DONATELLA PELLEGRINI

D Donatella Pellegrini…inizi a cantare a circa sedici anni, frequentando scuole musicali Livornesi per poi proseguire con gli studi a Milano e successivamente alla rinomata Scuola Senese Jazz, con la bravissima Fabrizia Barresi. Hai frequentato seminari sull’improvvisazione Jazz con Tiziana Ghiglioni e sui canti armonici a Lugano con il maestro Bardo. Prosegui personalmente approfondendo la materia del canto e l’orecchio, informandoti sugli studi di Alfred Tomatis e iniziando un percorso di ricerca sulla ‘psicofonia’…come inizio non c’è male direi…

R E’ stata ed è tutt’ora una scoperta! il canto è un viaggio meraviglioso, un tragitto da dentro a fuori e viceversa; è il letto del nostro fiume di emozioni che scorre, quindi c’è dentro tutto. L’unico strumento che nasce dall’interno. Non è una cosa meravigliosa?

D Non solo canto però in quanto sei anche un’ottima chitarrista…hai fatto studi classici o sei autodidatta ?

R Ho solo preso qualche lezione spalmata negli anni,dai tempi in cui andavo a Musical City, da Tony di Music City, ai miei amici chitarristi chiedo consigli ed ultimamente vorrei riprendere lezioni per migliorare quello che faccio . Sono più che altro un’autodidatta , mi accompagno molto semplicemente con la chitarra, non mi ritengo una chitarrista:)) Sono fortunata perchè sono musicale ed è un dono! mi accompagno anche con il piano ma in modo semplice, poi gioco con la batteria elettronica o i bonghi , con il Microkorg e poi cerco di trovare il tempo per studiare il basso che adoro!il mio insegnante è Anacleto Orlandi (Big Boss), insomma,gioco ancora come una bambina e menomale! compongo con l’aiuto di Cubase e mi diverto con tutti i plug in :))

D Attualmente ti esibisci da sola o in jam improvvisate…scelta coraggiosa…

R Attualmente la situazione come ben sappiamo è molto critica, però diciamo , nel periodo iniziale del Covid, ho preso la decisione di divertirmi un po’ suonando la chitarra e facendo la corista nella SUGAR OVER , band tributo a Zucchero che sta crescendo, portando con me il mio coro, poi in duo , uso il pedalino per fare cori o giocare con gli effetti e con Alessandro Brilli, batterista conosciuto di Livorno, lui con un Cajon elettronico ed altri ‘giocattoli’, creiamo una situazione sonora molto divertente!poi in duo blues con Giacomo Vespignani ! Chi non conosce Giacomo a Livorno? 🙂

D Già dai 16 anni inizi a cantare con diverse band, sia locali, sia di varie regioni, acquisendo padronanza di diversi stili musicali. Come corista vanti numerose collaborazioni discografiche: dalla Dance con l’etichetta ‘Emi’ con il progetto ‘Amya’, Etichetta ‘Digit’ di Milano, ‘Time’ di Brescia,’ J & O Promoter’ di Bientina, al pop con Matteo Valli e Roby Facchinetti. Sul fronte live partecipi a numerosi festival nazionali e ai tour con Bobo Rondelli e Linton Kwesi Jhonson partecipando al Pistoia Blues Festival (1999), Minneapolis Rock Festival, Capannelle a Roma, The Place A Roma… Aperture concerti di: Sean Paul, Alex Britti, Subsonica. Sempre proseguendo sui diversi stili musicale, hai avuto cover band da Jamiroquai, a Lucio Battisti, a Etta James, riuscendo anche a completare un album ‘ Living Again’ in collaborazione con il pianista Leonardo Volo. In poche parole: una artista a tutto tondo, affermata, sicura di te…soddisfatta ?

R Bella domanda! Si ma ancora troppo poco per i miei gusti. Avrei voluto volare in tutto il mondo e portare in giro anche i miei progetti. Io devo fare musica sennò muoio. Non c’è niente da fare, è una cosa che non ha molte parole per poterla spiegare e mi sa che non servono neanche, è necessario ‘sentire’ ed io ‘sento’ che quando sono immersa nella musica vivo, altrimenti, sopravvivo, che è già qualcosa dai:)

D Nella tua carriera hai anche avuto il tempo di incidere due album in Italiano, scritti e arrangiati da te stessa con la collaborazione in studio di Giovanni Sala. ( S.O.S – 2008 / ‘Chi sono Io’ – 2012). A quando il prossimo lavoro ?

R Allora in verità, ma non lo avevo scritto in passato, c’era un primo album di soli 4 brani che si chiama : OSO. All’interno ci sono due cover e due miei inediti, poi se vorrai, te li farò ascoltare. Quindi adesso lavoro per il mio quarto album in italiano. C’è stato un fermo come puoi ben immaginare, e sto riprendendo ora il lavoro in studio che attualmente è a Grosseto ed il mio co-arrangiatore è Riccardo Cavalieri. Il prossimo lavoro si intitolerà : E’.

Da pochissimo ho preso la decisione di rimettere su il mio progetto: DONA LIVE SHOW , ricominciando a sperare che la situazione migliori, anche se ci sarà da faticare ancora un po’. E’ un progetto molto particolare, un racconto in fondo, di un tratto molto importante della mia vita . Vorrei che diventasse anche un film.Vedremo …

D La tua voce ti permette di spaziare a 360 gradi all’interno dei vari generi musicali ma è stato il tuo incontro con il blues a determinare una svolta importante nella tua vita di artista…

R Già avevo fatto un profondo percorso dentro me proprio per esprimere i miei sentimenti attraverso i miei album, quindi mettermi ‘a nudo’, poi il blues ha confermato tutto. Mi dispiace che non sia la mia seconda lingua l’americano, ed è importante comprendere a fondo i testi, ma ci sto lavorando:)

D Basilare è stato conoscere il grande chitarrista Nick Becattini con il quale hai collaborato sia in studio con l’album ‘Nick Becattini & The Nickettes’ che live (Pistoia Blues 2009). Nick Becattini ha anche partecipato al tuo secondo CD nel brano ‘Primo Maggio’….

R Si, Nick , fratello d’anima. Ho fatto un bellissimo percorso con lui, un magnifico viaggio . Posso solo ringraziare Nick con tutto il mio cuore per tutte le possibilità di crescita che mi ha offerto, e, che continua a darmi. Mi sento tutt’uno con Nick e la sua meravigliosa chitarra, ed a proposito di ‘sentire’, io ‘sento ‘ogni sua nota fino in fondo all’anima. Farlo partecipare al mio album in ‘Primo Maggio ‘, è stato un onore.

D Progetti futuri, qualche concerto a breve magari in città ?

R Proporre il mio progetto italiano come dicevo prima, con la presentazione anche del quarto e prossimo album. Continuare a creare e d arrangiare e qualche volta anche per altri artisti . Prossimamente e quindi il prossimo 8 Dicembre 2021,ho un bel concerto al Teatro Manzoni di Pistoia con Nick Becattini ed il suo nuovo album appunto, ma insieme a noi anche altri grandi artisti si esibiranno in occasione della presentazione del libro : SWEET HOME PISTOIA ‘(40 anni di Festival Blues).

D Quali sono stati i tuoi mostri sacri, i cantanti/chitarristi che magari imitavi da bambina davanti allo specchio ?

R Ehehe, diciamo che in casa mia ascoltavano molto Sanremo ed io non potevo che sentirlo , ma amavo già la grinta di Tina Turner:) poi mia sorella maggiore comprò una collezione di musica black ed io mi ci tuffai dentro inconsapevole di chi fossero questi giganti (B . B King, Aretha ..etc….)

Successivamente ho amato e amo la voce di Etta James e la sua grande personalità…

D Il mondo del rock e quello del blues hanno, inutile negarlo, una importante impronta maschile, ma quando una donna riesce ad emergere lo fa con tutta la sua potenza e grazia, imponendosi ovunque e lasciando un segno importante…sei d’accordo?

R Verissimo, e,per quanto mi riguarda, non ho mai sentito dentro questo conflitto , forse perchè come ti dicevo prima ‘sento’ e basta… e allora. probabilmente , viene fuori quello che dici tu, potenza, grazia…

D A proposito di artista completa : da anni insegni canto presso numerose scuole: Koala a Massa; Proscaenium di Pisa; Brilli Livorno; Nuovi Suoni a Livorno, Music City di Livorno , Musicantiere di Carrara, Sala Prove Amap di Pistoia . Sei inoltre docente presso il Pistoia Blues Clinics(temi per sessioni da Robert Johnson & Delta Blues al Funk Blues di Robben Ford e e John Mayer) …c’è soltanto da complimentarsi…

R Attraverso l’insegnamento impariamo molto e quindi ringrazio tutti coloro che si sono affidati a me . Amo avere cura delle persone, con le loro storie . Far crescere una persona nel canto, per me, vuol dire , averne cura come si ha cura per un neonato. Delicatezza e fermezza, altruismo e osservazione. Non sono madre , ma ho tanti figli:)) Posso sbagliare , come tutti, ma il mio intento è onesto e sincero.

D Tutti noi abbiamo un rimpianto che non ci fa dormire la notte:non essere saliti su quel treno che aspettava solo noi ; musicalmente parlando, dove andava quel tuo treno ?

R Rimpiango di non aver studiato bene uno strumento come il basso , per il resto, così va la vita, non ho accettato certe proposte perchè non mi piacevano. Presuntuosa? no.. ho solo seguito i miei sentimenti del momento.

D Chi è oggi Donatella Pellegrini ?

R Una donna, un’artista , che ha molto da dare ma anche da ricevere e vorrei poter vivere ancora entrambe le cose, anzi di più!Sono matura ma sono ancora bambina e mi piace saper vivere questi aspetti. Sono malinconica ma sempre pronta ad affrontare le situazioni della vita, che stanca spesso e ci rende fragili. Vorrei continuare a vivere il palco che è la mia vera ‘casa’. La mia ‘casa’interiore. Il pubblico fa parte di me ed io lo amo e quando riesco a trovare il feeling tra me e loro, è una ricchezza umana, impagabile. Un’ unione universale e spirituale che va oltre tutto quello che la nostra mente riesca a razionalizzare.

DANIELE PISTOCCHI

D Daniele Pistocchi, attualmente fai parte del gruppo, o meglio del duo, On the mend…come nasce questa collaborazione con Valentina Cantini ?

R Più che una collaborazione, quella fra me e Valentina si potrebbe chiamare una simbiosi. Ci siamo conosciuti giovanissimi alla scuola comunale CFDMA di Donoratico (da dove proveniamo entrambi) e lì abbiamo iniziato a fare i primi saggi insieme. Da allora è passata molta acqua sotto i ponti e siamo compagni nella vita, oltre che in musica, da più di 20 anni.

D Prima hai fatto parte di altri gruppi ?

R Ho fatto parte di tante formazioni più o meno longeve, e tuttora On The Mend non è il mio unico progetto. Attualmente ho un duo con un grandissimo musicista livornese, Alessio Masoni, che si chiama Folkaholic e un progetto di musica gipsy jazz chiamato Menomanouche con Valentina e il fisarmonicista Roberto Molesti. Fra le mie vecchie band mi fa piacere ricordare il quartetto gipsy jazz Le Convergenze Parallele, i paladini del country toscano Beer ‘o Clock, esperienze con Max De Palma… i nomi sono tanti e per brevità mi fermo qui senza nulla togliere alle band che sono rimaste fuori dall’elenco.

D Il vostro repertorio spazia a 360 gradi, dal country, alla irish music (che adoro) fino alla musica italiana…

R Non poteva essere altrimenti, per molti motivi. Non siamo dei puristi per natura, e anche volendo sarebbe un po’ ridicolo tentare di suonare ‘autentica’ musica folk irlandese o americana senza essere nati in Irlanda o negli USA. Un repertorio variegato aiuta noi a personalizzare meglio quello che facciamo e rende il nostro set adatto ad un pubblico più ampio.

D Il tuo strumento è la chitarra che accompagni anche con la voce…hai fatto studi classici o sei autodidatta ?

R Mi sono diplomato da privatista in conservatorio con la guida di Simone Bartali, e ho studiato (poco) canto con Marco Meriggio. Ho poi approfondito lo studio della musica moderna con Simone Ricci e fatto qualche lezione dedicata alla chitarra elettrica country con Andrea Cesone. La chitarra acustica è ormai il mio strumento principale, e il mio stile nel folk è frutto di una ricerca personale approfondita e affinata in tanti anni di pratica

D Tu e Valentina…vi ho visti dal vivo poco fa…ottima intesa..visto che questa pandemia ci da un po’ di fiato avete progetti, magari qualche altro concerto in città ?

R Ti ringrazio, come ho detto prima la nostra intesa viene da molto lontano nel tempo! Abbiamo due appuntamenti il 30 e 31 ottobre, rispettivamente a La Nunziatina (PI) e Ribello Gallo (LI). La stagione invernale sarà anche quest’anno a scartamento ridotto per le restrizioni anti-COVID ma si spera un po’ più vivace. Abbiamo ripreso con gioia le nostre collaborazioni con Alle Vettovaglie, dove tutte le settimane potrete ascoltare ottimi concerti con la direzione artistica di Percorsi Musicali, e con La Bodeguita Livornese quindi speriamo di ritornare anche da loro prossimamente.

D Qualisono i tuoi mostri sacri, i chitarristi che imitavi da bambino davanti allo specchio?

R Senza pensarci, i primi nomi che mi vengono in mente sono Brian May e Ritchie Blackmore, che ascoltavo sui nastri che mi passavano il cugino più grande e un caro amico di famiglia appassionato di musica anni 70. Crescendo i musicisti che mi hanno ispirato sono diventati troppi per essere nominati, ma sicuramente devo ricordare Tommy Emmanuel, musicista che ho scoperto in un momento particolare della mia vita e che ha cambiato letteralmente il modo che ho di pensare la chitarra.

D Te sei un livornese di provincia che conosci benissimo la realtà cittadina e oltre, cosa manca secondo te per far fare il salto di qualità a questo territorio che pure annovera nei decenni pezzi da 90 nel campo musicale ?

R Ormai sono diversi anni che ho spostato buona parte delle mie attività fuori da Livorno, in particolare ultimamente collaboro a tempo quasi pieno con la scuola RITMI di Cecina, per cui non so se ho una risposta efficace a questa domanda. Mi ricordo una certa carenza di coordinamento fra le realtà importanti del settore, ma parlo di molto tempo fa e onestamente non so quale sia la situazione attuale.

D Tutti noi “ci mangiamo le mani” per non essere saliti su quel treno che aspettava solo noi…musicalmente parlando, dove andava il tuo ?

R Sfortunatamente, manco di un temperamento sufficientemente ambizioso per riconoscere quali treni portano più lontano. Se mi guardo indietro forse l’unico vero rimpianto che ho nel campo della musica è quello di essermi giocato male il primo progetto discografico tentato con la mia band 69 Plajo ormai quasi 20 anni fa, che poi si è arenato senza possibilità di ripresa.

Tuttavia oggi sono in un posto molto felice, dal punto di vista professionale, e probabilmente le scelte e gli errori fatti in passato hanno contribuito a portarmi qua perciò non li rimpiango.

D Chi è oggi Daniele Pistocchi ?

R Un artigiano della musica. Uno che si dedica con passione all’insegnamento, alla musica dal vivo, alla sua attività di fonico live e in studio, alla composizione e al sound design per il cinema e alla fine di tutto questo polverone cerca di tirare le somme e fare sempre qualche passo in avanti.

DARIO PETRONICI

D Dario Petronici tastierista…le tastiere, immagino il tuo primo amore, il tuo primo approccio con la musica?

Ciao Massimo guarda in realtà ho cominciato tardi a 24 anni con alcune lezioni di piano da un’insegnante di pianoforte di impostazione classica., breve esperienza interrotta anche perché incompatibile con gli impegni lavorativi che avevo allora. La passione però c’era ed anni dopo nel 2010 ho iniziato un percorso di studio con l’amico/maestro iazz Mauro Perigozzo che mi ha allargato la mente stimolato e sostenuto nei momenti critici (chi suona qualcosa sa cosa intendo). Comunque da allora non ho più smesso un pò di tempo per strimpellare lo trovo sempre più per una esigenza psico-fisica.

D Hai fatto studi classici o sei autodidatta?

Vedi sopra

D Attualmente fai parte della band I Rumori Molesti. Ottimi musicisti, buona musica…come nasce questo ensemble?

Il gruppo nasce dall’incontro casuale di un anno fa in tempi di lockdown con la cantante /bassista Serena Leonardi in arte Ladybird (la leader del gruppo) ricordo mi fece ascoltare alcune sue interpretazioni di cover. Ne rimasi stregato gran voce , grande trascinatrice, una vera forza della natura e una vera professionista. Chiamai subito il mio amico batterista Luca Cecchetto per coinvolgerlo nel trio che nel frattempo mi ero prefigurato. Recentemente nelle ultime due uscite si è aggiunto anche il chitarrista Francesco Betti che dona un valore aggiunto al sound

D La vostra musica spazia a 360 gradi, dal pop al rock, dalla musica leggera italiana al funky…ma qual è il tuo genere preferito?

Mi piacciono un pò tutti i generi musicali ognuno ha il suo fascino e un diverso modo di approccio la sfida è anche quella certo non nego che un pò di improvvisazione jazz mi manca ma oggi mi interessa di più mettermi a disposizione del gruppo e imparare il più possibile da questa esperienza

D Prima de I Rumori Molesti hai fatto parte di altri gruppi?

Sì, insieme al batterista Luca Cecchetto abbiamo fatto parte di un gruppo blues con il quale abbiamo collaborato per circa un anno.

D Chi sono i tuoi mostri sacri, i musicisti che imitavi fin da bambino davanti allo specchio?

Ricordo da ragazzino i Police mi avevano preso avevo tutti gli LP. Poi ho cominciato ad ascoltare tutti gli altri, non mi chiedere di fare una lista dei mostri sacri .. sarebbe infinita vista poi la mole di produzione musicale dal 70 al 90. Mi viene a mente che recentemente abbiamo perduto Check Corea ecco quello sì che era un mostro

D Dagli anni 70 in poi le tastiere sono diventate quasi indispensabili in un gruppo musicale, fanno da collante, legano il tutto…

Si la tastiera fa da legante è un sostegno armonico, crea l’amalgama, ammorbidisce l’ascolto fosse anche solo un tappeto ma anche dal punto divista ritmico è molto utile

D Progetti futuri, qualche altro concerto ora che è possibile (a proposito vi ho visto suonare in Piazza Grande a Livorno…) magari in città?

Abbiamo ricevuto altre richieste, da alcuni locali cittadini (abbiamo in programma due date da qui a fine ottobre una delle quali il 30 di nuovo in Piazza Grande, alla Caffetteria Piazza Grande.

D Tutti noi abbiamo un rimpianto che ogni tanto affiora…musicalmente parlando, qual è il tuo, quella scelta che avresti potuto fare?

Sinceramente non ho grossi rimpianti. Forse ripensandoci soltanto quello di non essere stato introdotto in età giovanile allo studio del linguaggio musicale che ritengo fondamentale per la crescita interiore individuale oltre che per lo sviluppo dei rapporti sociali.

D Chi è oggi Dario Petronici?

Dario, un ragazzo del 66 con questo vizio di ritrovarsi nel tempo libero una o due volte a settimana a provare con I Rumori Molesti entrando in sintonia con la musica divertirsi , imparare ,provare nuove emozioni ampliare il nostro repertorio, provare a fare divertire la gente che oggi ce n’ è tanto bisogno ..cose belle insomma , alla base c’è l’amicizia fra noi, la stima e il rispetto non potrebbe essere diversamente .

LUCA SARDI

D Luca Sardi bassista…chitarrista pentito o “adoratore” dello strumento fin dalla tenera età?

R Ciao!….bassista ”adoratore”, ma usando un’ accezione più sanguigna, direi anche “consapevolmente sfegatato”. Le giornate trascorrevano all’insegna di musica strimpellata con vecchie chitarre acustiche in Villa Mimbelli, ed ogni giorno inevitabilmente sarebbe venuto fuori un brano da cercare di riprodurre in massa, ma soprattutto a caso e fino allo sfinimento…

All’interno del gruppo di amici esiteva già una band Grunge ( To moore on pier ) composta da quelli “più grandi di età del gruppo” che ovviamente soddisfava il 90% dell’interesse delle mie/nostre giornate…Ogni serata di prove (al Centro musicale in Piazza Manin) era vissuta con l’entusiasmo dell’attesa di un concerto, come adesso…semplice,

Conoscevo ogni singola nota e brano della band di Chico, il mio amico del cuore ( con il quale poi ho avuto nel tempo altre esperienze musicali ), andavo a casa sua e suonavamo per ore le sue canzoni ( stavo suonando le canzoni dei To moore on pier! ), ed io usavo una delle sue due chitarre suonandola a singola nota per fornire quel pizzico di discutibile e legnosa collaborazione…

“Luca, perché non vieni a suonare con noi il basso? Beppe tanto ha la ragazza e non viene quasi mai..”

….e così Inizio a suonare il basso, che bellezza!

D Attualmente fai parte del gruppo Chromosomes, ottima band, ottimi musicisti…come nasce il tutto?

R Suono con i “The Chromosomes” dal 1997, band che ovviamente amavo e che consideravo insieme ai “Flora e Fauna” le band di spicco e principale attrazione dell’”underground Punk Livornese” di quegli anni.

Nei fondi dei sotterranei alla Bertolli ( così si diceva! ) si trovava il quartier generale del Punk e lì suonavano i “The Chromosomes”, e i “Flora e Fauna”, e i “The Pills”, ed i “Negative Pole”….e tanti altri.

Mimmo, amico e batterista dei “To moore on pier” già stava suonando con Massi, Palline e Loris nei “The Chromosomes”, continuando poi a suonare con me la batteria nei progetti degli anni seguenti che videro la formazione di altre due Band in chiave decisamente Punk Hard Core ( Youth in Crisis e Back Line Division ) con ovviamente la presenza di Chico alla chitarra e alla voce.

Ah, tutto questo si svolgeva non più alla Bertolli, ma nei fondi del Mercato Centrale!

Nel frattempo Mimmo mi propose di andare a fare una prova con i “The Chromosomes” in quanto Loris fu costretto a lasciare per dinamiche lavorative… mi presenta Massi e Palline (emozione a palla!), grandi amici tutt’ora…

La prova è Ok !!! Iniziano concerti e mini tour continui in tutta Italia e non, registrazioni, tanti amici ovunque, ambizioni e speranze ma soprattutto divertimento…

Ora suonavo con i “The Chromosomes” e con I “Back Line Division”, in entrambi con Mimmo ma in uno con Chico e nell’altro con Massi e Palline…

Abbiamo un nuovo fondo in questa fase comunque, la “casina su in campagna”, a Torretta Vecchia per intenderci.

Ah, e concludo dicendo che da anni alla batteria i Chromosomes vedono la presenza di Matteo!!!

D Il vostro sound possiamo definirlo garage-rock..ti rivedi in questa definizione anche se “etichettare” la musica è sempre difficile ?

R I Chromosomes esprimono da sempre un sound Punk-Rock sullo stile Ramonico ma con una leggera influenza Pop, elemento che a parer mio distingue da sempre lo stile della band nel suonare Punk..

La struttura ritmica è assolutamente quella, ma le smussature armoniche ( grazie alla presenza di cori e fraseggi di chitarre ) ci sono ed addolciscono il tutto…

Un mix di influenze distinguibile…alla Chromosomes ecco !!!

D Una “vocina” mi ha detto che fai parte di un altro gruppo con componenti non nati sopra uno scoglio…

R Vocina attendibile direi!… Ebbene sì, la voglia di tornare a suonare Hard-Core così come succedeva con i Back Line Division è stata incontrollabile… decido così con altri vecchietti amici della Pisa Hard-Core di fondare i “NOT SAVED”, band decisamente tagliente e dalle sonorità tipiche dell’ Hard-Core New York con brani suonati alla velocità della luce.

Con Nick, batterista dei NOT SAVED, Chico e Cele nel frattempo riparte il progetto Back Line Division, stroncato però purtroppo dal soffocamento che la pandemia ha indotto su tutti gli aspetti della musica e non solo.

D Il basso è uno strumentonon appariscente ma dallo straordinario impatto sonoro…è spesso il collante in un brano…te ne accorgi quando manca…

R Scherzosamente non posso che citare un altri tipico intervento diretto a me e colleghi di strumento quando eravamo in giovane età!!!… Del tipo: “tranquillo, anche se commetti un qualche errore tanto il basso non si sente” , un qualcosa di sottilissimo che un po’ colpiva dritto l’orgoglio teen…Bei Tempi!

Descrivi lo strumento perfettamente, poco appariscente ma con impatto sonoro unico, strutturato e che da struttura….aspetti che determinano a parer mio la sua quasi essenziale presenza all’interno di una qualsiasi composizione musicale.

Dico “quasi” perché devo ammettere di aver ascoltato negli anni live di band assolutamente interessanti progettate volutamente con l’assenza del basso ma, nonostante ciò, è sempre stato inevitabile non sentire il bisogno di sentirsi vibrare il petto per le basse frequenze.

…sai, sono un po’ di parte io..

D Quali sono i tuoi mostri sacri, i bassisti che imitavi davanti allo specchio ?

R In quel famoso parco di cui sopra nei primi anni 90 mi sfondavo ad imitare Cliff Burton ( bassista dei Metallica ) nel solo di “Anesthesia Pulling Teeth”…era il mio/nostro chiodo fisso, non l’ho mai eseguita tutta alla fine visto che la punta di diamante del solo era la parte iniziale….dopo di che, prima di passare al Grunge sfrenato ed al “Nirvanesimo” (che ovviamente suonavo), ho amato molto lo stile e l’arroganza di Flea unito allo stile inimitabile dei Red Hot

Al momento ( ma da tempo direi, quindi da quando suono Punk Hard Core ) ho un debole per Matt Freeman, bassista conosciuto per deliziose performance con “Rancid” ed “Operation Ivy”.

Amo il suo stile, i suoi virtuosismi ed il suo sound graffiante…. devo ammetterlo, alla tenera età di 44 anni e l’ausilio della rete ( elemento fondamentale che prima non era di grandissima voga ) mi trovo spesso a seguirlo in alcuni suoi tutorial!

D Progetti futuri? Un nuovo cd magari? Concerti, appena questo maledetto virus ne da l’opportunità ?

R Ci stiamo riprendendo da questo lungo periodo di stop con calma, continuando a provare e a scrivere canzoni in vista di un nuovo album non vicinissimo comunque. Nel frattempo perché no, qualche data in qualche evento sicuramente capiterà…

D Tutti noi abbiamo un rimpianto…non essere saliti su quel treno che ci stava aspettando ci “rode ” ancora…dove andava il tuo, musicalmente parlando ?

R Nessun rimpianto per quanto creato e vissuto con i Chromosomes, è stato tutto ed è tutt’ora fantastico.

Devo ammetterlo, spesso ti fermi a pensare se veramente ( in quanto componente di una band con un anche se pur piccolo potenziale e con un seguito ) se qualcosa potesse esser stato condotto o gestito in maniera differente..tipo proposte, etichette, distribuzioni e quant’altro, o addirittura scelte musicali… Ma tutto è andato al massimo!

Ah sì, un rimpianto lo avrei… non poter rivivere i palchi con i “The Chromosomes” degli anni di “More Time to Relax” e di “Chromoterapia”…

D Chi è oggi Luca Sardi ?

R Giusto per citare una perla di Pozzetto in “ Il Ragazzo di Campagna” Luca Sardi, “incensurato e nulla tenente” a parte il mio basso… !!!

A parte gli scherzi, decisi tra il conservatorio e l’Università di scegliere la seconda via e tutt’ora vivo occupandomi di servizi in ambito Geomorfologico.

Ma suono, suono tantissimo in solitario e con le mie sempre presenti band…

D’altronde, come dico sempre, l’ambizione per chi suona è tutto.

GIULIANO BARTORELLI

D Giuliano Bartorelli, eccezionale chitarrista…l’amore per lo strumento è nato in tenera età immagino…

R Sembra Ieri , ho preso la chitarra in mano nel 1964 (avevo 6 anni) durante le prove dei The Beatniks, la band di mio fratello Roberto degli anni Sessanta, che provavano nel salotto di casa nostra , e i vicni arrivavano con le seggiole (pochi avevano la Televisione) e si godevano lo spettacolo, lo fai ora ti “arrestano”.

D Hai fatto studi classici o completamente autodidatta ?

R Ho studiato solfeggio dal Maestro Simi, la scuola era alla Goldonetta nel 1975.

D Attualmente fai parte del duo “La strana coppia”, appunto in coppia con il vocalist Gabriele Ciurli…come è venuta l’idea di formare questa strana coppia ?

R Gabriele e’ amico di Leandro, mio figlio, ed io e mia moglie frequentavamo la famiglia Ciurli (famiglia Stupenda, con Stefano una persona unica, per bonta’ ,generosita’ e lealta’),Quindi quando ci trovavamo insieme, Gabriele era l’attrazione delle canzoni, e da li per anni, poi Stefano ha proposto il duo ……mi dispiace che ci ha visto solo una volta al “debutto”… Gabriele sta dimostrando tutta la sua bravura e spontaneita’ sul palco

D Prima hai fatto parte di altri gruppi …chi ricordi con più piacere ?

R (Trilobiti), (Retro Bottega), (Riccardo Chimenti Band), (Mario Bucci Band), (Serrano Band) ,(Mi.Ba) (MK5) (Relish), ma e’ una storia passata. Attualmente oltre a La Strana Coppia, suono con Trentacorde Quintett, Emanuele Bernardeschi, Martina Salsedo e naturalmente con mio figlio Leandro.

Ricordo tutti con piacere, con ogni band ho avuto emozioni.

D Spesso e volentieri sei chiamato a impreziosire jam e ensamble…un modo superbo di stare insieme ad amici e musica…

R La bellezza delle Jam, ti ritrovi a suonare con musicisti bravissimi, preparatissimi e tutti con entusiasmo, un modo anche per spazziare in tanti generi diversi

D Il tuo repertorio spazia a 360 gradi nel mondo della musica…ma il tuo genere preferito ?

R Naturalmente il Rock , il Rhythm and Blues, il Funky, ma anche la canzone d’autore, mi piace tutta la musica.

D Quali sono i tuoi mostri sacri…coloro che magari “da bimbo” imitavi davanti allo specchio ?

R Alvin Lee del gruppo storico dei Ten Years After, Ritchie Blackmore dei Deep Purple, anche se sono “crasciuto” con i Beatles e Rolling Stones….

D Te hai avuto il previlegio di suonare insieme a tuo figlio Leandro, batterista la cui bravura e fama ha oltrepassato la nostra penisola…orgoglioso immagino…

R Certamente, dal 1992 quando Tullio De Piscopo lo ha voluto con se alla N.A.M.M a Milano , da li non ci fermavamo un attimo, io avevo smesso di suonare per seguirlo e suonare con lui, poi diventato grande, ha iniziato a suonare nei GP Formula Uno,Londra, Abudabi, Etc…… Orgoliososissimo, anche perche’ e’ un ragazzo stupendo !

D Tutto noi abbiamo un rimpianto che non ci fa dormire e ogni tanto ci ricorda che dovevamo prendere quel treno che ci stava aspettando…dove andava il tuo ?

R Sinceramente,sono soddisfatto di c’ho’ che ho fatto, sono riuscito a suonare (grazie a mio figlio) a Londra, Montecarlo,Milano,Roma,Cortina D’Ampezzo,Bari,Pescara,Genova etc etc…. in TV, Rai Uno, Canale 5 Italia Uno e altre emittenti

D Chi è oggi Giuliano Bartorelli ?

R Bellissima questa domanda… oggi sono un nonno di 62 anni (tra poco nonno 2 volte)

che si sente un “ragazzo” , con il solito entusiasmo, circondato da una bella famiglia

e che con le sue 34 chitarre, continua a suonare , con il solito entusiasmo.

GAETANO MASTRORILLI

D Gaetano Mastrorilli… viene prima il chitarrista o il tastierista?
R: Si tratta di una domanda cortesemente tendenziosa: non sono chitarrista, né tastierista, ma solo un appassionato strimpellatore. In tal senso possiamo dire che viene prima il tastierista. D’altro canto la vista del bianco e del nero, dell’avorio e dell’ebano mi hanno sempre dato i brividi. Le prime esperienze “musicali” sono nate proprio accarezzando i tasti del pianoforte… di qualcun altro.

D Attualmente fai parte del gruppo “ The New Choir & Tornado Band”… come è nato questo ensemble ?
R: Qualche anno fa, tramite amicizie, sono stato invitato ad ascoltare questa strana formazione: un coro supportato da una vera band, un repertorio piuttosto variegato che spazia dalla musica italiana a quella internazionale, e che si muove tra gli anni ottanta e i giorni nostri. La peculiarità dell’ensemble è la perfetta amalgama tra la parte corale, ottenuta dagli originali arrangiamenti a quattro voci messi a punto dalla direttrice artistica del progetto, il M° Noemi Pacini, il fulcro di tutto il progetto “The New Choir & Tornado Band”, e quella orchestrale.

Dopo l’invito ad unirmi alla band per sostituire il tastierista che aveva altri progetti musicali, non ho saputo dire di no, e oggi sono felicissimo di farne parte.

La band è costituita da Fabio Giannitrapani alla batteria, Fabrizio Mazzeo al basso, Luigi Ridolfi alla chitarra elettrica, Giandomenico Mastroeni alla chitarra acustica e, infine, dal sottoscritto alle tastiere da giugno 2017.

L’ensemble è nata nel 2012, senza il supporto della Tornado Band, formatasi successivamente, nel 2014, anno di costituzione dell’Associazione TuttInMusica sotto il cui cappello sono presenti altri progetti, tra cui voglio ricordare il coro per i bambini (Singflowers). Vi invito a dare un occhio al sito: www.tuttinmusica.it e alle nostre pagine social.

D Il vostro è gruppo caratterizzato da un repertorio incentrato sulla musica pop italiana e internazionale ma con richiami ad altri generi come il rock, il gospel e la musica cantautoriale… ma quale è il tuo genere preferito al di là di esigenze “di band” ?

Sì, esattamente, il repertorio è vasto e spazia su più generi musicali, una caratteristica che non si scontra affatto con i miei gusti. Dovessi collocare da qualche parte il mio genere preferito, avrei grosse difficoltà nel farlo. Ascolto musica di tutti i generi e di tutte le “epoche”, preferendo l’uno all’altro a seconda del momento, del mio stato d’animo e del mio “mood”, come si dice oggi.

Giusto per fare qualche nome internazionale posso citare i Supertramp, The Alan Parson’s Project, gli America, i Queen, i Dire Straits, gli Earth Wind & Fire. In ambito nazionale non posso non ricordare Pino Daniele, Claudio Baglioni, Gianni Togni, Sergio Caputo, i Dirotta su Cuba e la sua leader Simona Bencini. Ascolto musica classica (sono un patito di Chopin e di Giacomo Puccini), il blues di Eric Clapton e il jazz di George Benson. Insomma, come si fa a non includere tutti questi generi nella propria teca musicale? Certamente ci sono cose che capisco meno e faccio fatica ad ascoltare, come il genere rap per esempio…

D Impossibile non parlare di TuttinMusica e delle iniziative volte alla raccolta fondi: ADMO, AIRCS, AssoFly, ASHaL, Medici Senza Frontiere, Ospedale,Meyer di Firenze, Vite Onlus, Unione Italiana Ciechi, I sogni di Jo… definirla scuola di musica mi sembra molto riduttivo…

Indubbiamente uno degli aspetti di TuttInMusica che mi ha sedotto è la dedizione al sociale. Sono stati molti i concerti dedicati esclusivamente alla raccolta fondi per gli enti citati, ma non solo. Ricordo il concerto del 24 giugno 2017 a favore degli ospiti di Villa Serena, una delle RSA di Livorno: abbiamo dato qualche minuto di gioia e di spensieratezza a chi vive dei giorni non troppo felici e siamo stati ripagati con tanti sorrisi e applausi, emozioni uniche.
Attualmente abbiamo in essere una collaborazione con ANFASS (Associazione Nazionale Famiglie di Fanciulli ed Adulti Subnormali), per la quale forniamo le competenze musicali, attrezzature e magliette a favore del coro “Fuori dalle righe”, un gruppo canoro costituito da persone con disabilità.

D Come ci si sente sul palco a suonare con dietro 25 coristi… deve essere una bellissima sensazione…

Una sensazione favolosa, indubbiamente, non esente da tanta emozione e molti brividi. Quando sta per iniziare un concerto, l’adrenalina è a mille! La mente si affolla di mille pensieri e tante preoccupazioni. La paura di mancare un attacco, di sbagliare una nota, di non riuscire a sostenere bene il coro o di fronteggiare uno sbilanciamento del volume degli strumenti nelle casse spia. Poi, entrati nel vivo, l’ansia cede il passo al piacere di cantare e suonare tutti insieme, in amicizia, senza più condizionamenti o paure.

D Hai mai fatto parte di altre band?
Direi di sì, sempre per divertimento e senza prendermi troppo sul serio. Molti anni fa, non dico quanti, ho costituito un trio chiamato Ozono, O3 è la sua formula chimica! Qualche anno dopo ho suonato in una band chiamata Divario, un’esperienza di amicizia oltre che musicale.

D Gaetano quali sono i tuoi mostri sacri, i musicisti che magari da bambino imitavi davanti allo specchio?
Come dicevo prima, molti sono stati i miei riferimenti musicali. Quando ero bambino sentivo che la musica mi attirava più di ogni altra fascinazione. Giocando d’estate per i vicoli del mio paese, Terlizzi, in terra barese, alzavo la testa verso le tende svolazzanti delle finestre da cui, oltre gli effluvi del soffritto di cipolla, si spandevano le note dei cantanti più in voga del tempo, quando la musica napoletana spopolava. Ricordo la voce di Pino Daniele prima di tutto e quella di Massimo Ranieri, ma anche i Pooh erano molto in voga… Quando tornavo a casa sentivo, irresistibile, il bisogno di scatenare la mia musicalità, così prendevo il barattolo vuoto di caffè, due matite e colpivo a ritmo di musica il suo coperchio, mentre in sottofondo girava la musicassetta dei miei beniamini. Era il segno che dovevo correre verso la musica… Purtroppo le mie condizioni economiche non mi consentirono di avviare un percorso di studio adeguato, ma da autodidatta non ho mai mancato il contatto con la musica.

D Progetti futuri? Ora che le restrizioni antiCovid sembrano un po’ più elastiche qualche vostro concerto magari in città?
Sì, fortunatamente, dopo un anno di clausura, siamo riusciti finalmente a mettere in programma ben tre concerti in estate: il 29 luglio in Fortezza Vecchia, il 5 Agosto a Effetto Venezia, il 14 Agosto a San Vincenzo.
Probabilmente questo inverno lavoreremo in sala di registrazione per il nostro secondo CD, dopo il fortunato esordio con “Boom” nel luglio 2019.

D Tutti noi nella vita non siamo saliti sul quel treno che ci stava aspettando, perdendo una occasione unica… musicalmente parlando dove andava quel tuo treno?

Chi può dirlo? Forse era il treno che avrebbe potuto avviarmi agli studi musicali, magari al conservatorio…

Oggi mi accontento di prendere qualche lezione privata di pianoforte dal maestro Manuele Vanzi, raffinato pianista classico e rock allo stesso tempo.

D Chi è oggi Gaetano Mastrorilli?
La prima domanda era tendenziosa, l’ultima è difficilissima e io rispondo con il titolo di un romanzo di Luigi Pirandello, “Uno, nessuno e centomila”: Uno rappresenta l’immagine che ognuno ha di se stesso, nessuno è quello  che il protagonista sceglie di essere alla fine del romanzo (che non è ancora terminato…), centomilaindica le immagini che gli altri hanno di noi.

GABRIELE CIURLI

D Gabriele Ciurli, cantante immagino da sempre…

R In realtà scopro questo dono alle scuole superiori. Durante le prove dello spettacolo, alla radio passa COME MAI degli 883. L’organizzatore sente che sono intonato e decide di inserirmi nello spettacolo. Al debutto ho riscosso molte congratulazioni e ho deciso di approfondire questa dote canora…. La passione per la musica di certo non mancava, non è mai stata assente

D Attualmente fai parte del gruppo La Strana Coppia dove ti esibisci con Giuliano Bartorelli, ottimo chitarrista…come è avvenuto questo incontro ?

R Caro Massimo, non bastano 2 settimane per rispondere a questa domanda. La famiglia Ciurli e Bartorelli si incontra quando Leandro Bartorelli, grandissimo batterista famoso ormai in Europa, figlio di Giuliano, nonché mio grandissimo amico/fraterno, si è esibito a Bravo Bravissimo, si parla del 1994.

Questo duo nasce per pura casualità. Un martedì Giuliano mi chiama e mi dice

“Gabbro, domenica bisogna suonare alla festa d’autunno per strumenti musicali. Te la senti?” in 5 giorni, 2 prove e la domenica andò benissimo. Questo per farti capire il feeling che già avevamo. Quando dici di conoscere una persona da una vita….questo è il classico esempio.

E poi parliamoci chiaramente. Cantare ed avere accanto a te un talento come Giuliano…. Questo per me è anche il modo per ringraziarlo della fiducia e per quello che sta costruendo insieme a me.

Mentre io avevo abbandonato la musica, lui stava accompagnando nei più grandi palcoscenici europei proprio Leandro; Montecarlo, Londra…. E adesso, un chitarrista di così grande talento, è al mio fianco che mi accompagna in questa straordinaria avventura! Non per questo lo chiamano JUKEBOX

Voglio però svelarvi un segreto:

chi consigliò a Giuliano di chiamare me? Mio padre, Stefano. Nasce così LA STRANA COPPIA

D Prima hai fatto parte di altri gruppi ?

R Si, 2 gruppi. Gli Aritmia e gli Effetto Domino

D Il vostro repertorio spazia a 360 gradi, ma quale è il tuo genere preferito ?

R Non ho un genere preferito, come il nostro repertorio ascolto musica a 360 gradi.

D Quali sono i tuoi mostri sacri, quei cantanti che magari imitavi fin da bambino davanti allo specchio ?

R Francesco Renga. Ascolto Renga da quando faceva parte dei Timoria fino ai suoi successi da solista. Una voce ed un’estensione da brividi.

D Progetti futuri ? Ora che questo virus “sembra” che ci abbia ridato un pò di libertà, qualche concerto magari in città?

R Abbiamo già fatto delle date e altre sono in programma, proprio sabato 3 Luglio suoneremo alla tenuta Casadei, Suvereto. Saremo ai Bagni Rosa il 31 Luglio e ai Bagni Nettuno il 10 Agosto a Tirrenia, il 15 Agosto saremo alla pizzeria all’Improvviso in via Toscana a Livorno. Ad agosto siamo lieti di accompagnare in matrimonio con la nostra musica due splendidi ragazzi. E poi stiamo cercando di programmare anche con altri, bisogna incastrare le date con i nostri e i loro impegni, ma riusciremo ad organizzarci. Approfitto per seguirci sulla pagina Facebook LA STRANA COPPIA e su Instagram La_Strana_Coppia per ricevere aggiornamenti sulle future date.

D Non posso non farti questa domanda…tu sei il figlio di Stefano, bassista storico del gruppo MK5 che purtroppo ci ha lasciato troppo presto…troppo presto… Conoscevo benissimo babbo Stefano ed era un ottimo musicista ma ancor di più era un’ottima persona, sempre sorridente, sempre disponibile…come si dice a Livorno “un brav’uomo”…la sua improvvisa scomparsa mi colpì molto…immagino che con lui in casa tu abbia assimilato tanta buona musica che ora “rendi” sul palco…

R Come anticipato prima, LA STRANA COPPIA nasce da un’idea di Babbo. Questa è la migliore eredità che potesse lasciarmi. Purtroppo è stato presente solo una volta, proprio al debutto. Quando suoniamo vedo gente che balla, canta, ride, si diverte… tutto quello che descrive chi era Babbo come persona. Una persona solare, sempre sorridente, amante della musica, delle feste e della compagnia, dell’amicizia. Quando finiamo di suonare, a fine serata, alzo sempre lo sguardo verso il cielo: BABBO, CHE SERATA!! ANCHE STASERA LI ABBIAMO FATTO FARE 4 SALTI.

D Come saprai Livorno dagli anni 50 in poi ha avuto centinaia di ottimi musicisti e gruppi ma purtroppo ben pochi hanno fatto parlare di loro…cosa manca secondo te per fare il salto di qualità ?

R Non penso di essere in grado di dirti cosa manca e cosa non manca. Ma posso dirti che, nonostante i miei soli 36 anni di età, ho visto talenti, mostri della musica, dello spettacolo non arrivare da nessuna parte e allora dico, di quale qualità stiamo parlando?

Purtroppo anche nel mondo musicale, come quello calcistico per esempio, è entrato del marcio. I Talent stanno prendendo sempre più attenzione rispetto alle piazze del passato. Se però le piazze erano aperte a tutti, a chi è concesso oggi arrivare fino al grande schermo?

Nonostante questo mio pensiero non posso però dire che non funziona questo meccanismo

D Tutti noi abbiamo un rimpianto che ogni tanto affiora prepotentemente…musicalmente parlando quale è il tuo ?

R In passato ho conosciuto una donna. Ero in Sardegna, dopo aver cantato al karaoke del villaggio mi si avvicina dicendomi di essere interessata alla mia voce ed alla mia figura. Voleva un mio CD da spedire. Chiamò davanti a me Caterina Caselli; il CD era destinato alla casa discografica Sugar. Quel CD non è mai stato spedito. Il perché rimane sigillato nella camera dei segreti.

D Chi è oggi Gabriele Ciurli ?

R Gabriele Ciurli oggi è figlio di Carla. Di mia madre spero di avere un domani la sua forza, il suo coraggio, perché nonostante quello che è successo, ha drizzato la schiena e andata avanti, sorridendo ancora alla vita, come suo marito e mio padre Stefano ci ha sempre insegnato. Gabriele Ciurli oggi è marito di Selene, moglie e madre straordinaria, che mi appoggia e mi segue sempre in questa mia nuova avventura. Gabriele Ciurli oggi è un padre fiero ed orgoglioso di sua figlia Ginevra, che con la sua bontà e la sua genuinità sarà un’ottima sorella maggiore della sua sorellina che nascerà a Dicembre.

Ciurli Gabriele oggi è un bambino che gioca a fare il musicista, come fosse il suo girotondo, che al TUTTI GIÙ PER TERRA è pronto a rialzarsi e riniziare ancora a giocare, perché se uccidiamo il bambino che è in noi, la visione del sognatore è della fantasia svanisce, e questa avventura chiamata VITA non avrà più possibilità di fantasticare.

Grazie mille Massimo per l’opportunità e dedico questa intervista a mio padre Stefano Ciurli

VERONICA RUIHA CATENI

D Veronica Ruiha Cateni, cantante fin dalla tenera età immagino…

R Ho iniziato a coltivare veramente la mia passione iniziando a prendere lezioni di canto a 16 anni, ma sì, in effetti ho sempre amato cantare fin da piccolissima. Infatti mia madre mi ha sempre raccontato che quando ero una neonata per farmi smettere di piangere bastava mettermi il VHS del live at Wembley dei Queen.

D Attualmente fai parte del gruppo Ruiha and The Kelavra, duo acustico composto da te e dal chitarrsita Francesco Benvenuti , conosciuto nell’ambiente musicale e non solo come Gianfra (in veste di batterista dei Biffers, Dome la Muerte and The Diggers nonchè dei Lupe Velez)…come è nato questo sodalizio ?

R Ruiha and The Kelavra è una collaborazione artistica che nasce nel 2014 e che tutt’ora è attiva. E’ nata principalmente dalla passione per la musica che accomuna me e il mio chitarrista Francesco Benvenuti, meglio noto come Gianfra, che principalmente è un incredibile batterista (Biffers, Lupe Velez, Dome La Muerte And The Diggers). Inizialmente ci trovavamo a suonare per strimpellare un po’ insieme i brani dei Nirvana (nostra grande passione comune), poi pian piano sono iniziati ad uscir fuori dei giri di accordi, dei riff, dei testi…e alla fine, dopo pochissimo tempo, abbiamo iniziato a comporre pezzi nostri e negli anni si è instaurata anche una bella amicizia fraterna. Che poi in realtà a noi non piace definirci come progetto musicale, ma semplicemente è la voglia e la bellezza di trovarsi a far musica insieme e sfogare la nostra vena creativa.

Ruiha and The Kelavra – YouTube

Ruiha and The Kelavra | Facebook

D Te suoni anche l’ukulele…

R Si ma…niente di serio! “Suonare” è un parolone! Ahahah diciamo che mi diverto ogni tanto ad accompagnarmi da sola con l’ukulele quando capita e mi è spesso utile anche per comporre e abbozzare pezzi nuovi, ma preferisco lasciar fare ai veri musicisti la “professione Suonare”, per me è uno svago, ma se siete curiosi ci sono un paio di video pubblicati su YouTube dove mi trovo a suonare un paio di cover con un altro amico musicista Luca Sardi (basso The Chromosomes).

RUIHA & LUME – The Pretender (“Foo Fighters” ukulele cover) – YouTube

RUIHA & LUME – Ring Of Fire (Johnny Cash ukulele cover) – YouTube

D Il vostro genere possiamo definirlo grunge-poprock ma spaziate a 360 gradi nel mondo del rock…

R Infatti, come ho accennato prima la nostra collaborazione è nata soprattutto grazie alla all’amore per i Nirvana, per questo durante i nostri primissimi live suonavamo esclusivamente loro cover rivisitate a modo nostro in chiave acustica. Portando avanti il progetto poi abbiamo inserito anche altre cover, come ad esempio i Ramones, The Cranberries, Bad Religion ecc…

D Da tenere in considerazione il fatto che in repertorio avete anche pezzi propri, testi tuoi su musica di Gianfranco…non è poco…

R Il nostro repertorio è composto principalmente da pezzi nostri e ne siamo molto orgogliosi. Siamo molto liberi, in effetti, sulla creazione dei nostri brani: capita spesso che il Gianfra trovi dei giri con la chitarra che ci ispirano e di conseguenza poi io ci scrivo su parole e melodia, ma è capitato anche che io abbia scritto anche la musica insieme al testo, o anche il contrario, che abbia scritto lui testo, melodia e musica. La nostra collaborazione musicale è sempre aperta a mettere in discussione ed elaborare le idee creative l’una dell’altro e viceversa. Dopotutto il Rock è l’essenza della libertà di espressione. In questo modo abbiamo pubblicato due lavori: l’EP “Lovelution” nell’Aprile 2016 all’Ice Factory studio, suonato totalmente in elettrico (voce, chitarra, basso e batteria) in perfetto stile poprock/grunge anni ’90, con la preziosa collaborazione di altri due amici musicisti Tommaso Bandecchi e Cristiano Sbolci Tortoli, che hanno prestato la loro arte per realizzare questa nostra ambizione. Mentre alla fine del 2017 abbiamo inciso allo Yeti’s Cave studio il nostro primo album acustico “Live Book” registrato rigorosamente nudo e crudo in presa diretta che rivela tutta la nostra naturalezza.

Ruiha and The Kelavra – Falling for you – YouTube

Ruiha and The Kelavra – Let me go home – YouTube

D 2 Cd con i Ruiha ma anche 2 singoli da sola prima del progetto Kelavra : “Conseguenza (un’anima come me)” e “Lady Sadness”. In seguito la cover dei Ramones “Bonzo Goes To Bitburg” accompagnata da un bravissimo tastierista…soddisfatta ?

R Antecedentemente a tutto questo ho pubblicato due singoli da solista come Ruiha: “Conseguenza (un’anima come me)” e “Lady Sadness” entrambi scritti da Dimitri Cappagli, il mio insegnante di canto storico, e arrangiati e registrati da Giovanni Sala – Cantine Di Badìa. La cover dei Ramones “Bonzo Goes To Bitburg” in chiave acustica piano-voce in realtà è nata dall’idea di Fabrizio Pagni, bravissimo pianista che mi ha accompagnata su questo pezzo, di farla come regalo di compleanno per una nostra amica in comune. Alla fine è venuta talmente bene che abbiamo deciso di pubblicarla e inaspettatamente ad oggi su YouTube abbiamo ottenuto più di 30 mila visualizzazioni.

Ruiha – Conseguenza (un’anima come me) – YouTube

Ruiha & Izio – Bonzo goes to Bitburg (Ramones piano cover) – YouTube

D Progetti futuri, ora che è quasi terminata la pandemia, magari concerti in città ?

R Il futuro è sempre in divenire e mai una certezza. Al momento stiamo preparando nuovo materiale, sicuramente entro la fine dell’estate una suonatina da qualche parte la faremo.

D Cantante ma anche insegnante: parlo di MusicArte, la scuola dove insegni…

R Beh e qui parliamo dell’altra mia grande passione: l’insegnamento. In questi anni mi sono anche formata come insegnante di canto moderno e sto continuando a studiare e lo farò sempre perchè nell’insegnamento, di qualsiasi disciplina, la formazione non si deve fermare mai. E’ importante per me specificare che un bravo cantante non è sempre un bravo insegnante se non studia per questo. Sono due mestieri diversi. Ho capito che volevo essere una vocal coach qualche anno fa e perciò mi sono messa a studiare, ho frequentato accademie di musica, fatto corsi, seminari e lo scorso Marzo mi sono certificata come insegnante a livello base nel metodo Easy Sing. Dal 2020 insegno alla scuola di musica MusicArte in via Guarini 90 a Livorno, una bella realtà gestita con professionalità e serietà da Anna Romaldini e Chiara Prispoli, entrambe ottime vocal coach e cantanti, che insieme portano avanti questo centro di energia creativa e artistica proponendo alla città moltissimi corsi di strumento e laboratori con insegnanti qualificati. La veste da vocal coach mi ispira e mi gratifica ogni giorno sempre di più perchè i miei allievi mi fanno dono di una delle cose più preziose e intime della loro persona: la voce. E io amo guidarli verso i loro obiettivi.

www.musicartelivorno.com MusicArte Scuola di Musica | Facebook www.easysing.it

D In una città che dimentica il bellissimo passato con centinaia di ottimi musicisti e cantanti, come rispondono i giovani di oggi ?

R Credo che Livorno viva di arte e musica da sempre. La nostra è una città molto attiva sotto questo punto di vista e penso che non cambierà mai. Basti guardare il programma di una qualsiasi kermesse musicale cittadina estiva per capire quanta musica renda vibrante ogni angolo di strada.

D Veronica, ognuno di noi ha un rimorso che a volte ritorna prepotente alla mente…musicalmente parlando dove andava quel treno che ti aspettava ma che tu hai lasciato partire?

R Se devo essere totalmente onesta non ho nessun rimorso musicalmente parlando, sono sempre stata dove dovevo essere e tutt’ora sono dove devo essere. Non ho mai perso nessun treno, mi sono sempre goduta il momento che capitava.

D Chi è oggi Veronica Ruiha Cateni ?

R Oggi sono una donna alle porte dei trent’anni con l’ambizione di crescere sempre di più come cantante e come insegnante. Mi ritengo una persona fortunata a fare un lavoro che amo alla follia, che mi regala tante gioie e soddisfazioni tutti i giorni e che mi dà tanta serenità generale perchè mi sto finalmente dedicando solo alla mia passione per la musica, con ottimi risultati. Questa mia condizione è chiaramente anche favorita dall’avere al mio fianco Massimiliano Morandi, il mio compagno che mi supporta e mi capisce essendo anche lui un musicista (voce, chitarra The Chromosomes). Ultimamente ci siamo esibiti dal vivo noi due insieme per la prima volta, per il progetto cittadino Livorno Dal Vivo ed è stato molto emozionante. Livorno Dal Vivo | Facebook

VALENTINA CERRAI

D Valentina Cerrai, cantante ancor prima di camminare immagino…

R R effettivamente quasi….il primo ricordo risale a quando avevo pochi anni…con la famiglia andavamo in vacanza in montagna ed i miei mi mettevano in piedi sul tavolo di cucina e mi facevano cantare le canzoni di Sanremo con il manico di scopa che diventava il mio microfono….

D Hai fatto studi classici o sei autodidatta ?

R Decisamente classici…a 15 anni ho cominciato a studiare canto lirico come contralto con il conosciutissimo tenore livornese Franco Castellani prima e poi con la Contralto Maria Trabucco vicino Genova…da lì ho iniziato a calcare i palchi dei primi teatri con opere liriche come La Traviata e parallelamente crescevo la mia anima rock ascoltando gruppi come Ac-Dc, Scorpions e naturalmente Vasco, colonna sonora della mia vita. Dopo molti anni sono tornata sui banchi di scuola facendomi seguire dal Vocal Coach Alex Mastromarino che ha dato una nuova vita al mio lato artistico.

D Attualmente fai parte del gruppo MK5 Evolution…come è nata questa idea ?

R Mk5 Evolution…la mia seconda famiglia…un giorno mi arriva una telefonata da una persona che si presenta come “Fabrizio degli Mk5 “…sinceramente non avevo idea di chi fossero ma istintivamente accettai di andare a sentirli e conoscerli durante una prova, arrivai piena di dubbi, un repertorio che conoscevo poco, io che avevo ripreso a cantare dopo qualche anno di stop ripartendo dal coro Springtime di Cristiano Grasso del quale continuo a far parte…ecco come è partito questo progetto…direi per caso.

D Massimo Suardi, Luciano Trovato, Andrea Quagli, Paolo Saini…”ragazzacci”…come ti trovi con loro ?

R Come mi trovo? A casa…con loro mi sento a casa. Sono un gruppo di Amici, quelli con la A maiuscola…con loro mi sento libera di vivere la mia “vita spericolata” e di lasciare uscire la mia anima rock! Suoniamo, litighiamo e subito torniamo quelli di prima…ho avuto anche qualche proposta allettante nel frattempo, ma che non ho mai accettato perché non potrei fare senza quei ragazzacci…

D Hai una voce calda, potente, eppure te la cavi benissimo anche con canzoni “leggere”…ma quale è il tuo genere preferito ?

R Parlare di genere preferito è riduttivo, amo la buona musica e la vivo per sensazioni che sia un brano pop o rock o metal non importa, deve darmi emozioni e la stessa cosa cerco di riportarla nei brani che interpreto, cerco emozioni per emozionare.

D Quali sono i tuoi mostri sacri, le cantanti che imitavi davanti allo specchio ?

R I miei mostri sacri sono tantissimi…come ti ho già detto non amo un solo genere musicale per cui i miei riferimenti sono stati tanti da Etta James a Mia Martini, da Fiorella Mannoia a Tina Turner…uno su tutti Vasco Rossi.

D Prima degli MK5 hai fatto parte di altri gruppi ?

R Si, negli anni ho avuto diversi gruppi…il primissimo è stato tanto tempo fa, avevo 16 anni i “Controtempo”…amici con i quali ancora oggi ci sentiamo, come Corrado Passetti, Massimo Simoncini e Alex Rossena, anche loro sempre in mezzo alla musica…e poi negli anni tanti gruppi di generi diversi, dall’operetta al varietà, dal piano bar al rock…insomma diciamo che ho cercato di fare più esperienze diverse possibili.

D Progetti futuri ? Adesso che sembra che questo maledetto Covid faccia un passo indietro tornerete sul palco ?

R O si, certamente! E speriamo di poterlo fare quanto prima!!!! Ci manca il contatto con il pubblico, il palco…sai, è una realtà magica…quello che succede sul palco ti strega, non puoi farne a meno! Il nostro ultimo progetto è una Evolution del gruppo, un repertorio rock fortissimo che non vediamo l’ora di farvi ascoltare.

D Ognuno di noi ha un rimorso, un rimpianto per non essere salito su quel famoso treno…musicalmente parlando qual’è il tuo rimpianto più grosso ?

R Veri e propri rimpianti non ne ho. Negli anni in cui non ho cantato mi sono dedicata alla famiglia, come è successo a molti, ma poi è arrivato il momento di ricominciare e riprendersi il palco…ed ecco che sono nati gli Mk5 Evolution…sono arrivata nelle loro vite e le ho sconvolte Treni ne sono passati, ma non ci sono salita per scelta e ne sono felice.

D Chi è oggi Valentina Cerrai ?

R Valentina oggi è una donna, moglie, mamma e lavoratrice con una grande enorme passione che è il canto che cercherà di portare avanti il più possibile “perché la vita è un brivido che vola via, è tutto un equilibrio sopra la follia”

SIMONE RICCI

D Simone Ricci, chitarrista immagino da sempre..

R Sì, praticamente da sempre. Avevo 8 anni e mia madre mi regalò la mia prima chitarra classica. Per aiutarmi a stare più tranquillo. Ero un bimbo vivace. Non l’ho più abbandonata. Da quella prima chitarra sono passati 46 anni e decine di chitarre tra le mie mani.

D Non hai fatto studi classici ma hai avuto insegnanti di prim’ordine ( Stefano Cirasaro, Gigi Cifarelli, John Etheridge, Scott Henderson, Ralph Towner) e ognuno ti ha lasciato qualcosa di suo e te ne hai fatto tesoro…

R E altri ancora, magari non chitarristi ma grandi musicisti. Certo da ognuno di loro ho imparato qualcosa, il timing pazzesco di Gigi Cifarelli, la precisione di Scott Henderson, l’ironia di Stefano, grande amico…

D Ultimamente ti esibisci da solo ma in passato hai fatto parte di molti gruppi come Caponord, Homeles Jazz Quartet, Modern Times, Boston Globe…bellissimi ricordi…

R devo molto della mia formazione a queste esperienze con gruppi anche molto noti nell’area toscana. Certo, il mio pensiero è per i gruppi che ho creato con il grande amico e tastierista Gianpiero De Donato, con cui ho inciso il mio primo disco e con altri grandissimi professionisti come Vittorio Alinari, Johannes Faber e altri ancora

D E’ comunque con i Coven Garden che apprendi che oltre a suonare ti riesce facile anche comporre testi…

R vena compositiva che è poi stata alla base di tutti i miei progetti successivi. Purtroppo, il cd “Two Ways Corner” non è mai stato pubblicato. Ma alcuni pezzi riarrangiati sono poi stati inseriti nel primo disco editato, “E.M.U’”. (vrcd 00283)

D “E.M.U’, Simone Ricci Nowhere Quartet, Free Vibes Group…sono altri gruppi…mi fermo o continuo ?

R Ho collaborato con moltissimi musicisti, anche in formazioni estemporanee. Con Ares Tavolazzi. In trio, per una serata jazz qui a Livorno, con Ellade Bandini, chiamato presso la Percorsi musicali per una lezione e successiva live con gli allievi, così con Federico Malaman, grande bassista. Vorrei ricordare con grandissimo affetto Marco Collazzoni, sassofonista e direttore della Terni Jazz Orchestra, recentemente scomparso, a cui mi legavano anni di collaborazioni e sincera stima

D Senza contare una decina di CD …dove hai trovato tutta questa energia ?

R nella mia passione per la musica. E’ l’unica risposta che mi viene in mente.

D Non sto ad elencare tutte le manifestazioni e Festival che ti hanno visto protagonosta perchè ci vorrebbero tutte le pagine del giornale, nè le decine e decine di collaborazioni avute…una carriera straordinaria…soddisfatto ?

R abbastanza, anche se mi sarebbe piaciuto poter continuare con costanza.

D Il jazz è il tuo genere preferito…sei un “talebano” della musica o suoni e ascolti anche altri generi musicali?

D Il jazz è il tuo genere preferito…sei un “talebano” della musica o suoni e ascolti anche altri generi musicali?

R no, ho sempre ascoltato musica di tutti i generi. Certo, con l’età si comincia a selezionare gli ascolti, ma cerco di non farmi condizionare troppo dalle mie preferenze. Ma ho avuto alcune vivaci discussioni con i miei figli, perché, a volte, esprimo giudizi di valore tranchant

D Nel 2007 la tua vita viene stravolta…ma non ti perdi di coraggio…la passione per la musica è troppo forte, troppo potente…in pratica “rinasci”…

R ho avuto una emorragia cerebrale. Con tantissima determinazione e cocciutaggine ho ricominciato a suonare e a recuperare i segni grafici della musica. È stato un lavoro faticosissimo e molto lungo. Purtroppo, l’area colpita è quella deputata alla parola e alla scrittura. Ma ci sono voluti più di due anni per capire cosa stessi facendo e suonando. Sì, in pratica e ringraziando il cielo, sono “rinato”

D Trovi anche il tempo per insegnare chitarra jazz e fusion…come rispondono i giovani ?

R adesso non insegno da un po’, a causa della situazione mondiale. La crisi ha colpito tutte le forme di arte, forse in modo più drammatico che in altri settori. Anche l’insegnamento ne ha risentito. Hanno reagitomeglio le scuole con spazi più ampi. Spero di poter ritornare ad insegnare

D Simone, tutti noi abbiamo rimpianti e rimorsi che ci tormentano…musicalmente parlando, quale è il tuo più grosso rimpianto ?

R Non ho né grossi rimpianti né grandi rimorsi. Ho avuto una vita musicale intensa, ho fatto scelte che mi hanno portato a scontrarmi con certi condizionamenti. Ma non rinnego le mie scelte.

D Chi è oggi Simone Ricci ?

R Simone Ricci è un musicista che sta faticosamente cercando un nuovo spazio e una nuova vita, musicalmente parlando. Ho alcuni progetti in cantiere che spero vedano la luce quanto prima. Spero di suonare presto dal vivo, perché, secondo me, quella è la vera vita per un musicista.