RICCARDO GIOLI

D E’ il 1977 e nasce il gruppo punk Killing Eyes con Riccardo Gioli alla voce…raccontaci…

R Insieme ai Traumatic eravamo gli unici gruppi punk della scena livornese.

Il gruppo era composto da un set di batteria , 2 chitarre , un pianoforte e la voce.

L’idea del gruppo e la direzione punk rock la prendemmo io ed uno dei chitarristi, White, e da subito si aggregarono Max alla batteria , il suo amico Gigi alle tastiere e il Caponi alla seconda chitarra. Con Andrea Caponi e White avevo già avuto esperienze musicali, il bassista ci è mancato il primo anno, successivamente si aggregò al nostro gruppo il Vastola dei Traumatic.

Il gruppo nel giro di tre anni si modificò, sia nei componenti che nel genere, tra la new wave e il primo dark.

D Johnny Rotten, Joe Strummer immagino i tuoi punti di riferimento…

R No, i miei punti di riferimento di all’ora, ed in parte anche oggi erano gli Stooges, Velvet Underground e Bauhaus.

D Nel 1982 il gruppo si scioglie, che successe?

R I motivi sono molteplici: la mancanza di un salto di qualità e la voglia di cambiare e sperimentare che mi ha sempre contraddistinto.

Presi sempre maggiore confidenza con l’elettronica, credo di essere stato il primo a Livorno a comporre con un computer musicale, lo feci arrivare appena presentato al Salone di Francoforte: Yamaha CX5M, in quegli anni ancora il rock classico regnava nella città, mentre io, il Mangoni ed il Vastola, in modo diverso ed individuale cercavamo forme nuove di espressione musicale, la mia più elettronica, Max più pop e Fabrizio più post rock.

Questo ha arricchito molto il nostro bagaglio culturale.

D E dopo i Killing non hai mica smesso di cantare ?

R No, ma ho molto alternato.

La composizione mi ha sempre affascinato e trascinato in molte collaborazioni.

Dalla Dance e New Wave Pop dei T.O.Y. , Three Of You, alle colonne sonore e sonorizzazioni per spettacoli sia teatrali che Dance, collaborando con L’isola del Teatro, Virzi nella sua prima opera teatrale ( La bomba nel Teatro ), con il Direttore di Orchestra Stefano Visconti, Francesco Graziosi scenografo e grafico, Sacripanti ed altre.

 

D Voi e i Traumatic eravate i gruppi “incendiari” nella Livorno degli anni 70…che ricordi hai ?

R Bellissimi, la scena era bella, anche se spesso depressa vista la realtà cittadina, ma stimolante al proprio interno. Le idee fra gruppi circolavano, sopratutto fra quelli della prima generazione, quelli del collettivo musicale; le successive generazioni la vivevano con più agonismo e meno arricchimento.

Si scambiava tutto, eravamo sempre in gruppo, i concerti che andavamo a vedere, spesso a Firenze, erano gite di gruppo, molto divertente e stimolante.

D In questo periodo molti gruppi hanno avuto la voglia e il coraggio di “reunion”. Quando vedremo di nuovo insieme i Killing Eyes ?

D Ma non so, non mi piace la parola MAI

D Riccardo, hai un rimorso, un rimpianto per una occasione non sfruttata, musicalmente parlando ?

R Anche su questo non saprei, forse non aver potuto provare una esperienza musicale estera in quel periodo.

Come sai gli anni 70/80 erano tosti, non era semplice essere quelle che si era.

 

D Chi è oggi Riccardo Gioli ?

R Lo stesso Riccardo Gioli ma con un bel po di trascorso dietro.

 

ROLLING STONES, Lucca 23/9/2017

Era il 1 novembre del 1966, il giorno del mio decimo compleanno.

Suonò alla porta il mio vicino di pianerottolo, Nello, di alcuni anni più grande di me. Appassionato di musica, come me. Meglio, di canzonette. Si perchè al tempo ero un fan sfegatato di Gianni Morandi. “In ginocchio da te”, “Non son degno di te”, “Se non avessi più te” “La fisarmonica” erano che sue canzoni che sapevo a memoria. Addirittura ritagliavo le sue fotografie stampate sulle riviste del tempo che comprava mia madre e le incollavo, con acqua e farina, su un quaderno sulla cui copertina campeggiava la scritta “Foto di Gianni”, come fosse uno di famiglia.

Aprii il pacchetto di Nello con trepidazione, avevo già capito che si trattava di un 45 giri.

Dentro c’era la canzone di un nuovo gruppo inglese, come mi disse Nello, i Rolling Stones. La canzone del lato A era Paint it black, quella del lato B Long long while. Misi subito nel mangiadischi Paint it black…un brivido mi percorse la schiena…da quel momento la mia vita, musicalmente parlando, non sarebbe stata più la stessa.

             

Lo stesso brivido l’ho provato ieri sera, alle ore 21,55 quando le stesse note di Paint it black sono risuonate a Lucca, durante il concerto dei Rolling Stones.

In una location assurda, sia come logistica che come acustica, i “ragazzi” hanno dato il meglio. Certo, magari prima di andare a dormire qualcuno di loro avrà preso la pillola per la prostata, un altro quella per la pressione, un altro ancora per la gastrite, ma credetemi, questi non hanno fatto un patto con il diavolo…si sono comprati l’inferno !!! Non penso ci sia un aggettivo per spiegare a chi non era presente il loro show di ieri sera a Lucca…impossibile…

Una grande, grandissima soddisfazione l’abbiamo avuta noi che purtroppo abbiamo i capelli color argento (i più fortunati…) quando abbiamo notato, per la prim volta, che il 70 % dei presenti erano under 30. Under 30 che sapevano a memoria le canzoni, le cantavano, le commentavano…

Si, c’è sempre vita là fuori…

LUCIANO TROVATO

 

D E’ il 1975 quando nasce il gruppo Lettera di Cambio con Luciano Trovato al basso…

R Si è stato un progetto creato per proporre musica nostra dopo altre esperienze con altri gruppi

D Perchè il basso, in un mondo dominato dalle chitarre ?

R Perché,anche se ho iniziato ad 11 anni ad imparare la musica con il maestro Meneghino per poi passare alla chitarra con il maestro Silvestrini gli step successivi erano quelli di formare piccole band e a quel punto mi sono sentito attratto dal basso e dalle sezioni ritmiche abbandonando la chitarra anche se la continuo a suonare per diletto.

D La Lettera di Cambio era un gruppo di molti elementi, dal suono poderoso, che non passava inosservato; infatti avete passato qualche giorno a Milano per registrare un disco all’editoriale Sciascia che purtroppo non è mai uscito…come mai?

R Si è stata una bella esperienza all’editoriale Sciascia che era già diventata la Vedette Records.

Con l’aiuto del maestro Francesco Anselmo di Milano noto anche come Selmoco,furono arrangiati i nostri pezzi che erano del genere rock progressivo e fu fatto un album che non uscì per il motivo che non erano brani commerciali anche se avevano proposto la promozione con i concerti di un loro gruppo di punta che erano gli INTI ILLIMANI

D Nel 1977 il gruppo si scioglie…che successe?

R Niente di particolare. Naturale fine per altri interessi musicali

D Oggi fai parte di Zoo Station U2 Tribute Band, ottimo gruppo che ho avuto il piacere si sentire esibirsi dal vivo…come nasce questo amore per gli U2 ?

R Io ho sempre seguito la musica a 360 gradi e quando mi hanno proposto di fare una tribute band degli U2 ho accettato con molto piacere ed il fatto stesso che siamo insieme dal 2001 è un segnale che abbiamo instaurato anche un rapporto di grande amicizia

D Tra Lettera di cambio e Zoo Station che ha fatto Luciano Trovato, musicalmente parlando ?

R Dopo l’esperienza della Lettera di Cambio ,mi è stato proposto di suonare la musica da sala come era in voga in quel periodo e sono entrato a far parte di una delle migliori formazioni del momento che era L’Ultima Follia capitanata da Alberto Piro con la quale suonavamo nei migliori locali della Toscana e facevamo dalle 200 alle 220 date l’anno.

Dopo la mia uscita dal gruppo nel 1985,ho continuato a suonare in altre band di diverso genere musicale fino al progetto U2

D Sia nella Lettera che nel Zoo Station sei al fianco di Gianni Ponzetta…coincidenza o legame di amicizia profondo?

R È stata una coincidenza ma avuta anche per una grande amicizia che ci ha sempre legato

D Quali sono i tuoi bassisti di riferimento ?

R Roger Glover dei Deep Purple e Gary Thain degli Uriah Heep

D Quando quel treno ti è passato davanti e per mille motivi non sei riuscito a salire ?

R Qualche treno nel 1973 è passato e che avrei potuto sfruttare se non fossero nati contrasti con la mia famiglia che non vedeva di buon occhio la vita del musicista professionista.

D Chi è oggi Luciano Trovato ?

R È una persona che abbina al lavoro la passione innata per la musica e che spera di poterlo fare ancora per altri anni

ANDREA CAPONI

1 E’ il 1977 quando in piena esplosione punk a Livorno si formano i Killing Eyes e Andrea Caponi è alla chitarra…

Erano anni di forte fermento, Il punk fu dirompente come un corto circuito. Era ovvio che le giovani generazioni potevano essere folgorate da questo fenomeno.

Chi aveva dimestichezza con uno strumento adeguato per questo genere di musica, si sentiva quasi legittimato a suonare in una band.

Avevo già formato un gruppo in precedenza, gli StoneHouse, con Riccardo Gioli, Angelo Pieroni alla batteria, Massimo Vecchi alla chitarra e Alessandro Minuti al basso, che successivamente divenne il bassista della prima formazione dell’Ottavo Padiglione, prima della sua prematura scomparsa. Poi con Riccardo e Massimiliano Mangoni formammo i Killing Eyes

2 Immagino che i vostri punti di riferimento avevano i nomi di Clash , Sex Pistols ecc.

Clash, SexPistols, ma anche Television per non parlare dei Velvet Underground…punti di riferimento non solo per lo stile musicale, ma anche per il modo di vestire, anche se lo stile di vita era distante anni luce da quello delle grandi città.

3 L’amore per il punk nasce e muore in breve tempo; infatti vi dedicate ben presto a sonorità underground…perchè questa scelta?

Il punk però ci ha aiutato ad apprezzare generi musicali più complessi e con sonorità più articolate. L’underground era il genere che ci rappresentava meglio, per quella voglia di sentirsi “diversi” dalla massa.

4 Che ricordi hai della scena musicale in città in quei tempi di cambiamento delle sonorità con il superamento del beat e la disco dietro l’angolo?

La musica stava attraversando un momento di transizione. Il rock progressivo si vedeva oscurato dalla disco music, che prese il sopravvento sul mercato discografico di massa. Nonostante tutto questo in Italia c’era ancora la convinzione circa la possibilità per gruppi e cantautori di emergere e sostenere uno stile proprio nel panorama musicale italiano, vedi la casa discografica Cramps.

5 Dopo i Killing Eyes che hai fatto…mica avrai smesso di suonare ?

Nel 1980 lasciai la formazione, ed insieme ad Angelo Pieroni fui coinvolto in un nuovo progetto, nacque il gruppo “JazzRock Magazine”, una band che si ispirava alle sonorità dei gruppi come i Weather Report e i nostrani Perigeo.

Purtroppo, nell’estate del 1981, un incidente motociclistico, mi causò paralisi del braccio destro, e dovetti purtroppo lasciare il gruppo e ad interrompere la mia attività di chitarrista.

Sono quindi uscito dal “giro”, sposandomi e dedicandomi al lavoro e alla famiglia.

Fortunatamente negli anni sono riuscito a recuperare l’uso del braccio e nel 2005 mi rimetto in gioco, formando con Marco e Jonathan Lemmi, Luca Mariani e Maurizio Fraschi i “Dendroica”,

Registrammo una demo, apparizioni live in giro per le provincie di Livorno e Pisa.

Nel 2006 lascio il gruppo forse nel momento migliore, ma l’impegno diventò progressivamente incompatibile con gli equilibri familiari.

6 Sei rimasto in contatto con i tuoi compagni ? E’ tempo di reunion, mai pensato ad una versione 2017 dei Killing Eyes ?

Ovviamente non ho mai smesso di sentirmi con alcuni componenti dei gruppi dove ho suonato, ma anche se pur sporadicamente con gli amici dei gruppi “antagonisti” (Mauro Manetti di Autonomia Musicale, Piero Contorno e Nicola Melani dei Thugs, Paul Moss e Luca Scotto della Immigration Office Band…).

Per quanto riguarda una reunion, non ci abbiamo ancora pensato, chissà…

7 La tua mail dice tutto…se ti dico Mark Knopfler che mi rispondi ? Immagino un grande amore… (siamo in due.ndr)…

Si, il 1978 fui folgorato dal sound Dire Straits, influenzando il mio stile nel suonare la chitarra. Un ammirazione che tutt’ora è sempre viva.

8 Andrea, qualche rimpianto, qualche occasione non sfruttata ?

Nessun rimpianto, solo il non aver potuto sfruttare ulteriori opportunità a causa di quel maledetto incidente.

9 Cosa è rimasto di quegli anni formidabili, a parte la gioventù…

La cosa più bella che ricordo è che la voglia di suonare e di condividere questo movimento non creò rivalità tra le bands. Ci alternavamo nelle esibizioni prestandoci a vicenda strumenti ed amplificazione ed andavamo ad assistere alle serate degli altri gruppi con piacere.

Poi i ricordi legati allle esibizioni live, in particolar modo ai concerti di apertura durante le varie feste popolari (dell’Unità, dell’Avanti, di Democrazia Popolare,..) per gruppi del calibro come gli Area, Carnascialia di Mauro Pagani, ecc..

10 Chi è oggi Andrea Caponi ?

E’ ancora un ragazzo con la musica e la chitarra nel DNA. Lavoro, famiglia e fotografia sono le attività che mi coinvolgono quotidianamente.

C’è in cantiere un nuovo progetto musicale, ancora top secret, che sto valutando. Nei prossimi giorni prenderò la decisione se farne parte o meno. Vedremo.

GIGI DOMENICI

D Era il 1978 e si forma il gruppo Magnum con Gigi Domenici alla batteria…

R Si, era il lontano ’78 quando si forma il gruppo Magnum con me “prestato” alla batteria, essendo tastierista, produzione prestigiosa di Natale Massara per Dischi Ricordi, altri livornesi presenti Antonio Liotto e Mondo Guidi adesso a Londra ed il chitarrista Mario Michelucci.

D Avete partecipato anche alla trasmissione Super classifica show per promuovere un disco mix con tutti i brani di Battisti…approdaste anche a Disco Ring…mica poco…una bella soddisfazioneuna bella soddisfazione…

R Partecipammo a varie trasmissioni televisive e spettacoli live, facendo nei tre mesi estivi la stupenda vita delle rock-star ma anche oltremodo stancante con continui spostamenti in macchina e treno tra livorno, roma e milano ed altre località minori: spettacoli, studio di registrazione, servizi fotografici, alberghi, ristoranti e persino fan che ci chiedevano l’autografo!

Insomma, per noi era il paradiso in terra

 

 

D Eravate un supergruppo…7 elementi con due splendide cantanti…come è successo che vi siete sciolti?

R Era un tentativo di produz discografica come ce ne erano tantissimi in quel periodo; e come tanti altri non ha avuto seguito.

D E dopo i Magnum non hai mica attaccato le bacchette al chiodo?

R Io per la verità sono un pianista\tastierista; ero solo “prestato” alla batteria. e comunque non ho davvero smesso di suonare

D Anni 70…bellissimi anni…che differenze trovi tra la scena musicale del tempo e l’attuale?

R La differenza tra allora e adesso sta solo nel fatto che allora il mercato tirava e giravano parecchi soldi, oggi si vedono solo autoproduzioni, il più delle volte scadenti o cervellotiche… ma qui si scade in un problema di politica ed economia che è meglio non toccare

D Quali sono le tue fonti di ispirazione? I tuoi maestri, musicalmente parlando?

R Io sono nato musicalmente con i Beatles che adoro tutt’oggi, poi mi sono innamorato del progressive inglese ed usa, per scoprire infine l’R&B ed il funky stile Earth Wind & Fire. Trovo che oggi la scena musicale dica veramente poco…

D Oltre alla batteria suoni anche la chitarra…

R Si, la chitarra sia acustica che elettrica, il sax, il flauto traverso, il basso, alcune percussioni… io dico sempre, scherzando, che il Piano è mia moglie e la chitarra, la mia amante

D Gigi, qual’è il treno sul quale non sei salito?

R Treni persi? ….alcuni si… per inesperienza, troppo giovane età, e… livornesaggine (di questo per fortuna sono guarito) ah ah ah

D Chi è oggi Gigi Domenici?

R Oggi? domandona… dentro sono lo stesso 15enne innamorato della musica che probabilmente non mi ha restituito ciò che le ho dato in tutti questi anni, ma. come si suol dire “al cuor non si comanda”