ICILIO LANINI

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Intervista al sassofonista ICILIO LANINI

D Partiamo dal 1973…entri a far parte del gruppo La Mente Corta che si dota di una sezione fiati, inusuale per il tempo

R La mia storia non nasce nel 73, anzi devo dire che quell’anno segna un punto di passaggio per me importante. Io nasco con il R&B nel 68, per passare al Rock o meglio al Fusion dei Chicago e BS&T nel 71-72, due anni interessanti per quello che facevamo con una formazione con sax e tromba prima (Modi’) e poi aggiungendo un trombone (Atto Primo). Il periodo successivo 73-75 con la Mente Corta è il periodo in cui anche loro si stavano convertendo da formazione rock a formazione con ambizioni più jazzistiche, quelle che prediligo.

D Il sax è uno strumento bellissimo. Con Clarence Clemmons della E Street Band di Springsteen è passato a pieno titolo nella musica rock. Tu come hai incontrato il rock, presumo dopo studi classici.

R In parte ho già risposto. I miei studi sono stati classici, ma purtroppo pochi. Molto autodidattismo, ma alla base c’è sempre stata la necessità di partire dalla conoscenza della musica

D A fine anni ’60 La Mente Corta si scioglie…che successe dopo a Icilio Lanini?

R Devo correggere una data. Con la Mente Corta entrai nel 74, mentre nel 73 feci un periodo di semi professione con un cantante brasiliano Nilton Castro con il quale avevo già suonato nell’estate del 70. La Mente Corta comunque si scioglie nel 77, ma già il 76 è stato un anno da dimenticare, a parte alcune esperienze che ricordo con piacere misto ad apprensione con Mauro Grossi e Carlo Cavallini nel Collettivo Musica Jazz. Dopo il 77 ho suonato con musicisti vari nel panorama livornese, più stabilmente in trio con Andrea Nannetti alla chitarra e Valerio D’Alelio alla batteria, accompagnando un cantante napoletano (Andrea Ardia) e varie serate da soli a suon di Bossa Nova, altro genere che amo. Quel trio divenne poi un gruppo molto folto nell’inverno 80-81, con Antonio Favilla e Edmondo Guidi ed altri con i quali ci esibivano tutti i venerdì sera al Cantuccio ( mitico, poi chiuse): facevamo il pienone, serate piacevoli. L’anno successivo smisi, o meglio mi presi una pausa…..durata 26 anni.. diciamo per motivi di lavoro fuori Livorno

D Quali sono stati i tuoi punti di riferimento?

R I miei punti di riferimento sono stati, in ordine di tempo, Otis Redding, poi, Mel Collins e M. Breker; dopo quando mi convertiti totalmente all’ascolto e studio del jazz, direi Lester Young e tutti i grandi dell’era Cool Jazz, oltre all’amore di tutti: J.Coltrane e mi fermo qua ma potrei continuare

D Sono sincero…nella mia prossima vita studierò il sax, uno strumento che mi affascina, adattabile a qualsiasi tipo di musica…

D Perché aspettare la prossima vita? Puoi impararlo anche ora. Io conosco un percorso di apprendimento semplice, economico, alla portata di tutti, nella Banda della Città, con la quale ho ripreso a suonare dal 2008 e con la quale ho avuto anche qualche soddisfazione nel 2009-2010 quando ci esibivano con una formazione e repertorio da Big Band jazzistica più che da Banda Tradizionale. Mentre dal 2013 il genere è cambiato spaziando dalla musica classica, a quella tradizionale a quella ancora più tipica delle orchestre americane. In più da quest’anno esiste finalmente (o nuovamente) un laboratorio di Orchestra Jazz in seno alla banda, dove in formazione ridotta diretta dal trombonista Tony Cattano ci divertiamo e cimentiamo in brani originali ed improvvisazioni

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D Qualche rimpianto? Qualche treno che hai visto passare senza riuscire a salire sopra?

R Un rimpianto? Non aver finito il Conservatorio

D Chi è oggi Icilio Lanini?

D Oggi chi è Icilio? Uno che ama il Jazz, che avrebbe voluto essere un Jazzista, che ci sta provando segretamente nonostante l’età, ma che vive da 35 facendo l’architetto nella pubblica amministrazione, dove c’è bisogno di soggetti che lavorino, anche li, con passione e onestà.

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