RICCARDO CHIMENTI

D 1970…si affaccia alla ribalta livornese un gruppo di giovanissimi, età media 15 anni…The Ice Cold con Riccardo Chimenti organo e violino….bellissimi ricordi…

R Organista si e violinista pure,ma prima di tutto ” IL CANTANTE ” del gruppo con una voce da paura (in senso positivo)…..ti basti considerare, caro Massimo, che eseguivamo le canzoni dei New Trolls come Una miniera, Il sole nascerà, Davanti agli occhi miei, Quella carezza della sera o Signore io sono Irish nella tonalità originale ed io non utilizzavo il falsetto; riuscivo a cantare tranquillamente in voce dalla prima all’ultima nota.

D Il vostro debutto nel concorso “Una voce per l’estate”…raccontaci

R Il brano cantato, con cui partecipammo al concorso “Una voce per l’estate” fu ” Un pugno di sabbia” dei Nomadi, quello solo suonato fu “30 60 90“.

Ricordo che “The Ice Cold” erano il gruppo favorito ovvero dato per probabile vincitore, ma purtroppo un incidente in motorino mi costrinse in ospedale dal 29 luglio per oltre 40 giorni.The Ice Cold alla finale dovettero esibirsi senza l’elemento di traino e comunque senza poter eseguire ” Un pugno di sabbia” il brano cantato. Ho ancora il trafiletto del quotidiano “Il Telegrafo” che riporta le notizie della serata finale, sottolineando che The Ice Cold, costretti ad esibirsi senza il cantante, non ce l’avevano fatta pur avendo suonato bene.

A proposito di ” bellissimi ricordi” : permettimi di rammentare e riportare alla memoria dei tanti livornesi che l’hanno conosciuta, la cantante Cinzia Paolotti. “Un pugno di sabbia” é stata, proprio quell’ estate la colonna sonora del nostro amore nato proprio a “Una voce per l’estate ” 1970.

  Sento il dovere di ricordare Cinzia, che oggi purtroppo non è più con noi, che nel ’70 vinse, al teatro Goldoni, il trofeo Città di Livorno e Il Cantareferendum nella categoria ragazzi. Cinzia Paolotti: un vero talento Musicale oltre che una persona bellissima. Sapeva usare la voce come sanno fare in pochi anche fra i professionisti, senza che nessuno glielo avesse insegnato; un esempio di maturità artistica e con una capacità d’interpretare che a 13/14 anni è raro riiscontrare.

D Dopo l’esperienza con The Ice Cold che hai fatto?

R “The Ice Cold”, il gruppo fondato dal sottoscritto, Claudio Barontini, Marco Caluri ed Ernesto Rum (Kikì), ebbe vita breve : 1969 – 1970. Motivo? La mia uscita dal gruppo per volontà impositiva di mia madre e del mio patrigno che temevano da parte mia un calo di rendimento scolastico dovuto alle prove che facevamo quotidianamente. Liceo e Istituto Musicale Mascagni richiedevano un impegno di studio quotidiano che, effettivamente, non mi lasciava tempo per le prove con il complessino.

Continuai a cantare come solista fino al 1977, partecipando a concorsi,serate ed eventi musicali sul territorio labronico. Dal ’76 iniziai a cimentarmi come autore e ad esibirmi accompagnato da un gruppo di compagni di conservatorio:

Pianista, chitarrista, bassista, percussionista, tastierista e sax in quel di Firenze e dintorni. Dal 1978 ,proprio a Firenze iniziai la professione di Professore di Orchestra parallelamente a quella d’insegnante di violino. Dal 1982, trasferitomi a Milano, portai avanti contemporaneamente l’attività di cantautore e quella di violinista. Come violinista iniziai nel 1983 una proficua collaborazione con l’orchestra di Canale 5 ricoprendo il ruolo di spalla (primo violino) fino al 1985, ruolo che lasciai per iniziare una collaborazione con Il Piccolo Teatro di Milano. Ebbi l’onore di lavorare come violinista/attore con il grande Giorgio Strehler. Poi la RAI, I Pomeriggi Musicali, l’Orchestra dell’Angelicum ed altre formazioni cameristiche e sinfoniche.

D Organo e violino “fanno la spia” di studi classici…come è nato il connubio con la musica rock e dintorni?

R Il processo di passaggio semmai è stato contrario: infatti ho iniziato a cantare ( mia madre era una cantante lirica) all’età di 8 anni, per poi entrare All’Istituto Mascagni a 10 anni. Da allora ho portato avanti i 2 percorsi musicali contemporaneamente e parallelamente.

D Quali sono i tuoi punti di riferimento, i tuoi “mostri sacri” ?

R Senza dubbio amavo i gruppi italiani come i New Trolls e la PFM ma il mio mito erano i Pink Floyd…….e lo sono ancora. In campo classico amo particolarmente Vivaldi, Mozart, Puccini e Beethoven.

D La scena livornese degli anni 70 era in continuo fermento, centinaia di gruppi, centinaia di musicisti…Livorno città della musica, sei d’accordo?

R La cultura, nel decennio 1970/1980, era in grande fermento in tutto il nostro bel paese; considerando che la musica oltre che espressione è in primis cultura, ci fu uno sviluppo a 360 gradi di tutte le espressioni musicali. In quel decennio nacquero Conservatori e Istituti Musicali ma soprattutto orchestre stabili e non, alcune delle quali ( e non poche ) non esistono più già dai primi anni ’90.

Questo nell’ambito classico. Nel campo rock e pop ci fu la nascita della figura del cantautore. L’invasione dei cantautori fu senz’altro ispirazione e stimolo anche per i giovani livornesi, ma da qui a dire che si possa pensare Livorno ” Città della musica” mi pare azzardato e inverosimile.

D Sei sempre in contatto con i tuoi compagni di “Ghiaccio Freddo” ? Mai pensato ad una reunion ?

R Ho ritrovato grazie a Facebook da poco Claudio Barontini. Di Marco Caluri ed Ernesto Rum so soltanto, per bocca di Claudio, che l’esperienza Musicale dopo The Ice Cold non ha avuto seguito per Enesto ed è andata avanti poco per Marco. Claudio ha portato avanti l’esperienza musicale per qualche anno, specie con Eugenio Vinciguerra e i “Milvi” ovvero il gruppo che accompagnava la cantante Milva per poi trovare la sua strada nel campo della fotografia. Pertanto soltanto il sottoscritto ha fatto della Musica la sua ragione di vita, almeno riguardo a lavoro, professione e tempo libero.

D C’è un musicista livornese con il quale avresti voluto o vorresti suonare insieme ?

R Non saprei, ma ti spediro’ una foto, che puoi trovare anche sul mio profilo Facebook, di un concerto scolastico in cui ho suonato con Ilio Barontini : eccelso pianista classico ma anche bravissimo organista rock. Nei primi anni settanta faceva parte del complesso ” I Simba”, Io e Cinzia frequentavano il Tennis Club dove I Simba si esibivano….con Ilio il suo Hammond fumava……

D Riccardo…una occasione non sfruttata…un treno che ti è sfrecciato davanti…un rimpianto ?

R La mancata partecipazione al FESTIVALBAR del 1988. Dopo anni di case discografiche visitate sembrava proprio che fosse arrivata la nostra occasione (mia e di Cinzia). Era tutto fatto e tutto predisposto: brani inediti miei, etichetta(La FIVE), immagine e nome del duo…….ebbene, anzi meglio dire emmale, proprio quell’anno all’ultimo momento tagliarono il disco verde.Sfiga??? Non so che dirti caro Massimo, ma la delusione fu talmente forte che né Io né Cinzia volemmo saperne più niente di sale di incisione e case discografiche….ma non smettemmo di cantare. Dal ’93 al 2010 siamo stati un Duo molto ricercato e anche ben pagato per serate musicali in contesti di feste ed eventi importanti nel triangolo Milano, Pavia, Lago di Como.

Ma il rimpianto più grande è non aver creduto nelle mie eccezionali doti vocali abbastanza da scappare da Livorno, fuggire dagli affetti e mollare il Conservatorio per fare il provino alla RCA dove ero riuscito, grazie a Nada, ad approdare.

In quegli anni si poteva sfondare facilmente ma prima di tutto dovevi essere lì, sul posto, a Roma e ovviamente darti da fare. Purtroppo non essendo ancora maggiorenne sono rimasto in famiglia e quando è arrivata la maggiore età, il tram era già passato.

D Chi è oggi Riccardo Chimenti ?

R Riccardo Chimenti oggi è un valido e stimato insegnante di violino e strumentista. Svolge particolarmente l’attività di Direttore d’ Orchestra e ha formato L’Orchestra di Archi della Monteverdi (18 elementi) che si esibisce a Milano e dintorni, Lugano e in alcune località del Lago di Garda.

Grazie Massimo. Questa intevista mi ha offerto l’ occasione che in questo momento non avrei mai pensato di avere…..ricordare il decennio più bello della mia vita : 1970/1980 e riuscire ad emozionarmi ancora.

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