LUCA “SPERGUENZIE” VINCIGUERRA

D Luca Vinciguerra: grafico, scultore, pittore, musicista, cantante rock…tu sei tutto questo. Soffermiamoci su Luca “Sperguenzie” musicista e cantante. Come iniziò tutto?

R Steve Sperguenzie è il mio pseudonimo nel rock psichedelico viaggio iniziato nel 1987 quando sotto la NAIA inventai un nome per la band, immaginario grafico per strutturare quello che poi sarebbe diventato il mio mondo… ma la mia passione per la musica viene da lontano… come imprinting da tradizione familiare di musicisti e cantanti. Da piccolo amavo suonare la batteria seguendo i vinili di mio padre e duettando con i maestri del jazz e blues mi sono fatto le ossa, e poi il pianoforte con lezioni che ricordo ancora come torture e noia mortale… ma che poi mi sono servite tantissimo in seguito…

Non potendo resistere all’idea di dover denunciare cose… e dover dire la mia… utilizzando mie vedute, mio gusto e mia grinta….decisi sin dal liceo Artistico di “graffiare” e “urlare” al mondo la mia Cultura ed Arte partendo dalla peggiore delle provincie…Livorno, che considero Madre della Grettezza e della Chiusura più forte, “nessuna via di scampo se non la morte cerebrale” o “la fuga”… queste le due chance che Ti offriva ed offre il regnante di Turno nel nostro interland. E non è un caso se sono riuscito a farmi conoscere e a trovare strade e conforto degli addetti ai lavori… Tv, Giornali e locali/realtà a molti km da Livorno… qui chi Ti amministra Ti vorrebbe imbavagliato, un “perfetto pagliaccio”… Le avanguardie e gli innovatori poi sono visti come pericolosi, qui non ci discosta dal tardo ’800 e per fare cose nuove al massimo ci si affida al Blues. badate bene… Un Blues facile, quello da Jam session, che non devi provarlo a casa o in sala prove… che conosci a memoria e che ad ascoltarlo Ti viene a noia perchè l’hai sentito e risentito milioni di volte… La vera musica è altro, sacrificio, prove e prove… dedizione e disciplina. L’estemporaneità tiene 15 minuti… dopo serve altro…

D Ti hanno definito un incrocio tra Mick Jagger e Roger Daltrey…ti riconosci in questo affascinante accostamento?

R Beh…. Azzardatissimo accostamento tirato fuori la prima volta da Loris Furlan su mucchio selvaggio per descrivere l’impatto dei Live (quello fu un dopo Mogliano Veneto . Teatro Busan) Devo dire che effettivamente io grinta ed energia nei Live non le risparmio, sono le principali doti innate che ho… ed io do veramente tutto… vomito senza paure ne timori reverenziali sul pubblico presente tutta la rabbia e il disgusto che accumulo con coscienza, cercando tutta la rabbia e la collera che una Working Class sa sfogare…

Se trovo reazionari e rivoluzionari, sognatori e “guastatori” (come sono chiamati in gergo militare i sabotatori) il gioco è fatto!!! La seconda volta che ho letto tale altissimo paragone è stato “nell’Enciclopedia del Rock” Arcana Editrice 2007 – non potevo chiedere di più perchè mi si descrive come: “figura di culto“ e leggerlo mi emoziona sempre molto.

D Sei un figlio d’arte; tuo padre è il famoso pittore livornese Antonio Vinciguerra. Un ambiente familiare “artistico” ti ha favorito nelle tue scelte ?

R Mio padre è magico e Unico. Non si è mai piegato al mercato, mai piegato a galleristi e mercanti…. sempre a Testa Alta contro la grettezza e l’arroganza di chi crede di poter gestire il mondo dell’Arte chissà poi con quali credenziali e quali Dogmi. Non mi ha mai spinto a seguirlo… Però neanche mai ostacolato… Mi ha favorito” vederlo vivere le sue battaglie… studiare il suo piglio anarchico e di inossidabile sognatore, e mi ha fatto capire che non esiste altra via se non combattere per la libertà d’espressione, la denuncia con l’Ego di primeggiare. Che serve lavorare tanto. e che per rimanere negli annali ed esser ricordati come i Grandi

Maestri…. devi sempre fare cose di massimo spessore. Sempre!!! Le sue doti sono una mano felicissima, gusto e occhio, poetica e profondità nei messaggi… dipingere con suprema tecnica non servirebbe a nulla se ciò che si rappresenta è un soggetto banalissimo ed inutile. Sarebbe soltanto un virtuosissimo esercizio.

D Steve Sperguenzie & The Incredible Lisergic Ants… il tuo primo gruppo . Le formiche lisergiche da te comandate ci proponevano una miscela di beat, surf, rock’n’roll…una tempesta di suoni e colori.

R Un genere che è l’unica vera via per proporre cose che abbiano gusto ed un bilanciamento ben dosato tra liriche e musica, riff taglienti, giri di basso mai scontati (fuggire semplici noiosi accompagnamenti…) e ritmiche sinuose, a volte incalzanti a volte lievi e dolci tappeti che ti trasportano altrove… Giudico la musica considerata nuova psichedelia un mix di massime espressioni e tradizioni. inventate e disegnate da Musicisti di altissima caratura e profonda valenza artistica, che si sono avvicendati di ere in ere… travasandosi in generi sempre nuovi e diversi…. quindi dal 50 ad oggi… Garage sound significa unire il rockabilly, al punk,

alla psichedelia, alla new wave… al Pop… senza mai però assoggettarsi al mercato, alle Radio Puttane ed Etichette fuorvianti e di bassa lega. io amo Arthur lee, Brian Jones, Jim Morrison, Rocky Ericsson, Miles Davis, Sky Saxon, Jhon Entwistle, Keith Moon, Roger MgGuinn, Rudy Martinez, Jim keays… etc e con i Lysergic Ants abbiamo la pretesa di primeggiare con loro… siamo sulla loro stassa lunghezza d’onda… stesso mood.

D Perchè quel nome d’arte?

R Perchè i miei idoli hanno tutti pseudonimi con consonanti a contrasto e spesso sono impronunciabili… Pfisterer per esempio (cercateli per capire chi sono) oppure Greg Prevost o Rudy Protrudi….

D Qual’è il tuo rapporto con la scena musicale livornese?

R Vorrei ci fosse più interazione, ci fosse possibilità di frequentarci gomito a gomito… è stato bello il festival Beneficienza al Cage che ci ha consentito di mescolarci e stare insieme un giorno intero, avvicendarsi sul palco… cenare insieme e poi giocare nei camerini raccontarsi storie e aneddoti, servono molte altre occasioni per vivere insieme la musica, le rivalità infatti non solo non esistono, ma vanno severamente smentite

D Tutto sommato possiamo dire che sei un artista con i piedi ben piantati negli anni 60; in particolare un portatore sano

di musica psichedelica.

R Gli anni sessanta sono il momento più Alto e Vivo di qualsiasi altra era musicale: amplificazioni ineguagliabili, strumentazioni ineguagliabili, band incredibili e massimo interesse di Etichette, Media e pubblico…. quello che in pratica non c’è più stato dopo…sempre meno fino ad oggi e che tutto sommato è scomparso…. Quindi sottolineo che non sono un nostalgico, ma è doveroso partire da li…. perchè poi tutto il resto che si è susseguito decennio per decennio pesca li… e ricade li….

D Ho sentito “per caso” una registrazione di una straordinaria versione di Suzie Q con te insieme a Roberto Luti, Simone Luti, Simone Padovani e Giacomo Parisi…una grandissima band…

R Beh devi farmela avere…. Quella è una registrazione del Larione 10 dei fratelli Salaorni – Vincemmo un contest a Firenze e registrammo li con sistemi analogici di altissimo livello, ma quella registrazione non mi è mai stata data… Vorrei tanto averla… anzi farò di tutto per averla, cavolo non mi è mai andata giù questa questione!!! Si è stata una formazione felice, che seppur nel breve periodo che è stata insieme ( i problemi che ne dettarono lo scioglimento sono dovute ahimè alla difficoltà di imporre un genere ed un gusto nel paese sbagliato) Con questa formazione siamo riusciti a lasciare un CD uscito per Toast ed Apparizioni Televisive di alto livello…. Live infuocati – ma devo esser sincero quando guardo a ritroso il passato e tutto quello che abbiamo fatto io e i musicisti che si sono susseguiti nell’organico… tutti sono stati fondamentali perchè hanno saputo darmi sostegno e forza nel cammino, nei concerti, nelle interviste… nelle dure battaglie! Fabio Tognetti co-fondatore e bassista ad esempio è stato mio saldo compagno con il quale si decise di seguire un sound Fuzztones, rimasti folgorati dal loro concerto al Back Doors di Poggio a Caiano. Ma poi non posso non sottolineare Vittorio Achille che a Casarsa della delizia per un anno di servizio militare mi ha sostenuto, istruito e cresciuto facendomi ascoltare band e canzoni che poi mi hanno aperto le porte della percezione… già ricettive ed avide di conoscenza.

Francesco Baronti, Filippo Lampredi, GianLuca Volpi, Stefano Scarpellini… con i quali abbiamo “sfondato” la barriera del provincialismo facendo una vera gavetta nei locali, Toscani… per arrivare al contratto discografico, alle riviste specializzate e alla TV…. Toto Barbato, Enrico Amendolia, Davide Vergili… che hanno goduto di meno luce riflessa e di veri riflettori… ma che sono stati musicisti validissimi; infatti li ritrovate oggi nel mondo artistico come fondamentali in bands o altre situazioni di livello altissimo in musica, arte, cinema e spettacolo…. Francesco Baronti è pittore scultore di fama mondiale… scriviamo e componiamo cose insieme, e ci divertiamo in installazioni pittoriche insieme… l’arte non si sceglie… è parte di Te…

D Si arriva quindi al gruppo Syinfonico Honolulu dove, a conferma della tua duttilità, suoni l’ukulele. Come prese vita questo bel progetto? Raccontaci…

R Semplicissimo… e divertente… Filippo Cevenini amico di vecchia data dopo la parentesi felice come bassista dei Just Married ebbe l’intuizione e il desiderio di formare un orchestra di soli ukulele prendendo in prestito l’idea della Great Britain Ukulele Orchestra….una formazione ad otto elementi tutti ukulele e voci che utilizzando sapientemente ironia e cabarèt d’impronta anglosassone presentano spettacoli tra musica , virtuosismi e simpatici siparietti comici. Ma noi siamo ben altro…

La matrice innovativa e vero senso artistico che Filippo ha saputo cogliere è stato chiamare Me nel progetto come voce, come temperamento aggressivo e ribelle che ben si contrappone alla melodiosa e dolce armonia che gli ukulele sanno infondere. Tutto questo ha saputo permettere un contrasto davvero forte “un operazione definita da molti concettuale – ”Un installazione POP”… (ndr Claudio Francesconi Gestalt Gallery di Pietrasanta e Milano) – ( Massimo Cotto giornalista e voce di virgin Radio, assessore alla cultura e DA di festival e premi internazionali) perchè è bene sottolineare che io ho molta verve e carica espressiva… ma non sono ne tecnicamente preparato… ne tanto meno dotato… Poi una Una volta assodato il peso dell’operazione artistica, ci sono state nuove mire e nuovi altri percorsi che ci hanno portato a fare altro… arricchendo l’aspetto che vi ho descritto sopra con dischi e collaborazioni con veri Tour realizzati con l’ausilio di altri grandi musicisti che si sono affiancati a noi, Mauro Ermanno Giovanardi ex La Crus, Teresa De Sio, Luca Barbarossa, Paola Turci, Raiz andando incontro ad un altro tipo di mercato e andando incontro a

nuovi generi e nuove esperienze. Questa “mutazione” e cioè provare a mettere in pratica repertorio proprio in italiano con il desiderio di proporre proprie canzoni non è cosa da poco… le nostre idee in balia di critica e pubblico. Questa nuova direzione è stata naturalmente portata (senza troppi traumi) dal buon Daniele Catalucci ottimo bassista ( già nei Virginiana Miller ed altri progetti artistici di valore) e produttore musicale, arrangiatore, autore… che ha saputo coordinare le sue conoscenze e mire invogliando Luca Carotenuto e Luca Guidi, altre due penne importanti e musicisti creativi… che insieme a Giovani Guarneri, Francesco Franzo Damiani, Gianluca Milanese, Giorgio Mannucci e Matteo Scarpettini a saper gestire creativamente materiale inedito autografo.

D Un Luca Vinciguerra artista oltre che musicista: hai frequentato corsi di designer, restauro, persino aerografia. Sei pittore e scultore. Un artista a 360 gradi !

R Sono contento che tu me lo chieda, ogni specializzazione, ogni qualifica professionale conseguita dopo il diploma di Maestro d’Arte a Lucca con corsi di formazione, studi… e concorsi… sono frutto del mio amore per l’arte a 360 gradi…. perchè non esistono barriere tra tecniche, muri tra diverse discipline, io ho sempre avuto il desiderio di approfondire e conoscere fino ad avere totale maestria ed autonomia tra le variegate possibilità di combinazioni… Saperle usare insieme è grandioso. La musica è anche immagini e colori,

quindi pensa quanto sia determinante poter mettere a fuoco in pittura, in grafica un messaggio. P.Townsend e D.Bowie, K. Richards e Ron Wood, B.Dylan o P.McCartney e mille altri sono anchessi studenti d’Arte e pittori e designer… sai che Massimo Cotto mio collezionista e Fan ha organizzato una mostra bellissima sulle stelle del rock?? mettendo insieme dipinti e acquarelli, grafiche di Hendrix, J.Cash, E.Costello, L.Cohen… ed i sopracitati… con i quali espongo e con i quali giganteggio grazie ad una mia scultura in vetroresina… mio fiore all’occhiello con la quale espongo in tutto il medio oriente, Dubai, India, UK e Danimarca…. la realizzai

proprio pensando di lasciare qualcosa di estremamente importante nel tempo. Un punto fermo che consacrasse nel POP un era…e potesse primeggiare con i maestri di sempre Warhol e Lichtestein, “io ho ben presente e studio i massimi livelli nelle espressioni artistiche e voglio gareggiarci sapendo di non avere nulla in meno… presunzione e follia, narcisismo e caparbietà… d’altra parte io lavoro e affino tecniche ogni giorno fino a superarmi costantemente… una gara senza fine e senza tempo… me lo ha insegnato mio Padre Antonio….

D Progetti futuri? Concerti dove possiamo venire ad ascoltarti?

R Prossime Mostre e prossimi concerti… ci concentriamo per il 13 maggio concerto-festival per il quarantennale del punk con gruppi stupendi, e serata di alto livello qualitativo e di spessore culturale…. dove vogliamo lasciare il segno, ci tengo a fare bella figura, non solo per il pubblico presente… ma per gli artisti che si avvicenderanno on stage… che stimo e amo…Mostre con Massimo Cotto al Museo Piaggio di Pontedera – con Stelle del rock, Poi a Dubai presso la Gallerie Nationale….in Luglio ci sarà un live a Prato con il Sinfonico Honolulu e poi tanti altri appuntamenti che stanno scaturendo proprio grazie alla forza e la brillantezza che The incredible Lysergic ants hanno da gennaio a questa parte… prossima uscita un Vinile e Prestiussimo un singolo “Kick in the Teeth”

D Luca, hai un rimpianto, una occasione non sfruttata a dovere che avrebbe potuto “proiettarti ancora più al di là”?

R Si rimanere negli States forse mi avrebbe garantito molte più date e molti concerti, avremmo fatto bene a rimanere in USA nel periodo in cui si aprirono le porte per contratti con una Mega Etichetta, e suonare nei locali che ci prospettava il nostro Manager di Orlando Kenny Ketcham… cosa che qua (nella terra dei cantautori tristi e pallosi) stanno diminuendo a vista d’occhio…ma non è tempo di bilanci ne di “Amarcord”… chi sa stare a galla lo fa sempre senza paure…

D Un’ultima domanda : chi è oggi Luca Vinciguerra?

R Un buon padre di famiglia ed un sano portavoce di controcultura… quella cioè non omologata dalle amministrazioni ne calcolate a tavolino dai galleristi… che poi sarebbero quei progetti che non scalfiscono minimamente le ere ed implodono con insuccesso….

Luca Vinciguerra collabora, interagisce e crea un nuovo filone musicale e artistico con Valerio Fantozzi, Fabio Giusti e non per ultimo Marco Menicucci. Bombe di Artisti che mi riempiono di gioia infinita suonando, è un esperienza di totale trasporto. Ascoltarli ( ero loro fan da tempo) mi riempie il cuore di speranza e mi fa scattare lampi di genio ed idee che poi utilizziamo per creare nuovi brani…l’ultimissimo che sta andando in onda su Sky Arte 868 come sigla di “Hastag” è una bomba….

MAURO ROMANI

 

D E’ il 1966 quando subentri a Carlo Casadio nel gruppo i Rangers con il tuo basso…tutto ebbe inizio in quel momento..

R Si, proprio così: era il 1966 ed era da poco che avevo incominciato a suonare il basso. Quello fu il mio primo gruppo in assoluto.

rangers1              rangers

D Nel 1969, da una costola dei Rangers e degli Eremiti di Viareggio nasce Il Capitolo 6, naturalmente con Mauro Romani al basso e voce.

R Si, dalla fusione dei due gruppi nasce il Capitolo 6. A quei tempi era normale che gruppi si sciogliessero e si cercasse di formarne altri. La scelta si rivelò azzeccata.

D “M’innamoro di te” nel 1971 è il vostro primo 45 giri pubblicato dalla IT di Vincenzo Micocci.

R Guarda…quelli erano tempi che se non avevi i numeri era impossibile veder pubblicato un disco. Bisogna ricordare che registravi su nastro a 8 piste e la bn e la base la suonavi tutti insieme contemporaneamente, quello che stanno ora riproponendo i Deep Purple per rendere la registrazione più vera, come fosse dal vivo senza gli artifici di oggi, dove chiunque con un computer può fare della “buona” musica.

D Spiegaci come uscì incredibilmente in Angola il vostro 45 giri con le cover “Jesahel” e “Ti voglio”.

R Siccome a quei tempi noi eravamo stati scoperti dalla RCA, ci proposero di riproporre diversi brani, arrangiati da noi, del Festival di Sanremo, per poter essere poi distribuiti in paesi che altrimenti non sarebbero stati raggiunti dagli originali. Così come in Argentina e altri paesi del Sud America. Fu così che il nostro 45 giri arrivò in Angola, in Africa.

D “Frutti di Kagua”, omaggio ai nativi americani è il fiore all’occhiello del Capitolo 6. E’ vero che partecipò come collaboratore l’allora sconosciuto Francesco De Gregori?

capitolo 6

R Si fu un omaggio proprio a loro per far conoscere il perchè prendevano certe sostanze: non per sballarsi, come era di moda a quel tempo, ma bensì per avvicinarsi e avere contatti con il mondo spirituale e soprannaturale che contemplava sia la natura dove loro vivevano in simbiosi che con tutta l’umanità. Francesco a quel tempo era nella nostra stessa scuderia “It record” e così collaborò, molto marginalmente, tanto per “fargli fare qualcosa”, tanto che cambio alcune parole e basta e poi tutto il resto era farina del nostro sacco……

D Avete partecipato al famoso festival di Villa Pamphili a Roma…1972…una soddisfazione esserci…

R Eravamo a Roma in sala di registrazione per il LP Frutti per Kagua quando ci chiamarono per partecipare. Mi ricordo che ci vennero a prendere in pompa magna con una grande auto e ci portarono al concerto, e appena finito di suonare davanti ad una fiumana di gente il lato A dell’LP che dura circa 25 minuti, ci riaccompagnarono in sala di registrazione. Fu un’esperienza indimenticabile e suonammo da dio.

D Nel 1973 il gruppo si sciolse. Che successe?

R Decidemmo di smettere, forse fui io il primo a proporlo, perchè come ho detto ad una intervista nel 2009 sia su “Musica leggera” che su “Raro”, non volevo prostituirmi a della musica che non sentivo e che non condividevo, “liscio e stronzate del genere” pur di continuare a suonare, e poi con i dj ci fu la mazzata finale delle stronzate. Da quel momento per me la “musica vera” dei talenti musicali finì.

D Dopo Il Capitolo 6 mica avrai venduto il basso. Che hai fatto?

R Quando smisi ero talmente incazzato che vendetti tutto e per 25 anni non ho più ascoltato musica. Ma questo non è stata una fine di un qualcosa e basta, ma mi ha permesso di scoprire e approfondire in me quello che era emerso nel 33 giri Frutti per Kagua e cioè la spiritualità che coltivo tutt’oggi.

Però devo dirti, che il mio basso qualche anno fa ho saputo chi lo aveva e l’ho ricomprato…………..

D Quali sono stati i tuoi punti di riferimento, i tuoi maestri, musicalmente parlando.

R I punti di riferimento sono stati molti, poichè come sai il genere, così chiamato, ed io odio qualsiasi etichetta si voglia dare alla musica, ma purtroppo i media così vogliono, è chiamato “progressive” e perciò abbraccia tutto ciò che ti ispira, dalla musica classica al jazz alla musica tribale al pop e così via.

D Chi è oggi Mauro Romani ?

R Chi sono io oggi è impossibile che sia proprio io a dirtelo. Sono in pensione, ma non sono un pensionato pantofole, divano e televisione con il cervello che va in pappa : coltivo ancor più quello che di “vero” c’è in tutti noi per poter fare la mia parte all’evoluzione di questo mondo che a volte ci sembra senza riferimenti, al facciamoci del male il più possibile, e dove la parola Amore ha perso molto della sua originaria valenza nella nostra vita.

 romani oggi

ALDO CORSI

 

Intervista al cantante/bassista ALDO CORSI

D 1961…un certo Aldo Corsi vince una selezione canora ai Bagni Nettuno, il “Disco d’Oro”…

corsi 1 classificato

R Nel 1961 a soli sedici anni … mio padre, grande amatore della Musica … riuscì a convincermi che avevo una voce discreta, un orecchio decente e un aspetto simpatico. Non avrei MAI creduto … di poter salire su un palco, ne tanto meno, cantare davanti ad un pubblico. In breve, al contrario, mi trovai inaspettatamente, ( dopo un provino ) ad essere il cantante di un complesso del tempo “ IL GATTO NERO “. A breve mio padre, senza dirmi niente, mi iscrisse ad un Concorso Canoro “ DISCO D’ORO 1961 “ che si svolse ai Bagni Nettuno. Lo vinsi! Da quel momento, iniziò la mia carriera canora, ( per quanto sarebbe durata).

D Nel 1962 nasce il gruppo “The Leghorn Boys che presto cambierà nome in “I 5 penny” e Aldo Corsi suona il basso e canta

R Nel 1962 cinque ragazzi scalmanati con tantissimi sogni … formano un gruppo “ The Leghorn Boys “ nome, che in seguito, verrà cambiato con “ I 5 Penny “. Nel frattempo, anche perché ce ne era l’esigenza, con un po’ di frequentazione del Conservatorio Mascagni, oltre che cantante, divengo Bassista del Gruppo.

D In quegli anni siete molto apprezzati e oltre a suonare nei locali nostrani fate anche apparizioni in provincia: Il Cardellino, Villa Celestina, La Barcaccina, La Chimera. Che ricordi hai?

5 penny

R Con questo Complesso ( I 5 PENNY ) … ci facciamo conoscere anche fuori degli ambiti cittadini. Mio Padre, ci fa da manager, unitamente ad altri gruppi. Assieme a noi, molto apprezzati erano “ I Giaguari “, con i quali ci siamo scambiati spesso le prestazioni negli stessi teatri, sale da ballo, ritrovi, eventi e così via. In quel periodo, ci fu un evoluzione musicale. I tempi stavano cambiando, così pure le strumentazioni il cui costo era, piuttosto elevato. Per cui, o lavoravi e ti potevi pagare le novità, o non eri al passo coi tempi. Per questa ed altre ragioni il gruppo si sciolse, nel 1963.

D Nel 1963 il gruppo si sciolse e nel 1964 entri a far parte del gruppo I Titani, naturalmente con il tuo basso e la tua voce. Era un bel gruppo, molto conosciuto…raccontaci

R Nel 1964 nasce il gruppo ” I Titani “ . Questo complesso musicale si fa apprezzare per il genere che imperversava in quel tempo. I pezzi a quattro voci, per il montaggio dei quali, dedicavamo del tempo … piacevano molto. E ovunque andavamo, raccoglievamo consensi. Suonando in locali tipo … “ Il Cardellino “, all’interno della Pineta di Castiglioncello, avemmo occasione di conoscere molte star del momento: Peppino di Capri … Carosone … Bruno Martino … Dino … Bobby Solo … Mal … Gli Equipe 84 … su tutti, ( Bella, Brava, Professionale, Educatissima ) la GRANDISSIMA Mina.

D Nel 1969 vincete la finalissima EuroDavoli di Marina di Pisa. Una bella soddisfazione

R Per qualche anno, facciamo la professione esibendoci come attrazione in diverse parti d’Italia, con tante bellissime parentesi, che il tempo ha ormai oscurato. Arriviamo al 1969. Ecco la nostra grande occasione!!! “ CONCORSO EURODAVOLI “. Si vince la FINALE a Marina di Pisa !!! E’ FATTAAAAA !!! Incisione di un disco tutto nostro … Strumentazione BINSON … un Furgone nuovo, per gli spostamenti nelle tournee … cosa chiedere di più?

titani

D Purtroppo ci fu nei vostri confronti un boicottaggio di prim’ordine. Per i vincitori era prevista l’incisione di un 45 giri ma fu scelto un altro gruppo nonostante i vincitori eravate voi. Immagino tanta amarezza…

R Come tutti i Bei Sogni … anche quello svanì’. Il concorso era stato semplicemente un trampolino di lancio per un altro complesso, che di fatto aveva già preso possesso dei premi in palio, perché avrebbe dovuto vincere, con il patrocinio della stessa casa musicale, che aveva indetto il concorso. Ci fu un bel pandemonio sul giornale … ma finì, come era già stato stabilito. La faccenda ci turbò. Ci fece riflettere. Non eravamo più ragazzini. Avevamo preso impegni con ragazze, con le quali avremmo messo su famiglia, perché da tempo aspettavano pazientemente, che mantenessimo ciò che noi … avevamo promesso a loro

D A seguito di questa ingiustizia il gruppo si sciolse. Aldo, mica hai attaccato il basso al chiodo?

R La disillusione fu tremenda !!! Il gruppo si sciolse. Rispondendo alla tua domanda … SI !!! Chiesi a mio padre, di prendere il mio Jazz Bass Fender, e da quel momento non lo vidi ne toccai più.

D Il palcoscenico è sempre stato comunque il tuo mondo. Molti ti conoscono come valente attore teatrale. Che differenza c’è tra lo stare sul palco come musicista e come attore ?

R Il Palcoscenico si è rivelato nel tempo, un qualcosa sul quale, senza volerlo, mi trovo a mio agio. Mi chiedi la differenza fra l’espressione musicale e quella teatrale … forse la diversità sta nel fatto che … mentre la musica ( se pur eseguita con passione … ) può essere trasmessa con l’aiuto di artifizi, che ne possono esaltare l’espressione, Il teatro al contrario … è reale, diretto, vero. Puoi arrivare a toccare il pubblico solo se il sentimento che vuoi esprimere, è sentito, sincero. Se così non è … nessun artifizio, può far sembrare vera una finzione!!!

D E’ sempre difficile voltarsi indietro, ma hai un rimpianto, una occasione non sfruttata che grida vendetta, musicalmente parlando ?

R No! Ho sempre fatto quello che ho fatto, nel migliore dei modi, con tutto l’impegno di cui, naturalmente, ero capace. Quindi, non ho recriminazioni. Doveva andare così.

D Chi è oggi Aldo Corsi?

D Chi sono oggi? Mahhh … un tranquillo signore della terza eta’, che è contento di quello che ha avuto, e di quello che ha. Felice di essere quello che sono stato e soprattutto di quello che sono. Mi fa piacere che: quando incontro qualcuno che non vedo da anni … mi sorrida, mi abbracci, chiamandomi Aldinoooo … è bello sentire e vedere che abbiamo lasciato un buon ricordo. E’ solo quello che io … provo, ma a me … queste sensazioni … piacciono !!!

aldo oggi