiama musica colta occidentale), io ascolto tantissimo anche gli altri generi musicali: alcuni tra i miei gruppi preferiti ci sono i The Beatles, i Metallica, Skillet. In più amo tantissimo le canzoni dei classici Disney.

D Quali sono stati i tuoi punti di riferimento, i violisti che ti hanno lasciato “a bocca aperta”?

R I miei violisti preferiti sono: William Primrose, Paul Hindemith, Yuri Bashmet, Tabea Zimmermann e Amihai Grosz. In particolare, Primrose è stato colui che nella prima metà del ’900 ha ridato dignità alla viola come strumento solista, che era stata accantonata dai compositori del periodo romantico.

D Immagino che tu abbia suonato in molti teatri e in scenari stupendi…quali ricordi in maniera particolare?

R Alcuni dei luoghi in cui mi sono esibito sono ovviamente il teatro Goldoni con l’orchestra del teatro e dell’Istituto “Mascagni”, il teatro del Maggio musicale fiorentino e il teatro Verdi di Firenze dove ho suonato con l’orchestra del conservatorio Cherubini, il teatro Verdi di Pisa dove ho suonato con l’orchestra Archè. Altri posti meravigliosi dove ho suonato si trovano in Spagna, dove mi sono esibito in quartetto d’archi e quintetto con la chitarra per uno scambio culturale organizzato dal Rotary club. Tra i vari luoghi dove abbiamo suonato ci sono il Conservatorio Reale di Madrid e quello di Vigo.

D Tutti noi abbiamo un rimpianto che ogni tanto riemerge, anche se sei molto giovane, musicalmente parlando, qual è il tuo?

R Sinceramente, sono soddisfattissimo del mio percorso di studi musicali e del percorso artistico che sto affrontando, rifarei ogni scelta intrapresa fino ad oggi. Al massimo un giorno mi piacerebbe conseguire anche una laurea in violino, ma sarebbe più un capriccio personale che un rimpianto nato dopo il passaggio alla viola.

D Chi è oggi Matteo Tripodi?

R A livello professionale oggi sono uno strumentista che suona in varie orchestre della Toscana e un’insegnante di violino in alcune scuole private di Livorno e Pisa; a livello umano sono un bambino troppo cresciuto che cerca di divertirsi, di divertire ed emozionare le persone grazie al lavoro più bello che possa esistere.

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